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Assemblea nazionale per il ritiro immediato delle truppe dall'Iraq, per la chiusura delle basi militari

Riflessioni, progetti, proposte per i prossimi mesi

(7 Maggio 2005)

Assemblea nazionale del movimento contro la guerra per il 15 maggio a Roma
(ore 9,30 via Marsala, lato stazione Termini)


La manifestazione contro la guerra del 19 marzo a Roma ha confermato la grande disponibilità del movimento no-war italiano a dare continuità alla mobilitazione contro la guerra, a fare il possibile per raggiungere in tempi rapidi l'obiettivo del ritiro incondizionato delle truppe dall'Iraq, ad intensificare e coordinare una grande campagna nazionale per la chiusura di tutte le basi militari Usa e Nato nel nostro paese.

In questo quadro, riteniamo utile e necessario - e lo proponiamo a tutti i soggetti – che le forze che hanno tenuto la piazza e determinato l'agenda di questi anni del movimento contro la guerra, si confrontino e avanzino progetti e proposte per i prossimi mesi. Oggi più che mai è l'indipendenza dei movimenti dal quadro politico a renderne vitale e positiva la funzione.

Nonostante i tentativi e le tentazioni di una gestione "di routine" la guerra continua e non può essere liquidata come un fatto di ordinaria amministrazione. Con la conclusione della vicenda Calipari-Sgrena, il governo della guerra si trova in una difficoltà ancora più seria di quanto lo fosse in precedenza, tanto che – dopo un assordante silenzio e documenti politicamente innocui - anche tra le fila della maggioranza dell'opposizione di centrosinistra emergono timidi segnali di richiesta del ritiro delle truppe dall'Iraq.

Ma mentre il movimento - in sintonia con la maggioranza del paese - ha portato fin sotto Palazzo Chigi la richiesta del ritiro immediato dei militari dall'Iraq, "l'Unione" continua a parlare e ragionare in termini di "exit strategy" dall'Iraq ed a sostenere la sostituzione delle truppe occupanti della coalizione con quelle dell'ONU.

Ci pare anche che con sempre maggior chiarezza, il movimento nel suo complesso ritenga la resistenza politica, militare, sociale, sindacale contro l'occupazione l'elemento costituente dell'autodeterminazione del popolo iracheno.

Sulla guerra e sulle sue conseguenze sul piano sociale, democratico, economico, emerge con forza una enorme divaricazione tra le cose che andrebbero fatte, gli obiettivi dei movimenti sociali e la volontà delle forze politiche oggi all'opposizione (e domani forse al governo) di darne espressione adeguata. Per questo l'indipendenza del movimento no-war (come di tutti i movimenti) è quanto mai cruciale nella nuova fase di massiccio ritorno in campo e di forte "pervasività" della politica istituzionale.

Ritenendo essenziale ribadire la volontà popolare che richiede l'immediato ritiro del contingente italiano e di tutte le truppe occupanti dall'Irak, a questo obiettivo vanno improntate le mobilitazioni nei mesi a venire , agendo per l'indebolimento del sistema di guerra attraverso una forte e incessante campagna per lo smantellamento delle basi militari e dell'industria bellica che sostengono le guerre d'aggressione.

Per dare continuità al movimento, rispettare, per quel che riguarda le forze che l'hanno condivisa e sostenuta, l'aspettativa emersa con la manifestazione del 19 marzo e delineare una piattaforma comune quanto più condivisa possibile, riteniamo necessaria, e invitiamo tutti a parteciparvi, la convocazione di una assemblea nazionale di tutto il movimento no war per domenica 15 maggio a Roma nella quale avanziamo alcune proposte di mobilitazione per i prossimi mesi.

1) Ritiro immediato e incondizionato delle truppe dall'Iraq e riduzione delle spese militari. Mantenere sotto pressione i palazzi del potere e le forze politiche dell'opposizione dando vita ad un accampamento stabile in una piazza centrale di Roma (orientativamente per tre-quattro giorni prima del 2 giugno) per poi dare vita, il prossimo 2 giugno, ad una grande contromanifestazione antimilitarista a Roma in occasione della parata militare (proponiamo che le forme vengano discusse dall'assemblea nazionale: al momento tra i firmatari di questo testo circola l'idea di una "parade" anti-parata che faccia un percorso circolare, e autorizzato, il più possibile vicino al luogo della parata militare)

2) Rilanciare, accompagnare, sostenere a livello nazionale e locale, e quanto più possibile cercare di collegare e unificare la campagna per la chiusura delle basi militari USA e NATO avviatasi nel nostro paese.

3) Discutere ed elaborare una posizione chiara e di opposizione del movimento al ruolo dell'ONU come organismo "neutrale"e soggetto della gestione degli interventi militari nelle aree di crisi.

Invitiamo nuovamente a convocare su queste proposte dei momenti di discussione locali prima dell'assemblea nazionale per portare dentro la discussione contributi ed esperienze "in positivo", ampie e propositive. (a Roma proponiamo di tenere una riunione cittadina ampia l'11 maggio).

Le reti nazionali che hanno promosso la manifestazione contro la guerra del 19 marzo 2005

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