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(30 Novembre 2006)
La prospettata chiusura della cartiera Burgo è l’ennesimo colpo inferto alla classe operaia nel territorio bolognese: un’azienda che vive una lenta agonia, causata da un lato dall’economia globale, che stritola sempre più le aziende di piccole e medie e dimensioni, e dall’altro l’incapacità dei sindacati confederali di rilanciare quel conflitto che ormai dorme da anni.
Nella situazione della Burgo si è assistito ad un continuo inseguimento spasmodico della concertazione da parte dei sindacati confederali che non ha portato a nulla per i lavoratori, riunioni, tavoli incontri anche con il Ministro Bersani ma l’esito non è mutato. Il gruppo Marchi, di cui la Burgo fa parte, è stato inamovibile circa la soluzione: o si vende o si vende.
Anche le istituzioni locali sono rimaste imbrigliate dalle logiche del mercato neo liberista e si limitano a puri interventi formali e sterili, manca completamente un intervento pubblico nelle situazioni di crisi aziendali: la cartiera Burgo non è altro che l’ultimo, in ordine di tempo, di altri casi in cui le policy pubbliche sono state inesistenti.
Come al solito è sempre la classe lavoratrice che ne paga le conseguenze.
La vicenda della Burgo va ad infierire ancora di più in un territorio, dove escluse alcune eccezioni, si è assistito ad un ulteriore impoverimento produttivo a cui si deve aggiungere uno stato sociale in lento declino, basti pensare al trasporto: i collegamenti tra Bologna e la valle del Reno sono scarsi ed inefficienti.
Per questo il Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene la lotta degli operai Burgo in mobilitazione rivendicando:
- maggior intervento degli enti pubblici
- la nazionalizzazione delle aziende in crisi sotto controllo operaio
- la fine delle politiche sindacali concertative
Bologna – 30/11/06
Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Bologna
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