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Solidarietà con gli studenti di Torino. Gli uomini di Sharon fuori dalle università.

I leader della sinistra italiani non vadano da Sharon

(14 Maggio 2005)

L’Italia continua ad essere uno strano paese. Come direbbe Pasolini, quando i fatti avvengono da una parte, i politici, i commentatori, gli opinion maker guardano sempre da un’altra.

1) I fatti sono noti: in alcune università italiane, gli studenti hanno contestato la presenza di diplomatici israeliani in alcune lezioni. La contestazione era conseguente alla critica della politica del governo israeliano nei confronti della popolazione palestinese, una politica che è stata ripetutamente condannata dalle Nazioni Unite ed anche, più recentemente, dalla Corte Internazionale dell’Aja. Un segno evidente che quegli studenti avevano seri e giustificati motivi per contestare i rappresentanti di un governo che – secondo le più autorevoli istituzioni della comunità internazionale - viola i diritti umani di un altro popolo – i palestinesi – sottoposto ad un regime di occupazione militare e coloniale e, secondo alcune denunce, ad un vero e proprio regime di apartheid sia all’interno dei confini israeliani sia nei territori palestinesi occupati.

Questi sono i fatti. Ma la testa girata dei politici, dei commentatori e dei giornalisti, si è prestata ancora una volta ad una manipolazione della realtà messa in campo dal consueto e sperimentato pressing mass mediatico dei gruppi israeliani e filo-israeliani attivi nel nostro paese.

La contestazione ad un ambasciatore e ai suoi collaboratori– rappresentanti politici di uno Stato – è stata trasformata in un’altra cosa completamente diversa. E’ stata così diffusa una percezione errata e strumentale secondo cui nelle università italiane si contestano i professori o gli studenti di origine ebraica. Una menzogna ed una falsità a cui solo la meschinità o l’opportunismo si sono potuti prestare. Se a quelle lezioni fossero stati invitati Mordecai Vanunu o Ury Avneri - esponenti delle coscienze democratiche in Israele - sarebbero stati accolti a braccia aperte.

2) Esiste per fortuna una consolazione ed una controprova: gli studenti e la gente comune conoscono la verità su quanto avvenuto nelle università di Pisa, Firenze e Torino (e ci auguriamo anche in altre qualora ce ne sia la necessità) e qualsiasi sondaggio conferma come l’opinione pubblica italiana riesca a discernere benissimo tra chi siano gli oppressi e gli oppressori in Palestina. Il problema di immagine di Israele, non sono i comitati di solidarietà con il popolo palestinese ma gli atti concreti che perpetra contro i palestinesi e le conclusioni – negative per Israele – che ne ricava l’opinione pubblica italiana.

3) Ma la testa girata della “politica” non commette solo l’errore di subordinarsi a questa campagna mediatica di manipolazione della verità (talmente esagerata da rivelarsi controproducente). Il segretario dei DS Fassino, dopo essere stata contestato in piazza per la sua decisione di incontrare Sharon nel suo prossimo viaggio in Israele, da un lato scatena anatemi contro il segretario del PdCI Diliberto “reo” di aver salutato e solidarizzato con i manifestanti che chiedevano ai leader dell’Unione di non incontrare Sharon ma Mordecai Vanunu, dall’altro continua a sottovalutare come nel popolo della sinistra ci siano 2milioni e 200mila voti che gli servono per vincere le elezioni e che non sembrano più disposti ad accettare tutto da parte dei leader dell’Unione.

Siamo ormai all’assurdo che nella Prima Repubblica i governi italiani dovevano ricevere la benedizione da Washington. Adesso devono andare a farsi legittimare anche a Tel Aviv ancora prima di insediarsi. Questa cosa non sta né in cielo né in terra.

4) Cogliamo dunque l’occasione per inviare il nostro messaggio di piena solidarietà agli studenti dell’università di Torino (così come abbiamo fatto per quelli di Pisa e di Firenze) facendogli sapere di poter contare su una vasto movimento di solidarietà che gli riconosce il fatto di avere in qualche modo difeso la dignità democratica e la sovranità nelle università italiane. Se lo riterranno necessario verremo a Torino da tutta l’Italia a portare visibilmente la nostra solidarietà così come avvenuto a Pisa e a Firenze.

In secondo luogo vogliamo inviare un messaggio di solidarietà anche al segretario del PdCI Oliviero Diliberto che continua a sottrarsi al servilismo dei leader politici dell’Unione verso i governi di Washington e Tel Aviv ed a rivendicare a testa alta la sua solidarietà con il popolo palestinese.

Quindici anni fa nessuno avrebbe mai pensato che Nelson Mandela potesse diventare il presidente di un Sudafrica senza più apartheid, eppure eravamo impegnati in campagne di boicottaggio che avevano proprio l’obiettivo di isolare a livello internazionale il regime sudafricano.

Quindici anni fa la campagna di manipolazione mediatica che occulta dietro il polverone dell’antisemitismo ogni critica a Israele avrebbe avuto successo. Oggi non ne ha più. La realtà dei fatti – in Palestina come in Italia – è più penetrante, efficace e convincente delle menzogne. Le ultime elezioni in Italia o quella di Mandela in Sudafrica dovrebbero averlo insegnato un po’ a tutti.

Il Forum Palestina
Il Comitato "Con la Palestina nel cuore"

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