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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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(Licenziamenti politici)

Confermato dal Tribunale il licenziamento di Vito Belfiore

licenziato da Trenitalia in seguito alla trasmissione di Report

(14 Maggio 2005)

Oggi pomeriggio il giudice monocratico del Tribunale di Genova, Pastorini, ha respinto il ricorso presentato contro il licenziamento del capotreno Vito Belfiore.

Il collega era stato licenziato da Trenitalia in seguito alle vicende di Report.

Un'altra pagina nera contro i ferrovieri è stata così scritta dalla magistratura genovese.

Avevamo sperato fino all'ultimo che la sentenza potesse essere un'altra ma d'altra parte sapevamo anche che la strada per ottenere il reintegro dei lavoratori coinvolti in quella storia poteva essere solo la lotta: dura, cattiva, totale, solidale, continua fino al raggiungimento dell'obiettivo.

Una strada che la Rete dei Ferrovieri in Lotta aveva indicato fin da subito, aveva proposto a tutti i lavoratori ed a tutte le organizzazioni sindacali, aveva infine provato a percorrere anche da sola.

Purtroppo chi aveva paura della mobilitazione dei ferrovieri (a causa dei suoi scheletri nell'armadio e della possibilità che tale mobilitazione, nata già autorganizzata, potesse sfuggire al proprio controllo) ha scelto la strada suicida della magistratura.

A costoro, che contro i licenziamenti sono riusciti a fare ben 5 minuti di fermata, più uno scioperetto tanto per farlo e l'arlecchinata della fascia nera al braccio, va tutto il nostro disprezzo. A loro personalmente, perché nonostante tutto quello che in questi ultimi anni è accaduto in ferrovia, loro sono sempre lì, al loro posto.

Pensiamo alla segreteria ligure della FILT - CGIL, che aveva cercato addirittura di tenere nascosti i licenziamenti, poi di minimizzare la cosa per trasferirla sul piano legale. Sono gli stessi personaggi (Fassio, Del Cielo, Castellani, Ierace, Schivo, ecc., ecc.) che si sono a vario titolo distinti nella repressione contro l'area di opposizione interna alla FILT arrivando persino alle minacce personali, che hanno appoggiato apertamente (od hanno fatto finta di contrastarlo, come la componente di lotta comunista) lo sciagurato rinnovo contrattuale. Più di un valido motivo avrebbero avuto, questi squallidi personaggi, per dimettersi, per sparire. Ma no, loro sono sempre lì ed hanno anche il coraggio di farsi vedere belli sorridenti nelle aule di tribunale dove i ferrovieri, anche "grazie" a loro, perdono il posto di lavoro.

A quest'ora la dottoressa Pastorini, i prodi sindacalisti cigiellini e non, gli avvocati, la dirigenza trenitaliota, saranno già tutti con le gambine sotto i rispettivi tavoli, i bavaglioli allacciati al collo ed una succulenta cena calda che aspetta solo di essere divorata dalle loro impazienti e fameliche mandibole. Non avranno nemmeno il tempo di pensare che un ferroviere, un padre di famiglia, oggi ha perso il lavoro non per una sua colpa grave nei confronti della sua azienda ma per aver semmai voluto che la sua azienda funzionasse meglio. Ed il suo lavoro l'ha perso a causa loro.

E noi speriamo almeno che questa e tante altre cene possano andare di traverso a cotanti personaggi. Che i magistrati con la puzza sotto il nasino quando si imbattono in un ferroviere, siano costretti a prendere i treni ed arrivivino sempre in ritardo (se arrivano) sul posto di "lavoro", stanchi, affamati, stressati e lo stesso gli succeda nel viaggio di ritorno a casa. Ogni tanto magari cagandosi pure addosso per la paura in uno svio, dopo una capatina in ospedale.

Nel caso che qualcuno avesse voglia di fare qualcosa, la Rete dei Ferrovieri in Lotta è qui.

FIL - ferrovierinlotta

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