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Pomigliano come il Grande Fratello

litigi e finzioni tra le forze politiche di Pomigliano d'Arco

(20 Gennaio 2007)

Quello che accade nella nostra città è ridicolo, forze politiche di maggioranza e opposizione che con slogan e manifesti si attaccano a vicenda, sembra di assistere ad un realiti, è chiaro che gli interessi dei commercianti di Pomigliano devono essere tutelati, si tratta di famiglie che sicuramente, con la costruzione dei grossi centri commerciali si troverebbero in grosse difficoltà.

Ma la cosa vergognosa è che contemporaneamente nelle grosse fabbriche presenti sul territorio, si continua a licenziare con un evidente perdita di posti di lavoro.

In Fiat Avio, dopo svariati cambi di società avvenuti negli ultimi anni, dopo la perdita di alcune commesse, vi è stato un accordo tra azienda la RSU e le O.S. presenti in fabbrica, che annunciava il ricorso alla GIGS e il trasferimento di un numero di lavoratori in altri stabilimenti Avio, contemporaneamente prolungavano il contratto dei giovani interinali, con la chiusura di un intero reparto di produzione.

Insomma uno scambio tra lavoratori anziani (con famiglie a carico) cosiddetti garantiti, e giovani sempre più precari e senza tutele.

La stessa logica è stata adottata dalla Fiat Auto, che in tre anni grazie all’accordo sulla nuova Pomigliano, fortemente voluto da Bassolino, dalle forze politiche della città, Regionali e dalle O.S. di Fim, Fiom, Uilm; assistiamo ad una perdita enorme di posti di lavoro in fabbrica, ad una riduzione di diritti e sempre maggiori flessibilità e ricatti, basti pensare all’ultima azione fatta dalla Fiat e concordata con le O.S. riguardo a 59 licenziamenti di massa, inviati il 27 dicembre 06, nei confronti di lavoratori che si erano rifiutati di accettare la mobilità volontaria, costringendo gli stessi a ritornare sui loro passi, in cambio la RSU e le O.S. ricevevano assicurazioni sul rientro in fabbrica dei 300 lavoratori, giovani licenziati a settembre, più altri sedici, (nuove assunzioni o scambio con i precedenti?), lavoratori che dovevano rientrare in fabbrica il 2 gennaio, poi il giorno 8 adesso sembra che sia tutto sospeso.

È evidente che questo grave silenzio, sulla perdita di centinaia di posti di lavoro sul nostro territorio, da parte delle forze politiche e sindacali, dimostra che ci sono altri interessi in gioco, forse la “gestione” di tali assunzioni? Ricordiamo che le fabbriche sul territorio rappresentano la forza economica della nostra città e della regione, che tali politiche affaristiche stanno distruggendo la crescita economica e il lavoro sul nostro territorio.

La vera politica, quella che serviva a migliorare le condizioni di vita dell’intera società, oramai non solo a Pomigliano ma nell’intera nazione è scomparsa.

MENO INTERESSI PRIVATI, DIFENDIAMO I LAVORATORI, E IL LAVORO NELLE FABBRICHE DI POMIGLIANO

FLMUniti-CUB NAPOLI

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