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Congresso Cgil"Un Congresso libero, Un Congresso per discutere"

(23 Ottobre 2005)

All’attenzione dei compagni e delle compagne Di Lavoro Società – cambiare rotta della FP CGIL Roma Sud

In questi giorni stanno prendendo il via migliaia di assemblee di base delle iscritte e degli iscritti alla CGIL, prima istanza di questo 15° Congresso del Centenario. E' un appuntamento democratico importantissimo, perché si tratta di far partecipare ad un processo decisionale milioni di persone, in una fase nella quale la partecipazione dal basso viene ritenuta un inutile residuo novecentesco.

Per la prima volta dopo 15 anni il congresso si svolgerà su un solo documento e non su mozioni contrapposte, come risultato di quanto è accaduto al 14° congresso del 2002 e nei mesi immediatamente successivi. E’ dunque anche il risultato dell'azione dell'area di minoranza "Lavoro Società – Cambiare rotta" che ha dato un contributo importante e insostituibile ad una "correzione di rotta" della CGIL su molti punti cruciali, sia negli ultimi anni (la guerra, il rapporto coi movimenti, il referendum sull'art. 18, ecc.) sia negli anni precedenti.

Spesso dimentichiamo che è grazie alla nostra pervicacia che sono state superate le componenti di partito e che è soprattutto grazie alla nostra azione che è stato raggiunto l'accordo del 1998 sulle RSU nel Pubblico impiego.

Abbiamo per più di 10 anni snocciolato ad una confederazione, spesso annoiata da quelle che sembravano aride rilevazioni statistiche, le cifre dell'impoverimento progressivo del lavoro dipendente, con il risultato che oggi il documento unitario recita che "in Italia le retribuzioni hanno complessivamente subito un arretramento tra i più significativi in Europa".

La stessa svolta della FIOM della fine degli anni 90, con la lotta contro il primo accordo separato, viene dopo anni e anni di nostra lotta solitaria e isolata, apportando un contributo parallelo al nostro alle elaborazioni del 14° Congresso, sviluppando il conflitto nei luoghi di lavoro sul piano contrattuale e su quello dei diritti (vedi Melfi ), maturando una linea radicalmente critica nei confronti della politica di moderazione salariale.

Sempre assieme a noi - al 14° Congresso e dopo con le sue lotte in difesa del contratto nazionale, dei salari, della stabilità del posto di lavoro e della democrazia sindacale - la FIOM ha dato anch'essa il suo decisivo apporto alla nuova posizione della Confederazione.

Quindi crediamo che la nostra battaglia per un congresso unitario sia stata una scelta fondata e giusta, per valorizzare e far vivere tra i lavoratori e tra gli iscritti i contenuti maturati nei quattro anni che sono trascorsi dal 14° Congresso. Infatti il XV Congresso prende avvio in una fase nella quale molte delle divergenze che avevano diviso la CGIL nei 15 anni precedenti si sono ricomposte o, perlomeno, appianate. Esso può dunque svolgersi, a differenza che quelli passati, in forma aperta e non contrappositiva, per tesi e non per mozioni, permettendo un più libero dispiegarsi del dibattito e consentendo a tutte e tutti, anche a prescindere dai percorsi passati, di potersi candidare a ruoli di direzione generale.

Ma non dobbiamo dimenticare che la svolta impressa alla politica confederale dal 14° Congresso (bene simboleggiata dalla manifestazione del 23 marzo 2002, dalla raccolta dei 5 milioni di firme, dal rifiuto di sottoscrivere il patto per l'Italia, dal ruolo assunto nella lotta per il ritiro dall'Iraq, …) non sempre è vissuta in modo altrettanto netto nelle politiche contrattuali e vertenziali delle categorie, spesso compromesse in accordi al ribasso sul piano salariale e/o su quello dei diritti.

La nuova realtà di una CGIL con una politica confederale più nettamente in difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori non annulla affatto il ruolo della sinistra sindacale, principalmente per i seguenti motivi:

- non tutta la CGIL né tutte le sue strutture si sono comportate coerentemente con la linea generale,

- l’auspicato cambio di governo potrebbe mettere a dura prova l’autonomia della CGIL,

- rimangono irrisolti i nodi tradizionalmente al centro del dibattito nei precedenti congressi: la struttura contrattuale e la democrazia di mandato.

La sinistra sindacale, pur nel quadro di un documento unitario, di fronte alla situazione del mondo del lavoro, non può accontentarsi della pure importante riconferma della linea del congresso precedente. Nel 15° Congresso, infatti, andrebbe valorizzata la convergenza che si è prodotta nel corso degli ultimi 6 anni tra le indicazioni politiche tradizionalmente sostenute dalla sinistra confederale e la pratica conflittuale adottata dalla FIOM, convergenza tra l'altro alla base del congresso straordinario del 2004 della federazione dei metalmeccanici nel quale si sono delineate una nuova maggioranza (comprensiva della nostra area) e una nuova minoranza.

Ecco perché pensiamo che i contributi contenuti nelle tesi alternative sulla contrattazione e sulla democrazia, invece che tradursi in strumenti di concorrenzialità a sinistra, dovrebbero essere considerati utili a valorizzare quella convergenza e a risolvere i nodi che gravano sul mondo del lavoro.

Sulla tesi n. 9 la nostra area ha presentato un testo alternativo che sostiene l'esigenza di una legge sulla rappresentanza, che riprende le posizioni tradizionalmente sostenute dalla sinistra fin dal tempo di "Essere sindacato", dei referendum del 1993 e, più recentemente, delle critiche ai governi di centrosinistra. Alcune categorie nazionali (in particolare FP e FLC) hanno arricchito tale tesi alternativa con emendamenti che affrontano ancora meglio la problematica della validazione degli accordi.

Crediamo perciò che la nostra tesi alternativa n. 9 debba essere votata con l'aggiunta di tali emendamenti o di altri analoghi.

Così come riteniamo politicamente rilevante appoggiare gli altri emendamenti prodotti dalla FP anche su altre tesi (4, 5 e 7) ed aventi per oggetto la tutela e la salvaguardia dei cosiddetti beni comuni, il ruolo dello stato nella regolazione del mercato, fino alla netta opposizione alle forme di precariato nel pubblico impiego.

Sulla contrattazione, al contrario la tesi Rinaldini n. 8 ci sembra più avanzata di quella maggioritaria. Sostenere che l'attuale posizione confederale sulla contrattazione sia inappuntabile, non fa i conti con i fatti politici, con i condizionamenti che la stessa contrattazione subisce e con le mediazioni inaccettabili con CISL e UIL. Basta vedere la vicenda del recente progetto di Finanziaria avanzato da Tremonti e della risposta sindacale di uno sciopero generale di 4 ore tra un mese e mezzo. Nel momento in cui il governo Berlusconi andrebbe affrontato con determinazione per costringerlo alle dimissioni, anche approfittando delle sue crescenti divisioni interne e, soprattutto, per impedirgli di produrre altri sei mesi di danni nei confronti dello stato sociale e delle conquiste dei lavoratori, ci si comporta con esso prendendo tempo e stemperando il conflitto. Immaginiamo che cosa potrà accadere con un governo che, diverso per stile e retroterra socioculturale, apra con il sindacato una nuova stagione di concertazione.

Ecco perché crediamo che la tesi Rinaldini n. 8 debba essere votata e sostenuta nei congressi di base.

Ma soprattutto noi crediamo che sia necessario porsi il problema di come attivare una convergenza di forze di sinistra nella CGIL che impediscano la riedizione di collateralismi più o meno espliciti con un auspicabile governo alternativo a Berlusconi. Questa convergenza deve trovare il fulcro nella nostra area, ma non possiamo immaginarla senza l'apporto della FIOM, oltre che di altre strutture categoriali o territoriali della CGIL.

Riteniamo estremamente negativa l'immagine che si sta alimentando di una partecipazione della nostra area alla "manovra a tenaglia" all’interno della CGIL, per riportare la FIOM nei ranghi e per chiudere la stagione che la ha caratterizzata negli ultimi anni. Questa immagine, sostenuta da cronache giornalistiche e da comunicati stampa, non ha ancora avuto la nostra necessaria smentita formale e sostanziale.

Nella battaglia congressuale, qualunque iniziativa tenda a ricomporre la tensione che si è creata tra Lavoro società e la FIOM, non solo è una scelta giusta per i compiti dell'oggi, ma lo è ancora di più per le esigenze del domani.

Roma, 19 ottobre 2005

Fabrizio Burattini (Segr. gen. Filtra CGIL Roma)

Lilia Chini (Segr. FP CGIL Roma Centro)

Roberto Giordano (Segr. FP CGIL Roma Sud)

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