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Don Riccardo Seppia

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Quei furti di neonati sotto il franchismo

(10 Gennaio 2014)

09 gennaio 2014

Le associazioni di vittime di furti di neonati in Spagna durante la dittatura franchista hanno denunciato in una lettera all'Onu quello che definiscono "il silenzio assoluto" e la mancanza di collaborazione della Chiesa.

Un decreto del 1940 permetteva al regime di togliere i neonati alle madri se giudicava a rischio la loro "educazione morale". Secondo le associazioni, la norma permise di strappare a genitori repubblicani fino a 300.000 bimbi, con la complicità della Chiesa.

Il commercio sarebbe continuato anche dopo la fine della dittatura nel '75, in assenza di una legge sulle adozioni, che sarebbe arrivata solo nel 1987. Responsabili sarebbero state cliniche gestite da religiosi.

"SOS neonati rubati in Spagna", "SOS origini Spagna" e la "Fondazione radici e diritti internazionali" hanno scritto al Comitato dei diritti dell'infanzia dell'Onu, che il 16 gennaio deve esaminare l'adesione del Vaticano alla Convenzione in materia.

Le associazioni denunciano "la partecipazione della Chiesa cattolica" ad una "rete di vendita di neonati dagli anni '30 al 1990", scoperta nel 2011 in Spagna. "Il Vaticano ha ignorato le ripetute domande di aiuto alle vittime spagnole" si legge nella lettera, che denuncia anche "il rifiuto continuo da parte della Chiesa cattolica, anche di fronte alle richieste delle autorità giudiziarie, di fornire informazioni biologiche di madri e bambini che vogliono ritrovarsi".

L'avvocato delle associazioni, Enrique Vila Torres, afferma di aver scritto cinque volte fra il dicembre 2012 e il novembre 2013 alla conferenza episcopale spagnola, all'arcivescovado di Valencia, alla Segreteria di stato vaticana e a papa Francesco. "Purtroppo - spiega il legale - il silenzio assoluto e l'indifferenza sono stati l'unica risposta".

Dopo che la vicenda è venuta alla luce, il governo di Madrid ha cercato di facilitare le ricerche dei famigliari. Secondo le associazioni, numerose denunce sono state archiviate dalla magistratura e la Chiesa ha fatto sistematicamente ostruzionismo. L'unica persona ad essere indagata è stata una suora, Maria Gomez Valbuena, morta nel gennaio scorso all'età di 87 anni, dopo essere stata sentita due volte dai magistrati.

sda-ats

swissinfo.ch

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