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Emergenza ceneri...

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(17 Aprile 2010) Enzo Apicella
La nuvola di ceneri del vulcano Eyjafjallajokull arriva sull'Italia. A Roma manifestazione in solidarietà a Emergency

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Per il ritiro delle truppe italiane dall’iraq

Per trasferire risorse economiche dal militare al sociale

(26 Gennaio 2005)

SABATO 29 GENNAIO ore 16,00 (via XX Settembre, angolo via Firenze)
CATENA UMANA dal Ministero della Difesa al Ministero del Tesoro in via XX Settembre


Il mitragliere italiano ucciso a Nassiriya il 21 gennaio nel corso di un’operazione di copertura militare ad una pattuglia terrestre scontratasi con ribelli iracheni, dimostra la natura bellica della presenza italiana in Iraq al fianco delle truppe occupanti, impegnate in questo momento a garantire lo svolgimento delle elezioni-farsa volute a tutti i costi dall’amministrazione nordamericana e dal suo ex-agente Allawi, capo dell’attuale governo fantoccio di Baghdad.

Per mantenere il contingente militare in Iraq, già costato finora oltre 600 milioni di euro, il governo italiano, che ha appena rinnovato per decreto la “missione”, ha deciso di impegnare ulteriori risorse economiche, sottraendole così ai pressanti bisogni sociali nel nostro paese.

Ben altre urgenze attanagliano l’umanità! Un sistema fondato sulla guerra causa ogni giorno uno “tsunami” di natura economica, determinato dall’ingiustizia sociale, dalla povertà, dal debito internazionale. La stessa militarizzazione degli aiuti alle popolazioni dell’Asia garantisce gli interessi economici legati alla ricostruzione, che lascerà solo una magra elemosina (meno del 10% delle somme raccolte) alle popolazioni colpite.

Lo stato di guerra colpisce anche la libertà d’espressione, con il tentativo di mettere a tacere l’informazione non allineata e subalterna alle veline governative, estendendo anche ai civili il liberticida codice penale militare.

Quante risorse per uccidere e opprimere un popolo, mentre da noi si tagliano le spese sociali in tutti i settori e si negano case e reddito a precari ed immigrati !

- Per protestare contro il governo di guerra e le sue scelte di rinnovare la partecipazione diretta alla guerra in Iraq, coperta e legittimata dalle elezioni-farsa del 30 gennaio - svolte senza alcuna parvenza di legalità in un paese oppresso dalla occupazione militare.

- Per protestare contro le scelte di morte e distruzione che hanno prodotto il massacro di Falluja e più di centomila morti in Iraq

- Per fermare le spese di guerra e tutti gli tsunami militari prodotti dai signori della guerra

LABORATORIO DI RESISTENZA ALLA GUERRA
Per info tel: Nella 333 9296340

Fonte

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