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(15 Novembre 2010) Enzo Apicella
Continua la protesta degli immigrati bresciani sulla gru contro la sanatoria truffa

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(L'unico straniero è il capitalismo)

Rotto il ghiaccio, ora dobbiamo continuare
e allargare il fronte di lotta!

(26 Marzo 2013)

Volantino distribuito alla manifestazione contro la Bossi Fini tenutasi lo scorso 23 marzo a Bologna

Fratelli e compagni immigrati,
il vostro ritorno in piazza con un forte NO al super-sfruttamento e alla Bossi-Fini è una buona notizia, non solo per tutti gli immigrati, ma per tutti i lavoratori.
Dopo le rivolte dei braccianti africani a Castelvolturno e Rosarno contro la criminalità organizzata e le squadre armate dei caporali che agiscono nelle campagne del Sud per conto dei grandi proprietari terrieri e delle multinazionali dell’agribusiness e della distribuzione. Dopo lo sciopero dei braccianti africani a Caserta per una paga giornaliera di 50 euro. Dopo anni di accese lotte operaie nella logistica, culminate nello sciopero indetto ieri dal SI-Cobas in diverse città, contro il super-sfruttamento delle “cooperative” e delle grandi imprese, che violano sistematicamente i diritti dei lavoratori sul contratto nazionale, sui salari, la malattia e tutto il resto, con tanto di intervento della magistratura e violenze della polizia e con tanto di operai feriti e licenziamenti di rappresaglia. Dopo queste iniziative e questi scontri che avete affrontato con coraggio esemplare anche qui, dopo averlo fatto nei vostri paesi, ritrovando fiducia nelle vostre forze. Con la manifestazione di oggi vi ponete l'obiettivo ambizioso di una lotta generale che coinvolga tutto il campo dei lavoratori e delle nazionalità degli immigrati.

Come è scritto nell’appello per questa manifestazione: “è arrivato il momento di uscire dai luoghi di lavoro, dalle case, dalle comunità per invadere le strade tutti insieme. E’ arrivato il momento di usare la nostra forza per liberare dal razzismo istituzionale tutti i migranti, in tutte le categorie lavorative e in tutte le condizioni di vita”. Sì, è arrivato il momento di dire basta alla legislazione speciale contro gli immigrati. Basta agli arbitri amministrativi delle questure, delle prefetture, dei comuni, delle ASL. Basta alle tasse speciali che siete costretti a pagare. Basta alle campagne di criminalizzazione di questa o quella nazionalità. Basta all’islamofobia. Basta ai Cie e ai campi rom. Basta alla ghettizzazione e alla schiavizzazione delle lavoratrici domestiche e di cura. Basta agli ossessivi controlli di polizia. Basta al trattamento inumano dei richiedenti asilo (sui quali fare affari salvo poi espellerli in massa o ridurli alla “clandestinità”). Basta ad usare le lavoratrici e i lavoratori immigrati come cavie per fare sulla loro pelle gli esperimenti più estremi di spremitura e precarizzazione del lavoro. Basta con l’infinita, umiliante corsa ad ostacoli per acquisire la cittadinanza italiana anche da parte di chi è nato in Italia e vi vive da molti anni.
Noi siamo totalmente solidali con il vostro grido di lotta, con queste rivendicazioni e nella difesa militante contro le aggressioni che subite.

Il vostro ritorno in piazza è dovuto anche alla grave crisi economica che vi ha colpiti nei vostri paesi e qui con una speciale violenza e che, grazie alla Bossi-Fini, ha gettato o può gettare molti di voi nell’irregolarità, con tutto ciò che ne deriva. Ma la crisi sta colpendo sempre più duro anche i lavoratori italiani. Le condizioni di vita di milioni di giovani e meno giovani proletari italiani stanno iniziando a precipitare. La disoccupazione dilaga, e le ultime criminali "riforme" del lavoro, del welfare, delle pensioni, stanno impoverendo anche un numero crescente di proletari nati qui. Si aprono così nuove possibilità di azione e di lotta in comune.

Compagne e compagni immigrati,
è vero: solo pochi organismi militanti vi hanno sostenuto in questi anni. E' vero: molti lavoratori italiani sembrano insensibili alle vostre aspettative, o addirittura vi guardano in cagnesco. Ma i nemici contro cui batterci sono comunque comuni: sono le imprese che ci sfruttano, le banche, i governi e i parlamenti che ci spellano vivi. E per quanto le istituzioni statali e locali facciano di tutto per tenere distinte e separate le condizioni di vita dei lavoratori immigrati da quelle degli italiani, queste due condizioni si stanno comunque avvicinando per effetto delle politiche anti-operaie dei governi Berlusconi e Monti (e dei partiti che li hanno sostenuti), della BCE, etc. Per questo è di fondamentale importanza che i percorsi di lotta e di mobilitazione, come questa manifestazione, come lo sciopero della logistica di ieri, si congiungano ad altre lotte sociali, saldandosi alla rabbia che sta montando tra i lavoratori italiani.
Ora il ghiaccio è rotto, ma bisogna continuare la mobilitazione e allargare il fronte di lotta, lavorare a ricongiungere le forze dei lavoratori immigrati e italiani. Solo così, con una lotta generale organizzata, potremo batterci con efficacia contro gli sfruttatori e abbattere la Bossi-Fini, e con essa le leggi e le prassi che hanno brutalmente precarizzato l'esistenza dei salariati.

Favoriamo la nascita e il rafforzamento di organismi autonomi dei lavoratori, che abbiano come loro fine l'unità tra i lavoratori immigrati e i lavoratori autoctoni! Per chi vive del proprio lavoro, qualunque sia il colore della sua pelle, la via del riscatto obbligata è quella dell'auto-organizzazione e della lotta aperta, militante, politica e sindacale secondo un chiaro orientamento di classe, teso a unificare tutte le forze, oggi disperse, dei lavoratori.

Denunciamo la connivenza di CGIL-CISL-UIL con il sistema di sfruttamento e il razzismo in cui siete e siamo costretti a vivere. È emblematico il silenzio che queste strutture hanno innalzato negli ultimi anni sulla Bossi-Fini, su tutte le questioni veramente centrali per noi lavoratori e, da ultimo, sulle gravi misure repressive che hanno colpito i compagni del SI-Cobas. Ma dobbiamo egualmente rivolgerci ai lavoratori tutt'oggi organizzati in questi sindacati perché scendano in lotta, ribellandosi a una linea sindacale e politica che li vuole subordinati alle imprese e al capitalismo nazionale.

Diffondiamo la conoscenza delle lotte dei lavoratori greci, spagnoli, portoghesi, dei lavoratori e dei giovani arabi protagonisti della grande Intifada con l'epicentro in Egitto! Solo una lotta comune contro l'aggressione alle classi lavoratrici e contro le guerre del capitale globale potrà far rinascere il movimento proletario, qui e nel mondo intero.

23 marzo 2013

Centro di iniziativa comunista internazionalista - Porto Marghera

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