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La favola dei ragazzi di Casa Pound

(25 Novembre 2012)

buTTAPOUND

Nell’ampio spazio offerto loro da odiati padroni da cui vengono nutriti taluni divulgatori del brodo pseudofilosofico, anticapitalista vicino al capitale, antiglobalizzato dentro il globo mediatico e giù se volete politico-esotico ed esoterico, immaginifico, naturalistico e arcaico, insomma quel camaleontismo della destra culturaloide che - per carità - non è destra né tantomeno fascista, ha trovato due sostenitori di famiglia al sabato in piazza dei “ragazzi di Casa Pound”. Massimo Fini dalle colonne de Il Fatto quotidiano, Pietrangelo Buttafuoco dalle onde radio di Prima pagina si sono spesi a reclamare il diritto di manifestare e a testimoniare l’innocua e semplice vivacità di quei giovani. Reciprocamente conosciuta entrando nella sede tanto demonizzata dagli antifascisti. Nel suo articolo Fini ha scomodato Togliatti per dare dei cretini (postumi) agli oppositori del neofascismo spiegando, con una citazione di Maccari, che una seconda tipologia di fascisti sono gli antifascisti. Sarà. Secondo il giornalista animatore di ‘Movimento Zero’ che scrive “Sono stato invitato un paio di volte dai ragazzi di Casa Pound a presentare i miei libri (…) E a Casa Pound non ho notato nulla di facinoroso, di violento, di “fascista”...” Ci crediamo. Ma i poundini sono noti anche per altre attività come può narrare un giovane di Ascoli Piceno che nell’agosto scorso rischiava di perdere un occhio per il pestaggio subìto. E gli è andata bene, perché nelle varie Case Pound, sorte come funghi e foraggiate secondo il leader Iannone dall’autofinanziamento (sic), girano soggetti alla Casseri, il killer dei senegalesi di Firenze. Vogliamo domandare a Massimo Fini se per caso ha mai veduto l’arcinoto video che mostriamo di seguito. Finì (ci passi il gioco d’accento) anche in una trasmissione televisiva da lui conosciuta perché era un’altra delle case che ne ospitava il suo libero pensiero.

http://www.youtube.com/watch?v=Gkn8fIvLwqM

Egualmente Buttafuoco - il cui passato missino e, ci conceda, neofascista esisteva negli anni precedenti lo sdoganamento berlusconiano, quando prima de Il Giornale, Canale 5, Il Foglio, Panorama il nipotino del senatore del MSI don Antonino lavorava a Il Secolo d’Italia - testimonia la nonviolenza di Iannone e camerati. Ma Buttafuoco l’ha mai ascoltata Radio Bandiera Nera che divulga il motivetto rock “fuori i camerati dalle galere?” Nel palazzo romano di Via Napoleone III, gentile omaggio della giunta Veltroni, da almeno sei anni si tengono incontri che trattano tematiche culturali. E’ vero. La voglia d’acculturarsi di questi ragazzi speciali su temi a loro cari (ricordi del pensiero - razzista - di Julius Evola, celebrazioni di criminali filo nazisti del calibro dei Codreanu e Pavelic, quindi gli immancabili Tolkien, Céline, Pound per il cui uso illegale del nome la figlia del poeta ha deciso di portarli in Tribunale) ma anche discorsi su Tex Willer, Pasolini e Al-Zawahiri. L’approccio culturale diventa un formidabile strumento per pensiero e azione di propaganda e presenza politica rivestite di nuovo, eppure inequivocabilmente collocate nell’allargatissima famiglia del neoconservatorismo in cui c’è posto per tutti: nostalgici di Predappio, squadristi invecchiati e giovani con le prime mazze, bombaroli eversori di almeno due generazioni ripuliti e riconvertiti nel management, nella finanza e nelle Istituzioni, ex picchiatori diventati ministri, e ovviamente teorici della reazione mascherata da rivoluzione, cantori della favola bella dei ragazzi di CasaPound come fossero quelli della via Pàl celebrati di molnáriana memoria. E’ un blobbone che tutto mescola? Non ci pare. Dei pensatori del magmatico e futuribile Terzo Millennio di questa Nuova Destra che rifiuta le etichette ma ha marchi indelebili di finta tolleranza torneremo a parlare.

24 novembre 2012

Enrico Campofreda

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