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Taranto

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(14 Agosto 2012) Enzo Apicella

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APPUNTAMENTI
(Capitale e lavoro)

Il dramma dell’arsenale di Taranto e dintorni.

(22 Gennaio 2006)

La situazione in questo luogo di lavoro è oramai diventata insostenibile.

E’ sotto gli occhi di tutti quanto è accaduto all’appalto dopo la nota e condivisibile inchiesta: i lavoratori, unici non responsabili, da novembre scorso stanno pagando per un sistema truffaldino ed è a rischio il loro presente e futuro lavorativo, oltre ad essere parzialmente o totalmente senza salario (circa 400 famiglie). Come è noto la nostra organizzazione sta seguendo la vicenda con le strutture del Cobas del Lavoro Privato già presenti e consolidate fra una parte di questi lavoratori. Come è altrettanto noto, forte è stato anche lo scontro con i confederali sulle soluzioni e le garanzie presenti e future per i lavoratori: non a caso gli unici finora ad essere stati salvaguardati, grazie ad accordi infami con i tre-tre, sono stati la marina e le aziende, parimenti corresponsabili di questo sistema di appalti marcio e corrotto. Per i lavoratori non c’è salario e l’unica prospettiva è la Cassa Integrazione Straordinaria di lunga durata per ora, mentre per il futuro nessuna garanzia di riprendere a lavorare. Centinaia di lavoratori delle pulizie e della manovalanza sono dal primo gennaio per strada con le immaginabili conseguenze per le proprie famiglie e con le conseguenze che si stanno avendo sulle lavorazioni interne e sulla igienicità dei nostri luoghi di lavoro. Anche in questo caso una parte di questi lavoratori si è rivolta a noi e come Cobas del Lavoro Privato si è chiesto immediatamente che il Ministero tiri fuori i soldi (dato il taglio netto dei relativi capitoli di spesa oscillante tra il 50 e il 90%). Piuttosto che spendere i soldi tolti ai lavoratori per costruire nuove navi da guerra e per “missioni di pace (?)”, bisogna salvaguardare il presente e il futuro lavorativo.

Per i diretti la situazione non è per nulla migliore dato che la famigerata ristrutturazione, dai Cobas tanto avversata, è oramai alla conclusione con i conseguenti esuberi e la possibilità sempre meno remota di essere privatizzati. Senza contare che le lavorazioni sul naviglio corrono il rischio di essere spostati verso La Spezia e che non è da escludere un intervento dell’Ispettorato del Lavoro nelle officine dei diretti, in conseguenza delle condizioni scandalose verificate in quelle dell’appalto: immaginiamo le conseguenze. Ed infine, ma non per ultimo, dopo tantissimi anni si è verificata una morte sul lavoro in Arsenale!

E tutto sta accadendo nel più pazzesco dei silenzi della RSU e della stragrandissima maggioranza delle Organizzazioni Sindacali.

E’ urgentissimo convocarsi in assemblea generale per discutere di tutte queste problematiche che stanno distruggendo questo luogo di lavoro e che stanno facendo perdere posti di lavoro e altri ne faranno perdere: VA RIPRESA LA VERTENZA ARSENALE!

E se la RSU continuerà nel suo atteggiamento complice e silenzioso, va dimissionata, perché i posti di lavoro sono i nostri e dobbiamo difenderli con le unghie e con i denti.

Taranto 17.01.2006

Confederazione Cobas Taranto

Commenti (2)

non per tutti

16 novembre 2007...ennesima manifestazione degli operai dell'appalto arsenale taranto,ennesimo incontro con Marina,Prefetto, assindustria,e parlamentari(VICO,FRANZOSO,DURANTI).Il tema che da 24 mesi affligge i lavoratori è sempre quello di un assistenzialismo (cassa integrazione di circa 700 euro)che col passare del tempo porterà al degrado e alla disgregazione di tutti i valori.Dall'incontro è scaturito un altro incontro che porta allo sconforto e commiserazione di appartenere all'attuale genere umano.Si parla tanto dei valori umani , della famiglia ,della crescita del paese,ci si prodica in aiuti umanitari...ma non si vuole assolutamente aiutare i lavoratori italiani ,che pagano tutte le tasse e che dopo i 50 anni non trovano più lavoro e vengono anche estromessi dal loro lavoro con conseguente allontanamento dalla pensione ,è la fine di tutto.Io parlo in prima persona mi prendo tutte le responsabilità e mi rivolgo allITALIA intera a tutte le istituzioni a tutti i vertici del governo e invio questa richiesta di aiuto DATECI UNA MANO PER CONTINUARE A VIVERE CON DIGNITA' .

(17 Novembre 2007)

ELIO TURCO

elio4@tele2.it

CRISI INDUSTRIALE :

Dobbiamo arrivare al protezionismo se no, da qui a qualche anno, ci sarà un deserto imprenditoriale e la politica ne sarà responsabile.
L’occupazione cala e la risposta è un tavolo di confronto. Non possiamo fare politiche di prezzo, per restare competitivi dobbiamo alzare la qualità del prodotto e del processo.

(24 Novembre 2007)

vynny

vynny@inwind.it

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