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Sanità Veneta, Bussolengo torna sotto esame

La “scheda” di nuovo in discussione a Venezia.

(29 Aprile 2004)

Alla vigilia della seduta della commissione Sanità del Consiglio regionale, dedicata alla revisione della scheda ospedaliera dell’Ulss 22 di Bussolengo e all’esame del riparto delle risorse assegnate alle aziende sanitarie del Veneto per il 2004, il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Pietrangelo Pettenò denuncia “il fallimento della riforma sanitaria messo in atto dalla Giunta Galan” e chiede che la commissione Sanità del Consiglio regionale rimetta mano al disegno della rete ospedaliera e dei servizi sanitari nel Veneto e ne riveda i criteri di finanziamento.

“Le notizie della stampa, le segnalazioni dei cittadini e le mobilitazioni dei medici, del personale infermieristico e delle associazioni in difesa del malato e dei cittadini mandano un costante allarme per le condizioni dell’assistenza sanitaria nel Veneto e confermano il giudizio fortemente negativo sulle politiche svolte dalla Giunta di centrodestra che governa il Veneto”, afferma Pettenò in una nota sottoscritta anche da Gemma Lunian, responsabile regionale sanità di Rifondazione.

“La riorganizzazione delle schede ospedaliere, contrastata da Rifondazione Comunista e da tutto il centrosinistra, – prosegue l’esponente di RC- è stata presentata come un riordino che avrebbe garantito migliori servizi sul territorio razionalizzando la spesa.

Niente di tutto questo è stato fatto, e quello che sta succedendo conferma i timori per lo smantellamento progressivo del sistema sanitario pubblico”.
“Mentre le liste d’attesa per esami e prestazioni –annota Pettenò- diventano sempre più lunghe con gravi disagi dei cittadini i reparti ospedalieri diventano grandi astanterie con letti d’appoggio, i medici e il personale infermieristico denunciano carenze di personale ed entrano in sciopero, i Pronto Soccorso sono intasati perché non esistono servizi alternativi sul territorio e i medici specializzandi fanno il lavoro di routine nei reparti e nelle emergenze senza la tutela di un medico specialista, la Giunta di centrodestra da una parte chiede ulteriori tagli alle Ulss e aziende ospedaliere del Veneto, dall’altra aumenta, con delibera regionale, del 2 per cento i togliendo altri soldi dalle tasche dei cittadini.

Il consigliere regionale ricorda inoltre che l’Ulss di Venezia ha avviato la sperimentazione con delibera regionale, su richiesta dell’Ulss stessa, di residenzialità sanitaria, che prevede il pagamento di un ticket di 10 euro al giorno dopo il 20° giorno di ricovero e di 30 euro al giorno dopo il 40° giorno.
“Così nascono i primi ospedali a pagamento –aggiunge Pettenò– mentre non si intravede nessuna delle famose strutture alternative che la Giunta aveva promesso in cambio del taglio dei posti letto negli ospedali”.

Pettenò critica inoltre il “suggerimento” del direttore del Pronto Soccorso di Padova che ha proposto l’inasprimento dei ticket per fronteggiare i problemi di intasamento della struttura, “invece di chiedere alle istituzioni preposte maggior personale e l’avvio di una riforma che preveda servizi alternativi sul territorio”.

“Ma dove deve andare un cittadino che sta male –osserva Pettenò- se non presso la struttura del proprio ospedale? Qualcuno crede davvero che ci si diverta ad aspettare ore dentro un pronto soccorso stando male e che il tutto si possa risolvere facendo spendere altri soldi ai cittadini malati?”.

“In questo modo –conclude la nota di Rifondazione– non si risolvono i problemi della sanità e non si tutela il diritto alla cura e all’assistenza del cittadino malato.

Rifondazione Comunista chiede invece che il fondo sanitario nazionale sia allineato ai livelli di spesa dei sistemi sanitari europei e che il servizio sanitario pubblico sia orientato alla centralità della persona anziché del bilancio, cominciando dalla prevenzione”.

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