Stato e istituzioni :: Storie di ordinaria repressione

Memorie dal sottosuolo

Perché il silenzio è un cancro che divora la dignità

(16 Maggio 2007)

Più di un anno fa, in seguito all’operazione poliziesca e giudiziaria “Arcadia”, alcuni compagni sardi appartenenti ad “A Manca Pro s’Indipendentzia”, vengono arrestati e deportati in diversi carceri del continente.
Bobore Sechi viene trasferito nel carcere di via Burla per 27 giorni e raccoglie in un memoriale la sua esperienza, denunciando la costante violazione dei diritti umani nel carcere di massima sicurezza di Parma.
La presentazione del suo memoriale è un’occasione per riflettere più in generale sulla realtà del carcere e la differenziazione tra prigionieri, attuata attraverso regimi quali il 41bis, l’Elevato Indice di Vigilanza, l’Alta Sicurezza.
Premialità e rigore sono i due estremi entro cui si realizza la divisione dei detenuti, in modo da annientare e limitare i più combattivi e spezzare la solidarietà. In questo senso, il carcere è lo specchio di quanto accade nella società.
Date queste premesse, non è un sentimento pietistico o l’illusione di migliorare il carcere che ci muove ad intervenire su questa questione, ma il tentativo di saldare le lotte che si sviluppano contro il carcere, i cpt e in generale contro le forme di detenzione, con le lotte dei lavoratori, i movimenti contro la guerra e le basi militari, contro lo scempio dei territori.

ASSEMBLEA PUBBLICA - VENERDI' 25 MAGGIO ORE 21.00
PRESSO LA SALA DI VIA TESTI 4
(verrà offerto un rinfresco ai partecipanti dalle ore 20.30)

interverranno:
A Manca Pro s'Indipendentzia, redazione di Senza Censura, Associazione Papillon-Rebibbia, Comitato antifascista 11 marzo