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Pro mutuo mori

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(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
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(Imperialismo e guerra)

"Uno sciopero giusto"

Dichiarazione del Movimento Bolivariano per la nuova Colombia

(14 Ottobre 2004)

Le false cifre con cui il governo deforma la realtà non riescono ad occultare l'incremento della guerra sporca, dell'insicurezza, della violazione dei diritti umani, né il fatto che il paese venga cinicamente consegnato nelle mani del narco-latifondismo paramilitare.

Non hanno potuto occultare l'inquietudine e la disperazione di 28 milioni di colombiani, sprofondati nella povertà per colpa della rapacità e della politica neoliberista dei loro governanti.

Neppure attraverso la manipolazione delle statistiche il governo ha potuto eludere la realtà dell'altissimo tasso di disoccupazione, del basso livello dei consumi, del crescente impoverimento nella qualità della vita della maggioranza dei colombiani.

Il progetto di nuovi oneri tributari, della riforma delle pensioni e il negoziato sul Trattato del Libero Commercio, ufficialmente presentati come saggi provvedimenti per salvare le finanze dello Stato dalla bancarotta, sono parte della strategia antipopolare che mette mano nelle tasche dei settori medi e poveri del paese per finanziare la guerra fratricida, la corruzione ufficiale ed il pagamento agli usurai della Banca Mondiale.

Sono falsi anche i dati ufficiali sullo scontro militare, su come si sta sviluppando il filo-statunitense "Plan Colombia" e il "Plan Patriota", che ne è un'estensione e che ha ipoteticamente lo scopo di recuperare il controllo istituzionale su ampi settori del paese, da sempre bastonati e depredati. Il presupposto è che i gringos e l'oligarchia siano in grado di imporre la pace dei sepolcri, la pax romana, in questo nostro martoriato paese.

Noi concordiamo con milioni di colombiani, con un gran numero di organizzazioni politiche, sindacali, contadine, comunali, indigene, etniche, artistiche, giovanili e con personalità della vita economica, politica e sociale del paese, sul fatto che è necessario trovare una diversa via di uscita dalla guerra per dare soluzione alle fratture profonde che esistono nella struttura della società, e che non possono essere superate artificialmente con cifre manipolate.

Concordiamo anche sulla necessità di lavorare a che tutte le lotte di massa convergano, al fine di porre il popolo colombiano come protagonista-artefice del proprio destino, rendendo innocua la pretesa di imporre dei presunti Messia, i quali aspirano soltanto ad usurpare l'esercizio della sovranità popolare.

Il rifiuto e il ripudio della politica ufficiale oligarchica e filo- gringa e l'obiettivo che questa cambi affinché si sviluppi un clima diverso da quello attuale, contraddistinto da ingiustizia sociale, corruzione, impunità, guerra ed assoggettamento all'impero, sono ormai un clamore generale che cresce, così come cresce la decisione di affrontare apertamente tutto ció.

Perciò salutiamo con favore gli accordi dell'incontro nazionale delle organizzazioni sociali e il summit sociale convocato su temi d'importanza vitale, come la lotta per le libertà democratiche, contro la rielezione di Uribe, contro la riforma tributaria, per lo scambio umanitario e la soluzione politica al conflitto sociale e armato, contro l'ALCA e il debito estero. Ci riconosciamo pienamente e solidarizziamo con lo sciopero convocato per il 12 ottobre prossimo.

La via d'uscita democratica alla crisi non passa attraverso il servile trattato di estradizione, tantomeno attraverso la farsa di Ralito che pretende di nascondere la legalizzazione degli assassini narco-paramilitari, il furto di terre ai contadini e l'impunità che tanto generosamente Uribe sostiene per i suoi amici.

La crescente ed incontenibile lotta popolare fa sapere al regime ultra-reazionario di Uribe Vélez che la sua strategia di fame e terrore non ha futuro, che non si va avanti continuando ad arrestare masse di civili innocenti, a chiudere ospedali, a dilapidare il bilancio dello Stato in giochi di guerra, a bombardare incessantemente ed inutilmente le selve del paese. Il Libertador Simón Bolívar affermò, con una frase efficace, che "la violenza della forza porta in sé il principio della propria distruzione".

Montagne della Colombia, 3 ottobre 2004

MOVIMENTO BOLIVARIANO PER LA NUOVA COLOMBIA

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