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Una riflessione sui recenti fatti che hanno agitato la politica padovana

(31 Maggio 2005)

I recenti fatti che hanno agitato la politica padovana impegnano anche noi di ancorasinistra ad alcune riflessioni sul ruolo della sinistra in Giunta e sulla partecipazione della “società civile” (come chiamarla altrimenti?) alle decisioni e alle discussioni.

L’ abbandono di ruoli istituzionali ricoperti da rappresentanti Verdi nell’amministrazione comunale è stato una delle conseguenze del fallimento delle politiche partecipative, sociali, urbanistiche di cui la giunta porta la responsabilità.

Dobbiamo premettere che riteniamo che le regole (si tratti di assegnazione di case o di altro), siano necessarie per garantire tutti, altrimenti si cade nell’arbitrio di chi fa la voce più grossa. Di conseguenza, non possiamo certo dirci d’accordo con la disposizione ipertrofica al conflitto, scelta come unica forma di confronto politico da alcuni gruppi legati ai Verdi. Una scelta che, a nostro avviso, accresce il livello di incomunicabilità con la Giunta anziché ricercare vie d’uscita e aumenta, anziché diminuire, l’isolamento della sinistra all’interno dell’amministrazione comunale. Ciò impedisce di raggiungere lo scopo che prefissato: non solo governare l’esistente ma progettare un futuro migliore per tutti. La scelta dei Verdi di uscire dalla Giunta avrà senz’altro accontentato la disposizione di coloro, tra gli elettori, che non ritengono possibile alcuna pratica di mediazione. Non ha certo dato soddisfazione a quelli che hanno creduto in una proposta politica che il partito dei Verdi (unico esempio, almeno a Padova) ha coraggiosamente saputo realizzare mettendo le proprie liste a disposizione della “società civile”.

Diciamo questo perché crediamo che ci sia bisogno di fermarsi e ripensare criticamente ai passi compiuti per evitare di entrare in una logica autoreferenziale che genera confusione e disorienta..

Crediamo che sia urgente accelerare il processo di confronto interno alla sinistra per costruire insieme un’iniziativa politica volta ad ampliare il livello di partecipazione e di coinvolgimento, per la costruzione di un altro modo di vivere la città attraverso il confronto e la mediazione. Sarebbe un grande passo avanti per Padova riuscire a scrollarsi di dosso anni di rigidi schieramenti, resi inossidabili dall’obbligo di “scegliere” una parte dove stare. Perché non si può sperare di poter percorrere un pezzo di strada insieme per perseguire un obiettivo o realizzare un progetto?

Non può ancora una volta uscire vittoriosa la pratica di chi vuole stringere la nostra città nella morsa di una scelta tra antagonismo e silenziosa accettazione.

E’ per altro impressionante la successione di momenti critici che si sono manifestati nel primo anno di governo della città. A parte la scelta di assumere una posizione di forza in merito ai fatti del Portello quando probabilmente un atteggiamento più interlocutorio avrebbe isolato le provocazioni e attenuato le tensioni, essi sono stati caratterizzati dal tradimento dell’opzione zero e dalla negazione di una politica ispirata alla democrazia partecipativa, tanto propagandate in campagna elettorale; basti dire che la presenza in Giunta di autorevoli esponenti di associazioni, da tempo impegnate sul fronte dell’ambiente, non ha impedito la clamorosa bocciatura della mozione che voleva rendere Padova libera da organismi geneticamente modificati.

Da questa situazione che noi consideriamo fallimentare rispetto alle aspettative e agli impegni presi durante la campagna elettorale si esce solo con la politica: una politica di trasparenza, di partecipazione, di correttezza istituzionale. Ci sono ancora tante cose da fare per migliorare la vita nella città, per la difesa dei diritti, per la pace, per la giustizia, per la casa, per la cultura. Quali saranno le priorità che si pone la sinistra? Quali gli impegni su cui non si potrà transigere? Le tensioni che si sono manifestate ultimamente, hanno evidenziato drammaticamente le gravi contraddizioni espresse dal modo con cui si è governato fino ad oggi. Crediamo che anche RC viva periodi difficili, schiacciata com'è tra la necessità di non contrapporsi e il bisogno di affrancarsi dalle scelte che è costretta a subire. Il problema è dovuto alla fragilità dialettica con cui le parti si confrontano e al peso relativo, reso ancor più modesto dalla frammentazione. Da qui nasce la proposta di forme di coordinamento e consultazione che rafforzino, almeno sul piano dei rapporti di forza, il confronto costruttivo. L’invito che ancoraasinistra rivolge alle anime della cosiddetta area del 13% per la realizzazione di una “Camera di consultazione” va in questa direzione. Le sinergie che questo progetto produrrebbe, permetterebbero di ritrovare quella serenità di azione che, forte di una più larga rappresentanza, garantirebbe l’uscita dall’isolamento, il superamento della marginalità nonché maggiori possibilità di pesare davvero sulle decisioni dell’Amministrazione.

Padova, 25 maggio 2005

Ancorasinistra

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