">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Emergenza ceneri...

Emergenza ceneri...

(17 Aprile 2010) Enzo Apicella
La nuvola di ceneri del vulcano Eyjafjallajokull arriva sull'Italia. A Roma manifestazione in solidarietà a Emergency

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Go home! Via dell'Iraq, dall'Afghanistan, dal Libano...)

Missioni all’estero: la mozione dell’Unione

Il testo del documento varato dai partiti della maggioranza di governo in accompagnamento al rifinanziamento delle missioni militari all'estero

(18 Luglio 2006)

La Camera dei Deputati, premesso che:
- la vocazione di pace del nostro popolo, autorevolmente espressa dall’articolo 11 della Costituzione, deve essere il principale riferimento delle scelte di politica estera dell’Italia e del ruolo che il nostro Paese intende svolgere per promuovere una comunità internazionale basata sullo sviluppo e la solidarietà tra i popoli, sul multilateralismo e sul rispetto del diritto internazionale;

- il rafforzamento delle grandi organizzazioni internazionali, a partire dalle Nazioni Unite, e la scelta per il multilateralismo rappresentano gli strumenti privilegiati per realizzare una politica estera che persegua attivamente l'obiettivo di equità e giustizia sul piano internazionale, sulla base di un equilibrato assetto multipolare, la prevenzione dei conflitti ed una vera ed efficace lotta contro il terrorismo;

- è indispensabile che l’Italia riguadagni una dimensione globale alla propria politica estera, tornando a volgere lo sguardo con maggiore attenzione alle grandi nazioni emergenti, come la Cina, l’India, il Brasile, ricercando un protagonismo più efficace nelle aree cui è maggiormente legata per storia e posizione geografica, come il Mediterraneo, il Medio Oriente, i Balcani, e insieme verso i continenti che più richiedono una politica di pace, partenariato e sviluppo, come l’Africa;

- il nostro Paese deve assumere un nuovo ruolo di impulso e stimolo sulla grande questione della proliferazione nucleare rispetto alla quale occorre evitare, attraverso il dialogo e la diplomazia, che nuovi Stati si dotino di tecnologia nucleare bellica ma nel contempo occorre riprendere e rilanciare l'obiettivo, trascurato dopo la fine della guerra fredda, della riduzione di tutti gli arsenali nucleari;
- l’Italia è impegnata a mantenere alto il proprio impegno nella lotta per l’abolizione della pena di morte, contro la tortura, per la promozione dei diritti delle donne e per la protezione dei bambini nei conflitti armati;

- nell’attuale contesto internazionale e di fronte alle gravi sfide che abbiamo di fronte, la ricerca della pace non può prescindere dalla creazione di un ambiente di sicurezza globale, necessario a rafforzare le dinamiche democratiche dei singoli paesi, a migliorare le prospettive di sviluppo dei popoli e dare maggiore autorevolezza ad un’azione delle organizzazioni internazionali basata sul diritto;

- per ottenere tale risultato ciascun paese è impegnato a contribuire in proporzione ai propri mezzi e alle responsabilita che assume nella comunità internazionale è prioritario valorizzare i mezzi preventivi di risoluzione delle controversie e ridurre l’uso della forza a ultimo strumento possibile di fronte agli atti di aggressione e minacce alla pace;

- costruire la pace significa anche porre su nuove basi l’impegno dell’Italia per la cooperazione allo sviluppo al fine di perseguire gli “Obiettivi del Millennio”, riconoscendo e valorizzando il ruolo degli attori della società civile, dalle organizzazioni non governative, delle Università, delle Regioni e degli Enti Locali, che devono essere protagonisti dello sviluppo del partenariato internazionale;

- il ricorso allo strumento militare, compatibile con lo stesso articolo 11 della nostra Costituzione in quanto conseguente alla partecipazione dell’Italia ad organizzazioni internazionali volte alla tutela della pace, può avvenire solo nel rispetto dei criteri di legittimità dell’uso della forza, proposti dalle stesse Nazioni Unite: gravità della minaccia, scopo appropriato, ultima risorsa, proporzionalità dello strumento e analisi delle conseguenze;

- in questo orizzonte la scelta di intraprendere ovvero proseguire missioni militari all’estero deve essere coerente con detti principi, in particolare con il quadro di legalità e legittimità internazionale in cui sono state decise, con l’evoluzione della situazione politica internazionale e soprattutto con l’espressione della volontà autonoma degli Stati e dei popoli presso cui l’Italia è chiamata ad operare;

- le nostre missioni militari, svolte con apprezzata professionalità, riconosciuta competenza e capacità di relazioni umane dalle Forze armate, debbono dunque essere finalizzate alle esigenze di sicurezza, controllo del territorio, tutela dei diritti umani, promozione della democrazia, stabilizzazione per favorire processi di costruzione delle istituzioni statali e locali;

- diversamente da quella in Iraq, le altre missioni all’estero si iscrivono nell'attività di peace-keeping e monitoraggio decisa da istituzioni internazionali ovvero tra quelle di semplice assistenza alle forze dell’ordine dei paesi in cui operano, come nei casi dei nostri militari attivi in Sudan, Somalia, sul confine tra Etiopia ed Eritrea, in Palestina, Sinai, Libano, Kashmir, Albania e per le missioni in corso Bosnia e Macedonia;

- nello stesso spirito e con i medesimi obiettivi di stabilizzazione, assistenza alle locali forze di polizia e garanzia di pacifica convivenza tra la popolazione serba e quella albanese si continuano a svolgere le nostre missioni in Kosovo, dove la presenza europea e italiana continua ad essere indispensabile per la tutela delle minoranze e del patrimonio culturale e religioso di quei popoli.

Ancora premesso che:
- in Afghanistan agli aspetti positivi del risveglio democratico del popolo afgano, visibile in particolar modo nella rinnovata partecipazione femminile alla vita sociale e politica, e l’allontanamento della dittatura integralista dei Talebani si affianca una situazione di evidente criticità, caratterizzata dalla difficoltà di stabilizzazione e di rafforzamento delle istituzioni democraticamente elette, dalla persistenza di aree ancora controllate dai Talebani e altri gruppi armati, dalla permeabilità dei confini del Paese a infiltrazioni di gruppi terroristici;

- è opportuna la costituzione di un Comitato parlamentare per il monitoraggio permanente delle missioni internazionali di pace in cui è impegnata l’Italia che consentirà al Parlamento attraverso missioni in loco e avvalendosi del contributo di personalità della società civile e di operatori umanitari impegnati nelle aree interessate di verificare in maniera costante e puntuale il perseguimento degli obiettivi definiti dal Parlamento e dal Governo;

Preso atto positivamente:
- che il governo ha programmato la conclusione della missione Antica Babilonia in Iraq, nata in conseguenza di un intervento militare deciso in violazione di norme del diritto internazionale, ed è impegnato a provvedere al ritiro integrale del contingente militare italiano;

- che in territorio afgano l’Italia non è più in alcun modo impegnata militarmente nell’ambito della missione Enduring Freedom, essendo ormai il contributo italiano a questa iniziativa limitato alla presenza di unità navali nel Golfo arabico;
- che il governo si è impegnato a sostenere gli interventi decisi dalla comunità internazionale a favore della regione del Darfour volti al miglioramento delle condizioni di vita della popolazioni e allo sviluppo socio-sanitario a vantaggio delle fasce più deboli;

Impegna il governo:
a promuovere nelle sedi internazionali competenti, in special modo nell’ambito delle Nazioni Unite e della Nato:
- una riflessione sulla strategia politica e diplomatica che deve accompagnare la presenza internazionale in Afghanistan per assicurare che l’azione di stabilizzazione, controllo del territorio e sostegno alle forze dell’ordine afgane si muova lungo un percorso di normalizzazione e pacificazione del paese, con obiettivi e passaggi definiti che prevedano in prospettiva l’affidamento esclusivo al Governo sovrano di Kabul della responsabilità del mantenimento della pace e dell’ordine sul territorio afgano;

- una verifica sull’impegno e la presenza internazionale in Afghanistan, valutando risultati ed efficacia delle missioni e delineando un percorso chiaro di rafforzamento delle istituzioni, di ricostruzione economica e civile e di garanzia della sicurezza per la popolazione;

- una valutazione sulla prospettiva di superamento della missione Enduring Freedom in Afghanistan;

- una nuova Conferenza Internazionale sull’Afghanistan allo scopo di favorire un dialogo a livello regionale e di rilanciare l’impegno della comunità internazionale volto alla ricostruzione economica e civile del paese, alla pacificazione e al rafforzamento delle istituzioni afghane, alla elaborazione di un piano efficace di riconversione delle colture di oppio, anche ai fini di una loro parziale utilizzazione per le terapie del dolore;
- un impegno per avviare un monitoraggio ambientale delle aree interessate da operazioni belliche per individuare eventuali livelli di inquinamento bellico e conseguenti piani di bonifica;

- a valorizzare, prioritariamente, nella propria azione di politica estera gli strumenti di prevenzione dei conflitti, di mediazione e di accompagnamento dei processi di pace;

- ad impostare l’attività di cooperazione giudiziaria dell’Italia in Iraq e più in generale le iniziative di institution building, secondo i più recenti sviluppi del diritto penale internazionale, nonchè delle regole di procedura e prova contenute negli statuti dei tribunali penali ad hoc, delle Corti speciali internazionali e della Corte penale internazionale;

- a mantenere distinti, nell’ambito delle iniziative italiane all’estero, gli interventi di cooperazione allo sviluppo rispetto alle attività di sicurezza e polizia internazionale;

- a svolgere un’azione determinata per il rilancio dell’Unione Europea e per un suo protagonismo sulla scena internazionale quale forza di dialogo, di promozione della pace, della libertà, della democrazia, dello sviluppo, nel rispetto della legalità e del diritto internazionale;

- a portare avanti un’altrettanto determinata azione volta al rafforzamento delle organizzazioni internazionali, a partire dall’Onu, quali insostituibili sedi multilaterali di confronto in cui la comunità internazionale può formare, su un piano di pari dignità tra le nazioni, la propria volontà, conformemente ai principi dello Statuto dell’Onu, delle Dichiarazioni sui diritti dell’uomo e del diritto internazionale;

- a promuovere in questo quadro, anche in qualità di membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dal gennaio 2007, le iniziative volte a costituire un contingente militare di pronto intervento per mantenere pace e sicurezza internazionale alle dirette dipendenze della Segreteria generale;

- a mantenere uno stretto rapporto con il Parlamento, anche con nuovi strumenti di verifica di cui può decidere di dotarsi in relazione alle missioni di pace internazionali, per consentirgli di esplicare con piena consapevolezza e responsabilità il compito di legislazione organica, indirizzo e controllo.

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Go home! Via dell'Iraq, dall'Afghanistan, dal Libano...»

14640