">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale, ambiente e salute    (Visualizza la Mappa del sito )

TAV

TAV

(31 Gennaio 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Il saccheggio del territorio)

Alla fine: Savona sara' piu' ricca o piu' povera?

(26 Gennaio 2007)

La trasformazione del tessuto urbanistico di Savona, in atto ormai da molti anni all'insegna dell'affidamento del processo di deindustrializzazione alla speculazione edilizia (come ci è capitato di denunciare più volte, in diverse occasioni) è oggetto di un confronto sempre più serrato, fuori e all'interno delle sedi istituzionali.

A mio modesto avviso, però, il dibattito appare, in una qualche misura, limitato perché sembra mancare una risposta ad un interrogativo, che mi pare non sia ancora stato formulato con chiarezza: al termine di tutta questa contrastata vicenda, Savona sarà più ricca o più povera?

Intendo Savona come comunità, complessivamente intesa, sulla base di un calcolo economico, non riferito, ovviamente, alla ricchezza dei singoli.

Esaminiamo, allora, sia pure sommariamente, alcuni parametri che possono risultare utili a stabilire una risposta plausibile, svolgendo anche alcuni esempi:

a) è evidente che le principali operazioni in corso (Torri Bofill pressoché completate, Crescent ed ex-Astor in principio d'opera, Torre Fuksas “futuribile”, tanto per citare le più importanti) abbiano richiesto e richiederanno, da parte dei privati, fortissimi investimenti. Ovvio che i privati investitori si attendono (e, verosimilmente, realizzeranno) utili altrettanto rilevanti. Ebbene, quali garanzie ci sono per la Città perché almeno una parte di questi utili sia, eventualmente, reinvestito in loco per favorire lo sviluppo di attività produttive? Trattandosi di utili di derivazione meramente speculativa è evidente che, per reinvestire questi capitali saranno scelte analoghe occasioni a quelle presentatisi a Savona, situate naturalmente in altre località;

b) quali saranno i costi complessivi per la collettività savonese derivanti dalla necessità di dotare di servizi i nuovi insediamenti abitativi? Prendiamo, ad esempio, la “futuribile” Torre Fuksas: si è detto, costruiamo in mare, per non cementificare la costa. Tutto troppo semplice: viabilità, parcheggi, infrastrutture di diverso tipo. Chi le pagherà, nel concreto. Così come appare del tutto campata in aria la stessa prospettiva inerente i servizi per quel che riguarda la zona portuale. Tanto più che appare assai probabile che questi nuove abitazioni saranno occupate, per la gran parte, da persone residenti altrove e che, quindi, a Savona investiranno soltanto una parte ridotta del loro reddito (nel caso di trasferimento di savonesi nei nuovi insediamenti, inoltre, c'è da mettere in conto una ulteriore crescita nel numero, già rilevante, delle case sfitte: fenomeno che genera un depauperamento complessivo nel valore delle abitazioni e, di conseguenza, dell'intero valore del contesto urbano). Tutti elementi, questi, assai poco considerati nel dibattito in corso;

terzo ed ultimo punto: il discorso relativo al cosiddetto “sviluppo”, tanto caro ai maggiorenti del nostro establishment. Quanto renderanno gli eventuali posti di lavoro creati da questa operazione (nella fattispecie: quelli derivanti dal porticciolo della Margonara)? Appare abbastanza evidente, infatti, che il plusvalore prodotto dai lavoratori dell'edilizia che stanno operando, ed opereranno, nei cantieri, inciderà solo marginalmente sulla crescita economica di Savona nei prossimi anni trattandosi di un fattore del tutto transeunte (la manodopera, poi, è quasi completamente “foresta”). C'è da chiedersi (tenendo anche conto che il porticciolo della Margonara limiterà, oggettivamente, l'attività del porto commerciale) se il reddito di alcuni operatori di attività legate alla nautica, che potranno trovare occupazione, potrà essere considerato remunerativo per la collettività, considerate le ingenti spese (tutto compreso) che la collettività stessa avrà sostenuto: la ristrettezza dei numeri in ballo (come quella riguardante gli addetti alle crociere) ci fa decisamente propendere per il no.

Insomma: valutati attentamente tutti gli elementi disponibili di natura sociale, economica, d'uso del territorio, si può azzardare una conclusione di questo discorso: crescerà la ricchezza di alcuni (molto pochi) ma Savona, nel suo insieme, si impoverirà ulteriormente.

Ed è questa la ragione fondativa per la quale la seria opposizione che si va conducendo contro questi progetti, va fortemente sostenuta.

Savona, li 25 Gennaio 2007

Franco Astengo

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Il saccheggio del territorio»

Ultime notizie dell'autore «Franco Astengo»

4402