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(Di lavoro si muore)

Un gesto per non dimenticare e per far conoscere

Martedì 11 aprile 2006, ore 13.30, ingresso del porto di Monfalcone

(10 Aprile 2006)

Lo scorso 18 marzo il Coordinamento Franco Cicciarella (che trae il nome dal giovane operaio deceduto un anno fa lavorando presso il Porto di Monfalcone) ha iniziato una raccolta di firme che sostiene la richiesta di apposizione di una targa all’interno dell’Azienda portuale affinchè non si dimentichi che di lavoro si muore ancora, e per sensibilizzare la conoscenza dei tanti, troppi infortuni che ogni giorno si verificano nei luoghi di lavoro.

Alla vigilia dell’11 aprile, primo anniversario dalla morte di Franco, più di 1000 firme sono state raccolte (tra le quali un centinaio dai lavoratori portuali di Genova), a testimonianza di un’importante partecipazione e di una sempre più diffusa attenzione a questo tipo di tragedie.

Ma ancora una volta il colloquio con le autorità del Porto sembra difficoltoso: il Consorzio per lo Sviluppo Industriale ha contattato più volte il Coordinamento nella persona di Elena, compagna di Franco, per trovare un accordo sulla tipologia e sulla locazione della targa: se l’atteggiamento del Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Comune di Monfalcone si è rivelato in principio di grande collaborazione, una risposta ufficiale e univoca non si è ancora concretizzata.

Elena ribadisce che la richiesta di un simile gesto non cerca la comprensione del dolore, o sicuramente non solo quella, ma è la legittima richiesta, coraggiosa e consapevole, di un’associazione che si batte affinchè ciò che è successo a Franco non capiti più, che ricorda l’importanza della solidarietà e dell’informazione, che chiede che la vita abbia la sua piena dignità in ogni posto di lavoro. Mentre queste sono le parole del Coordinamento: “Una targa per avere significato deve essere nominativa, solo in questo modo tutti ricorderanno cos’è successo e che cosa si perde con la morte. Una targa che ricorda un volto, un sorriso, un gesto di rabbia, che ricorda un compagno di lavoro non è un gesto retorico, ma serve a riempire di significato un oggetto che se anonimo sarebbe vuoto, e non toccherebbe i sentimenti. E se sulla targa si potessero scrivere tutti i nomi che hanno preceduto il destino di Franco, tutti quei nomi andrebbero ugualmente ricordati. Solo così un gesto è un impegno assieme umano e civile, perché è proprio il diritto all’ ”umanità” che si è perso nel mondo del lavoro.”

Chi volesse ancora condividere questa battaglia importante, simbolica e concretissima nello stesso tempo, può ancora aderire all’iniziativa partecipando al presidio pacifico di fronte all’ingresso del Porto che si terrà martedì 11 aprile dalle ore 13.30 alle 14.30, alla presenza sia dei lavoratori sia di chi vorrà dimostrare la propria solidarietà. In questa occasione sarà inoltre ancora possibile firmare e aderire ad ogni titolo al Coordinamento.

Perché “si dovrebbe sapere chi erano, che mansioni svolgevano; si dovrebbe sapere che lavorare in sicurezza è il primo diritto per tutti i lavoratori. Si dovrebbe sapere”.

Associazione Carico Sospeso
via Roma, 4 34079 Staranzano (GO)
www.caricosospeso.it

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