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Crevalcore: la banalita' nella tragedia

(10 Gennaio 2005)

A distanza di pochi mesi dal disastro di Cuneo, in cui persero la vita una capotreno ed una viaggiatrice, ci troviamo nuovamente a dover scrivere di un incidente ferroviario e questa volta il numero dei morti e dei feriti è altissimo.

E' accaduto ieri, sulla linea Verona - Bologna, presso la stazione di Crevalcore. Sul binario unico un treno merci ed un treno viaggiatori (l'IR 2255) si sono scontrati causando la morte di 14 persone - tra cui 1 capotreno e 3 macchinisti - ed 80 feriti, di cui almeno 2 in gravi condizioni. Questa è, al momento, la macabra contabilità dell'incidente.

Già pochi minuti dopo la sciagura politici, sindacalisti, rappresentanti dei consumatori ed i soliti "esperti", hanno fatto a gara nel rilasciare dichiarazioni sulle possibili cause dell'incidente. Tutto un coro di "noi l'avevamo detto", "quella linea non era sicura", "servono maggiori investimenti" e via di seguito, ha fatto e continua a fare da colonna sonora alle immagini terribili che scorrono sui teleschermi di tutta Italia. Il solito "sciacallaggio". Naturalmente sarà fatta piena luce sulle cause del disastro. Ci mancherebbe. Aspettiamo che si insedi l'ennesima commissione d'inchiesta che attribuisca ai lavoratori deceduti le responsabilità di quanto accaduto.
La banalità nella tragedia.

Mentre le commissioni d'inchiesta lavorano alacremente, viaggiatori (simpaticamente definiti clienti) e ferrovieri muoiono pagando la scelta criminale della liberalizzazione del trasporto ferroviario. I mancati investimenti in sicurezza, lamentati da CGIL - CISL - UIL e satelliti, si debbono proprio a quello sciagurato progetto di liberalizzazione - privatizzazione che essi stessi appoggiano o sostengono di voler governare.

Perché non è un caso che gli incidenti ferroviari siano aumentati in maniera esponenziale proprio in seguito allo smantellamento della vecchia Azienda Autonoma Ferrovie dello Stato, all'avvio del processo di liberalizzazione, alla fortissima riduzione dei ferrovieri (sempre più spesso sostituiti con personale precario con contratti part - time, a tempo determinato, di apprendistato), all'abbassamento dei parametri di sicurezza, al peggioramento complessivo delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori delle ferrovie.

Ancora una volta ci tocca piangere morti sul lavoro. Esprimiamo il nostro profondo dolore, il nostro cordoglio nei confronti delle famiglie dei nostri colleghi e dei viaggiatori che hanno perso la vita in questo ennesimo incidente ferroviario. Esprimiamo la nostra rabbia nei confronti dei veri responsabili di quanto sta accadendo alle ferrovie di questo Paese.

Ai cittadini tutti, in particolare a quanti si servono del treno per i loro spostamenti, rivolgiamo un appello affinché si schierino con le lavoratrici ed i lavoratori delle ferrovie nella battaglia per un trasporto ferroviario pubblico e sociale gestito da un'unica azienda.

Ci saranno lotte molto dure, ci saranno scioperi che creeranno anche disagi all'utenza. Il fine delle lotte dei ferrovieri, però, non è danneggiare le persone che trasportano. Solo con la comprensione e con l'appoggio di chi si serve del treno vinceremo la nostra battaglia contro il progetto di distruzione delle ferrovie pubbliche in Italia. Perché non sono solo alcune linee a non essere sicure, è l'intero sistema ferroviario a non esserlo più.

Ricordiamo che chi ha denunciato davvero (e non con comunicati stampa, al riparo di sigle sindacali "embedded" con l'azienda) lo scadimento dei livelli di sicurezza delle ferrovie italiane è incorso nella brutale rappresaglia aziendale, è stato sospeso e licenziato ed ora deve affrontare difficili e costose battaglie legali. La loro lotta è anche la nostra lotta e quella di tutti i cittadini italiani.

Genova, 8 gennaio 2005

Coordinamento Nazionale Personale di Bordo FS - SULT

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