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il pane e le rose

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Qualche informazione e riflessione alla vigilia della nostra manifestazione a Roma

(17 Novembre 2006)

Care compagne, cari compagni, cari amici
Siamo ormai alla vigilia della manifestazione del 18 novembre a Roma e con questi appunti intendiamo segnalarvi alcune questioni che abbiamo discusso questa sera alla riunione organizzativa sulla manifestazione.

1) L’organizzazione degli interventi finali dal palco a piazza Madonna di Loreto (piazza Venezia) prevedono un intervento unitario a nome del comitato promotore che riassuma l’appello e la piattaforma della manifestazione; l’intervento di un compagno palestinese della Campagna internazionale contro il Muro dell’apartheid; una compagna palestinese leggerà un messaggio di Leyla Khaled alla quale (cosa ancora una volta gravissima) non è stato concesso il visto per entrare in Italia e partecipare alla nostra manifestazione; l’intervento di un compagno palestinese a nome delle comunità e delle associazioni palestinesi in Italia. Inoltre ci collegheremo telefonicamente con Beirut dove alcuni nostri compagni stanno partecipando alla Conferenza di solidarietà con la resistenza (abbiamo già sentito Stefano Chiarini che si trova lì insieme a loro) e ci riferiranno sulla situazione e sull’andamento di questo importante meeting di tutte le forze che si sono opposte all’aggressione israeliana e ai progetti di destabilizzazione colonialista del Libano e del Medio Oriente. La manifestazione si concentrerò alle 14.00 a Piazza della Repubblica e partirà intorno alle 15.00, sfilerà per via Cavour, via dei Fori Imperiali e si concluderà a Piazza Madonna di Loreto.

2) Alla luce di quanto possiamo leggere sui giornali e per il dibattito che ha suscitato, dobbiamo ammettere che la nostra manifestazione ha già ottenuto un grosso successo politico, confermato da una crescita della spinta alla partecipazione da varie città. L’aver rimesso al centro dell’agenda politica la Palestina e l’aver dato rilievo nella nostra piattaforma alla revoca dell’accordo militare Italia-Israele, è una scelta che si è rivelata per un verso maggioritaria sul piano politico e dall’altra sembra aver creato serissime preoccupazioni alla rete di complicità politiche, militari, strategiche tra i due paesi (emblematici i preoccupati commenti sul Corriere della Sera e della stampa filo-israeliana). Una manifestazione di massa ed una petizione popolare, stanno portando alla luce del sole e fuori dal circuito degli addetti ai lavori la questione della collaborazione militare dell’Italia con uno stato occupante, colonialista e bellicista che conduce una mattanza contro i palestinesi, i libanesi etc. E’ una contraddizione pesante sulla quale il nuovo governo sarà chiamato a dare risposte concrete e noi faremo di tutto per incalzarlo in tal senso.

3) La nostra manifestazione non passerà comunque inosservata. Certo i tentativi di oscurarla rispetto a quella di Milano (a noi non daranno la diretta televisiva né marchette pubblicitarie prima, durante e dopo) sono evidenti e potenti. Così come lo saranno i tentativi di dire che a Milano c’era il movimento per la pace ragionevole e a Roma gli estremisti filopalestinesi. Ma la manifestazione c’è e i suoi contenuti anche. Soprattutto ci sono le idee per il dopo manifestazione, articolate su due questioni:

a) Il lancio della campagna per il boicottaggio e il disinvestimento dall’economia di guerra israeliana che ruoterà intorno alla campagna sulla Telecom che ha consistenti investimenti tecnologici e finanziari in Israele
b) La raccolta di firme per la revoca dell’accordo militare da gestire a tutti i livelli per poi arrivare ad una iniziativa rilevante che preveda e gestisca la consegna delle firme ela richiesta di un incontro con Prodi e con D’Alema sulla questione.

4) C’è un dato positivo. La nostra iniziativa ha costretto l’associazionismo e la sinistra di governo a darsi da fare per mettere in campo una manifestazione nazionale. Se non ci fosse stata la nostra, ci sarebbe stata una discussione ed una partecipazione così ampia sulla Palestina e la situazione in Medio Oriente? La piattaforma di Roma e quella di Milano sono diverse e per diversi aspetti divergenti, ma anche lì sono stati costretti a mettere (un po’ in sordina) la questione della revoca dell’accordo militare Italia-Israele (come evidenzia il Corriere della Sera). Hanno sentito il peso politico di un obiettivo che corrisponde ad una coscienza ed una esigenza più ampie di quelle degli attivisti (e dei funzionari). C’è poi da segnalare che proprio oggi Prodi ha annunciato una iniziativa sul Medio oriente e sulla Palestina concordata con Francia e Spagna. E’ il segno che la contraddizione ormai c’è e agisce concretamente. Certo sui contenuti, le finalità e gli strumenti dell’iniziativa su Palestina e Medio Oriente abbiamo la netta sensazione che non saranno gli stessi dei governi che al momento guidano la missione Unifil in Libano
La nostra manifestazione è in piena sintonia con le priorità dell’agenda internazionale. La differenza è che noi valutiamo decisivo e positivo il ruolo delle forze popolari della resistenza che hanno agito concretamente in Libano, Iraq, Palestina per modificare lo scenario e far fallire i progetti colonialisti nell’area.

4) Infine, ma non per importanza. Le compagne e i compagni in tutta Italia hanno fatto in queste settimane un lavoro enorme e stupendo di informazione, mobilitazione e preparazione della manifestazione. La sensazione che ci fosse un clima positivo e propositivo lo avevamo già avuto all’assemblea nazionale di Roma a settembre e a quella di Firenze il 5 novembre scorso. Ormai è in piedi e agisce una rete di associazioni, collettivi, gruppi di lavoro che sa discutere, muoversi e prendere l’iniziativa in modo coordinato e questa rete agisce ormai da cinque anni. Non è poco, anzi in un paese e con una sinistra abituata a vivere e consumare gli eventi ma mai a consolidare le esperienze, questo è un risultato incredibile. Per costruire la manifestazione di sabato abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità ed anche qualcosa di più. Le spese complessive sono di 7.200 euro (manchette, manifesti, striscioni, camion- palco e amplificazione, piccoli contributi per i compagni della Puglia e della Sardegna che avevano più difficoltà economiche). Abbiamo contato sulle nostre forze per poter avere una piattaforma ed una gestione politica indipendente della manifestazione. E’ possibile che sabato in buona o in cattiva fede ci chiederanno: quanti siete in piazza a Roma? Possiamo tranquillamente rispondergli : siamo uno in più della manifestazione di Milano.

Un abbraccio a tutte e tutti e buon viaggio. Ci vediamo sabato in piazza a Roma

Il Forum Palestina

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