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(21 Luglio 2019)
Il 24 luglio si terrà lo sciopero generale dei trasporti, proclamato da Filt, Fit e Uilt, il 26 quello per il solo trasporto aereo. Leggendo la piattaforma di proclamazione, ci si rende immediatamente conto delle finalità sostanziali, cioè mobilitare i lavoratori
- perché il governo dia il via libera alle “grandi opere”, legiferi in favore delle imprese per finanziare/agevolare la realizzazione di mega infrastrutture, a partire dalla Tav TorinoLione (quando queste, piuttosto che il lavoro, hanno sempre beneficiato solo disastri ambientali, concentrazione di utili in poche mani e penetrazione malavitosa);
- pretendere dall'attuale governo (lamentano le ripetute richieste inascoltate) di essere chiamati ai tavoli insieme alle grandi imprese per cogestire i piani di liberalizzazione e privatizzazione delle lavorazioni;
- avere l'esclusiva della rappresentanza e dell'esercizio del diritto di sciopero, contro il sindacalismo di base, contro l'autorganizzazione dei lavoratori: chiedono al governo di vietare ogni agibilità sindacale e la possibilità di proclamare scioperi alle sigle di base, reclamano l'applicazione degli accordi sul tema, a partire dal Testo Unico sulla Rappresentanza, in tutte le sue parti.
Addirittura addebitano ai sindacati di base la ragione del loro immobilismo rispetto ai gravissimi problemi dei lavoratori e del trasporto: è a causa loro, per la saturazione del calendario -si lamentano- se non indicono i tanti scioperi che vorrebbero (!?!).
Insomma, una piattaforma che reclama gli interventi per le imprese, la partecipazione dei Confederali ai tavoli con governo e imprese (alle cui richieste offrono adesione completa), una piattaforma per le liberalizzazioni, le privatizzazioni, la competitività delle imprese, che chiede di escludere dal diritto di sciopero ogni ambito o istanza di base dei lavoratori che esiste già e sviluppa lotte e resistenza o che potrebbe, vista la situazione insostenibile della classe lavoratrice, nascere e svilupparsi e pretendere di essere protagonista e decidere del proprio destino invece di delegarlo a “loro”.
Non abbiamo visto alcun “loro” sciopero generale quando è stato cancellato l'articolo 18, contro la Legge Fornero, contro il Jobs Act, contro le morti sul e da lavoro, contro la repressione fino ai sempre più numerosi licenziamenti verso chi pretende sicurezza, salute e diritti, contro il clima di terrore per indurre i lavoratori a piegare la testa e neanche contro gli ultimi “pacchetti sicurezza” che attaccano le forme di lotta ancora praticabili da lavoratori immigrati e italiani o contro i quotidiani licenziamenti in massa per la chiusura o la delocalizzazione delle aziende.
Questa è la piattaforma per cui vorremmo scioperare... Lo sciopero come culmine di un'azione conseguente e costante che nasca e si sviluppi con e fra i lavoratori.
Per rendere lo sciopero veramente utile ai lavoratori togliendolo dal controllo dei sindacati collaborazionisti è necessario che le istanze di base tornino ad agire in modo unitario, definendo comuni piattaforme contrattuali e comuni azioni di lotta, come seppero fare i sindacati di base fra i ferrovieri all'epoca dell'ultimo rinnovo contrattuale di categoria.
Sabato 20 luglio 2019
Coordinamento lavoratori/lavoratrici autoconvocati/e per l'unità della classe
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