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L'Islanda riconosce lo Stato Palestinese

L'Islanda riconosce lo Stato Palestinese

(3 Dicembre 2011) Enzo Apicella
Martedì scorso il parlamento islandese ha votato a favore del riconoscimento dei Territori Palestinesi come stato indipendente.

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Lettera aperta a Daniele Farina e ai compagni del Centro Sociale “Leoncavallo”

(27 Maggio 2005)

La voglia di equidistanza sulla questione palestinese comincia a giocare brutti scherzi, e di uno di questi ci sembra vittima il compagno Daniele Farina, da anni portavoce del Leoncavallo e, più recentemente, consigliere comunale di Rifondazione Comunista.

Il compagno Farina ha manifestato l’intenzione di aderire all’appello rivolto dall’esponente sionista milanese Yasha Reibman, a seguito delle contestazioni rivolte da studenti di Pisa, Firenze e Torino a rappresentanti israeliani, per un “confronto” fra rappresentanti israeliani e sinistra radicale.

Al momento non avvertiamo alcun bisogno di “confronto” con i propagandisti dell’occupazione e della colonizzazione della Palestina, della sistematica violazione dei diritti più elementari del popolo palestinese, nonché di centinaia di Risoluzioni dell’ONU. Non avvertiamo questo bisogno perché dando vita tre anni or sono al Forum Palestina, abbiamo scelto di non essere equidistanti tra i diritti dei palestinesi e l’occupazione israeliana e perché non pensiamo di cavarcela salomonicamente, dicendo che non esiste un torto ed una ragione, bensì due ragioni.

Pensiamo che dopo cinquanta anni di occupazione coloniale e militare, i Palestinesi abbiano mille volte ragione nel lottare per difendere la propria terra ed il proprio diritto ad esistere e resistere come popolo e come Stato. Non può che apparire grottesco pretendere che un popolo oppresso si debba far carico della “sicurezza” del suo oppressore.

Il nodo dirimente resta quello dell’occupazione militare e coloniale della Palestina. Le ragioni di Israele sono rappresentate da quegli israeliani che lottano a loro volta contro l’occupazione, e pagano sulla propria pelle il coraggio di schierarsi contro il proprio governo e la maggior parte della propria opinione pubblica: parliamo dei refusniks, i giovani che rifiutano di prestare servizio militare nell’occupazione dei Territori Palestinesi, patendo per questo processi e galere; parliamo di Jeff Halper e di quelli che si oppongono alle demolizioni delle case palestinesi; parliamo degli attivisti israeliani contro il Muro dell’Apartheid; parliamo di Mordechai Vanunu, sequestrato in Italia da agenti del Mossad israeliano, incarcerato per diciotto anni e tuttora privo della libertà di movimento perché colpevole di aver rivelato al mondo l’esistenza dell’arsenale nucleare israeliano, (stimato fra le duecento e le quattrocento testate atomiche, le quali fanno di Israele - che non ha mai firmato il trattato di non proliferazione nucleare - la sola potenza militare nucleare del Medio Oriente mentre si continua a starnazzare del “nucleare iraniano”)

Sull’occupazione e colonizzazione della Palestina non siamo equidistanti, come non lo siamo sull’invasione dell’Iraq e sulla nostra Resistenza antifascista, argomenti per parlare dei quali non sentiamo alcun bisogno di confronto con Donald Rumsfeld o con Ignazio Larussa.

Abbiamo già espresso la nostra piena solidarietà agli studenti, perché riteniamo non solo legittimo, ma doveroso contestare i rappresentanti politici e diplomatici di uno Stato e di un governo dediti all’occupazione ed alla colonizzazione della terra palestinese, con il suo corollario di stragi, di assassinii mirati e di massa, di torture, di distruzioni di case, di devastazione dei campi, di posti di blocco, di milioni di profughi costretti da decenni a sopravvivere in condizioni penose, sparsi in tutti i Paesi del Medio Oriente.

Abbiamo espresso la nostra solidarietà agli studenti ed anche a tutti coloro che le voci fiancheggiatrici del governo Sharon–Peres hanno variamente definito di volta in volta: “nazi-pacifisti, nazi-comunisti, nemici di Sion, fascisti e pidocchi” dando dimostrazione di un odio senza limiti e di una ossessione da “nemici ovunque” che dovrebbe far riflettere.

Date queste premesse, il compagno Farina e i compagni del Leoncavallo comprenderanno come, per noi, dare un giudizio su Sharon non sia affatto “prematuro”, come non riteniamo “prematuro” un giudizio sul suo partner di governo Shimon Peres.

Ariel Sharon è il responsabile del massacro dei palestinesi nei campi di Sabra e Chatila. Ariel Sharon, da Ministro delle Infrastrutture, è stato un’infaticabile sostenitore della costruzione di nuovi insediamenti coloniali nella Palestina occupata. Ariel Sharon, con la sua celebre e provocatoria “passeggiata” sulla Spianata delle Moschee, è il responsabile della scintilla che ha dato il via alla Seconda Intifada, per essere poi – una volta divenuto Primo Ministro - l’artefice di una spietata repressione insieme a Shimon Peres, suo Ministro degli Esteri. Ariel Sharon è il responsabile del massacro di Jenin, delle stragi di Gaza e di Rafah, della costruzione del Muro dell’Apartheid, il sistema di fortificazioni che sta trasformando le città ed i villaggi palestinesi in altrettante galere a cielo aperto, rinchiudendo un intero popolo in un’immensa prigione (o, se i compagni del Leoncavallo preferiscono, un immenso CPT). Ariel Sharon – insieme all’indifferenza ed alla viltà internazionali – è il responsabile del lungo assedio di Yasser Arafat, terminato solo con la morte del Presidente legittimamente eletto dai Palestinesi. Il nostro giudizio su Ariel Sharon e quelli come lui non è, dunque, “prematuro”, ma chiaro e netto, come fu chiaro e netto il giudizio espresso a Norimberga sui criminali di guerra di allora.

Naturalmente, il compagno Farina, le compagne ed i compagni del Leoncavallo sono liberi di incontrare chi vogliono, quando vogliono e dove vogliono. Ognuno è libero di scegliersi le compagnie e gli interlocutori che più gli aggradano. Possiamo solo invitarli a recedere e a “resistere alla tentazione dell’evento”. Noi abbiamo scelto da che parte stare: con i palestinesi innanzitutto e con gli israeliani che lottano contro il sionismo.

Forum Palestina

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