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Emergenza ceneri...

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(17 Aprile 2010) Enzo Apicella
La nuvola di ceneri del vulcano Eyjafjallajokull arriva sull'Italia. A Roma manifestazione in solidarietà a Emergency

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Dopo il 19 marzo diamo continuità al movimento contro la guerra.

Una assemblea nazionale e proposte per i prossimi mesi

(16 Aprile 2005)

La manifestazione no war del 19 marzo è stata la conferma della grande disponibilità del movimento nel nostro paese a dare continuità alla mobilitazione contro la guerra. La determinazione, la partecipazione di massa e la piattaforma espressa da quella manifestazione, contengono segnali importanti per tutti i movimenti sociali emersi in questi anni di conflitto contro la guerra e il liberismo.

Ma la guerra continua e non può essere liquidata come un fatto di ordinaria amministrazione. Il governo Berlusconi la occulta e continua ad essere subalterno ai progetti della guerra infinita e del Grande Medio Oriente dell'amministrazione Bush. Ma anche il "buco politico" espresso dalle forze che si candidano a rappresentare l'alternanza al governo Berlusconi, è inquietante. Nonostante il governo sia in seria difficoltà, in nessuna occasione abbiamo sentito esplicitare la richiesta del ritiro delle truppe e della cessazione della complicità dell'Italia nell'occupazione dell'Iraq.

Mentre il movimento - in sintonia con la maggioranza del paese - ha portato fin sotto Palazzo Chigi la richiesta di ritiro immediato delle truppe italiane, "l'Unione" continua a parlare e ragionare in termini di "exit strategy" dall'Iraq. Nel frattempo, con un perfetto stile bipartizan, 900 soldati partiranno a breve per l'Afganistan e 220 per il Sudan (nel quadro di una missione su cui pesano ambiguità pesanti e foriere di brutte sorprese). Inoltre, nessun segnale di inversione di tendenza - a livello locale e nazionale - è ancora venuto sulla questione dello smantellamento delle basi militari USA e NATO, del blocco delle nuove installazioni previste e della smilitarizzazione del territorio.

Sulla guerra e sulle sue conseguenze sul piano sociale, democratico, economico, emerge con forza una enorme divaricazione tra le cose che andrebbero fatte, gli obiettivi dei movimenti sociali e la volontà delle forze politiche oggi all'opposizione (e domani al governo) di darne espressione adeguata. L'autonomia del movimento diventa in questa fase un passaggio decisivo ed ineludibile.

Per questo motivo riteniamo essenziale ribadire la volontà popolare che richiede l'immediato ritiro del contingente italiano e di tutte le truppe occupanti l'Irak : a questo obiettivo impronteremo la mobilitazione nei mesi a venire , insieme a quella per lo smantellamento delle basi militari e dell'industria bellica rispettando l'aspettativa espressa dalla manifestazione del 19 marzo.

Per dare continuità al movimento e delineare una piattaforma comune quanto più condivisa possibile, proponiamo di convocare una assemblea nazionale di tutto il movimento no war per domenica 15 maggio (probabilmente a Roma) ed avanziamo alcune proposte di mobilitazione per i prossimi mesi.

1) Mantenere sotto pressione i palazzi del potere e le forze politiche dell'opposizione dando vita ad un accampamento stabile in una piazza centrale per poi dare vita, il prossimo 2 giugno, ad una grande contromanifestazione antimilitarista a Roma in occasione della parata militare (nelle forme che saranno discusse e approvate dall'assemblea nazionale)

2) Rilanciare, accompagnare, sostenere a livello nazionale e locale la campagna per la chiusura delle basi militari USA e NATO nel nostro paese.

Invitiamo a convocare su questo dei momenti di discussione locali prima dell'assemblea nazionale per portare dentro la discussione contributi ed esperienze "in positivo", ampie e propositive.

Prime adesioni:

Confederazione Cobas, Comitato per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq, Disobbedienti- Roma, "Ernesto" (PRC); "Erre" (PRC), Rete dei comunisti, Red Link, Forum Palestina...............

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