">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Fornero

Fornero

(21 Marzo 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Capitale e lavoro)

Fermiamo la vergognosa campagna contro il personale della Pubblica Amministrazione!

(14 Gennaio 2007)

E' in corso da tempo una vera e propria campagna denigratoria contro i dipendenti pubblici: in nome dell'"ammodernamento" e della "sburocratizzazione" della P.A. si susseguono dichiarazioni e proposte volte a dipingere gli impiegati pubblici come dei parassiti e dei perditempo.
"Valutare attraverso una apposita struttura ogni singolo dipendente pubblico e licenziare i fannulloni" , dice il prof Ichino (ex consulente della Cgil oggi opinionista de Il Corriere della sera). "Valutazione sì ma da parte dei cittadini (?!) e mobilità per gli statali" replica la CGIL. In poche settimane la campagna ha prodotto i primi nefasti risultati: le esternazioni del prof Ichino sono approdate in una proposta di legge (che incontra il placet della maggioranza dei partiti di governo) consistente nell'istituzione di una apposita Autorità che dovrà controllare il livello di produttività dei lavoratori individuando il personale in esubero ed i lavoratori meno efficienti nei cui confronti dovrà essere disposta l'inibizione degli aumenti retributivi o addirittura il trasferimento.
Ma come potrà una Authority verificare la produttività di ogni singolo dipendente? E se questo governo vuole realmente combattere la burocrazia che senso ha istituire una apposita struttura (che sa tanto di Tribunale dell'Inquisizione!) per controllare e punire i dipendenti pubblici?

In realtà ben altri sono gli obbiettivi di questa vergognosa campagna:
- tagliare posti di lavoro
- agganciare una quota sempre maggiore della retribuzione alla produttività da corrisponder solo ai più "meritevoli"; per i dipendenti meno meritevoli verrebbero addirittura inibiti gli aumenti contrattuali;
- imbavagliare le Rsu, azzerare il potere di contrattazione nella Pubblica Amministrazione ed abbattere il potere di acquisto dei salari;
- Favorire la svendita dei servizi pubblici e i nuovi processi di privatizzazione con il sostegno della opinione pubblica alla quale la Pubblica Amministrazione viene presentata come una macchina mangia soldi che protegge inefficienze di vario tipo.

La verità è che dipingere come fannulloni i dipendenti pubblici potrà tornare utile per non investire nella PA, nel lavoro e per smantellare i servizi pubblici!
La verità è che attraverso questa campagna governo e sindacati amici (CGIL, CISL e UIL), vogliono occultare i veri problemi del settore pubblico acuiti dalla finanziaria appoggiata dai sindacati concertativi: dalla mancata stabilizzazione degli oltre 350.000 precari pubblici, ai miseri stanziamenti per i rinnovi contrattuali (già scaduti da un anno) previsti in finanziaria, ai tagli agli enti locali, alla vergogna degli stipendi d'oro dei manager pubblici, e delle clientele rappresentate dalle consulenze esterne!
La verità è che Cgil Cisl Uil appoggiano ogni controriforma nel settore pubblico, come contropartita per aver ottenuto dal governo amico la gestione della previdenza integrativa attraverso la riforma del Tfr che tra qualche mese sarà estesa anche al pubblico impiego!
I diritti, il salario e la dignità dei lavoratori pubblici non possono essere difesi da chi attacca il settore pubblico: è ora di dirlo chiaramente a CGIL, CISL, UIL, ed al governo!

COBAS Pubblico Impiego
aderente alla Confederazione COBAS

Commenti (1)

Finti privati : dipendenti più pubblici

Per intervenire in un argomento di attualità posso fare un esempio personale.
Sono diplomato e faccio il vigile urbano (miles simplicius). A marzo compirò 53 anni ed ho più di 30 anni di contribuzione. Con le attuali regole (ma ci sono peggioramenti in vista) andrò in pensione (se ci arrivo) a 62 anni, esattamente con 40 anni di contributi. I miei colleghi carabinieri e poliziotti con un’ernia del disco come la mia, vanno in pensione col nulla-osta dell’ospedale militare. Altri miei coetanei sono già a riposo grazie ad anni di mobilità e prepensionamenti nelle ditte private, altri ancora per esuberi nelle banche, ecc. Praticamente il legislatore permette di collocare a carico della collettività quei lavoratori che hanno raggiunto un buono stipendio, autorizzando la loro sostituzione con giovani precari da pagare poco. Questo tipo di pensionati sono più pubblici e nullafacenti di me. Per non parlare delle imprese che lavorano esclusivamente per gli Enti, le aziende agrarie a carico dell’Unione Europea, i numerosi dipendenti ben pagati dei servizi tariffati, cioè quelli che paghiamo noi con le bollette di casa. Sono tutti alle “dipendenze dei cittadini”, sono più costosi e, spesso, più fannulloni del sottoscritto. Loro, finti privati, possono anche percepire la liquidazione se comprano la casa, noi no, al massimo ci viene prestata e dobbiamo restituirla con gli interessi. Ma cosa volete ancora dai dipendenti pubblici che stanno alla luce del sole?
Troppo facile cercare un consenso populista tipo: la rovina dell’Italia sono i vigili urbani e gli impiegati dell’anagrafe. Quindi dovranno essere severamente valutati, secondo l’ultima “moda” proposta al Governo dal prof. Pietro Ichino (ex sindacalista Cgil). Ma valutati da chi? Dai politici? In genere, vediamo che i dipendenti “meritevoli” in un’amministrazione di centrosinistra sono di “sinistra” e nelle amministrazioni di centrodestra lo diventano quelli di destra. Perché, forse giustamente, il politico tende a circondarsi di “persone fidate”. I piaggiatori si salvano con ogni schieramento.
Dicevo, è stata proposta una “Authority sull’impiego pubblico”.
Con compiti più estesi non sarebbe meglio una “Authority di merito sugli atti della Pubblica Amministrazione”? A volte bisognerebbe avere il coraggio di tornare a “quando le cose funzionavano meglio”: io ricordo quando il Comitato Regionale di Controllo giudicava gli atti delle amministrazioni valutandone la legittimità ed il MERITO.

(22 Gennaio 2007)

Fabio Pancrazi

fpancrazi@tin.it

5101