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(15 Novembre 2010) Enzo Apicella
Continua la protesta degli immigrati bresciani sulla gru contro la sanatoria truffa

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(L'unico straniero è il capitalismo)

Sul disegno di legge delega Amato-Ferrero

(22 Maggio 2007)

Riteniamo, allo stato attuale, che in Italia, sarebbe errato parlare di razzismo o xenofobia come “ideologie” strutturalmente radicate ( anche se sacche di tali aspetti sono “culturalmente” presenti in settori ben definiti e non è errato usare tali termini nella loro accezione più ampia ). Preferiamo utilizzare il termine discriminazione: cioè quell’azione, che tende a negare una parità di trattamento di un gruppo o una persona, causa fede religiosa, etnia, opinioni politiche….., che subdolamente, può manifestarsi ammantato di principi democratici. Naturalmente vi sono diverse tipologie di discriminazione, ma non è questa la sede per approfondire la tematica: piuttosto, interessa verificare come, anche attraverso percorsi ritenuti “democraticamente” corretti, l”altro” venga considerato un subalterno, per la sua “diversità”, rispetto gli autoctoni. Ad es., se una norma mi obbliga a possedere un alloggio prima di poter accedere ad un’attività lavorativa, perciò prima di avere un salario, quella mi discrimina rispetto al residente, magari lavoratore precario, che convive in sub-affitto o dorme in un camper: posso emigrare per lavoro se posseggo un alloggio, ma se non lavoro, non potrò mai possederlo.
Naturalmente, anche le prassi discriminatorie, manifestandosi in diversificati metodi d’implementazione, vengono sottovalutate tanto, da non farci rendere conto del loro degenerare, anche inconsciamente: da qui lettere “accorate”, sottoscritte da elettori democratici, a quotidiani “illuminati”, indotte dalla presunta crescente delinquenza straniera ( il 4% degli immigrati, secondo il Ministero degli Interni, produce il 30% dei reati, ma non viene chiarito quanti si riferiscano alla violazione della Bossi-Fini, al commercio abusivo ecc. ), senza indugiare sulle mattanze di mafia nostrana, sulle violenze sessuali di italianissimi “machi”, sugli abusi pedofili, spesso sottaciuti, di persone “votate” a dio, su “teneri” figli, che sopprimono genitori per denaro, sulle varie tangentopoli, fallimenti e crack finanziari artificiosamente costruiti ( vero crimine sociale ). Dove sono queste anime democratiche, quando si tratta di denunciare tali azioni? Quando si tratta di contrastare l’insicurezza sociale dovuta ad altre cause, e non all’immigrazione? Sarebbe più vantaggioso, per la società, mutare il bersaglio delle proprie frustrazioni.
Naturalmente, le esternalizzazioni di elettori democratici, fanno presa su certi sindaci da loro votati, che pontificheranno sulla legalità senza colore di appartenenza e su quei parlamentari, che dovranno legiferare. Le conseguenze? Verranno emanate norme istituzionalmente discriminatorie, tenuto conto dell’humus su cui si basano. Ed a nulla varranno le obiezioni, le rimostranze di chi, pur annoverando un passato di tutto rispetto, asseconda ciò che viene reputato il “meno peggio”.
Noi riteniamo il disegno di legge delega Amato-Ferrero tale, non in grado, quindi, di modificare l’attuale assetto delle politiche migratorie, se non a favore delle esigenze confindustriali.
Il Parlamento dovrà autorizzare il Governo ad emanare un testo di legge su norme generali, spesso fumose e generiche, contenute nel testo approvato in Consiglio dei Ministri il 24 Aprile 2007. L’iter parlamentare sarà estremamente lungo ( non prima di Gennaio 2008 ), né di semplice procedura, considerate le prese di posizione dell’opposizione ed i distinguo di ampi settori della maggioranza ( alcuni hanno già prospettato dei correttivi ) e sicuramente risentirà del clima d’insicurezza nel paese, il cui capro espiatorio diverrà l’immigrato ( non dimentichiamo l’estate alle porte, con gli inevitabili sbarchi o qualche atto di cronaca nera ). Salvo imprevisti, un testo di legge ed i suoi regolamenti attuativi, potranno emanarsi non prima di tre anni, e certamente saranno diversi da quelli sperati: si è preferito non presentare una legge organica, offrire un “contentino” ai movimenti ed agli immigrati, adducendo la debolezza del Governo in Senato. Nel frattempo, la Bossi-Fini continuerà a produrre i suoi danni, anche grazie al governo “amico” di molti.
Le “novità” consistono nel ritorno alla Turco-Napolitano in alcuni punti ed anche alla Martelli ( programmazione triennale, sponsor, prolungamento dei permessi, formazione liste all’estero…), nel confermare norme previste dalla Bossi-Fini ( domanda-offerta di lavoro a distanza ) e da affermazioni generiche sui rimpatri ed i CPT “umanizzati”.
Il giudizio negativo che diamo del decreto, non deriva da preconcetti anti-governativi, ma dalla lettura del medesimo e dalle motivazioni, che hanno condotto alla sua emanazione.
Dei tempi lunghi occorrenti alla stesura di una nuova legge abbiamo già detto, come dei contenuti incerti dovuti anche alle future contrapposizioni ideologiche ed ai rapporti di forza in parlamento.
I principi enunciati, non lasciano presagire nulla di incisivamente innovativo: l’immigrato continua ad essere considerato forza lavoro/merce di scambio, con meno diritti dell’autoctono, diritti, che dovrebbero essere rafforzati, per affermare una moderna politica migratoria. Invece, dopo una legge liberticida come la Bossi-Fini, non si trova il coraggio di trattare adeguatamente la lotta al lavoro nero, con norme mirate e chiare; si prevede di allontanare lo straniero dopo alcuni mesi di disoccupazione; non si è voluto abolire il requisito dell’alloggio; si ipotizzano prigioni più “umane”; mancano diritti banali come quello all’autocertificazione; si conserva il tanto bistrattato incontro domanda-offerta di lavoro a distanza, non viene più presa in considerazione la partecipazione a pubblici concorsi ( ma non, attraverso cooperative, di lavorare come infermieri in ospedali pubblici ) ecc.
Si accettano, invece, le proposte dei “giovani imprenditori” di Confindustria ( Marzo 2005 ):
1) rivedere profondamente il sistema delle quote per lasciare spazio a meccanismi di mercato….E’ necessario lasciare progressivamente spazio alla chiamata diretta e nominativa da parte degli imprenditori ….. ( FATTO! Comma 1 lett.a );
2) istituire relazioni stabili con i paesi d’origine dei flussi, per costruire mappe dei profili professionali….da mettere a disposizione delle imprese ( FATTO! Punti 4-5-6 );
3) creare corsie preferenziali per l’ingresso e la permanenza di studenti e ricercatori…….( FATTO! Punto 10 );
4) sanzionare più severamente i clandestini e, contemporaneamente, definire un “contratto civico” ( carta dei valori? ), che garantisca più diritti…..in cambio di alcuni doveri ( apprendimento regole civiche e lingua italiana ). Ridurre tempi per la cittadinanza e garantire diritto di voto nelle amministrative. ( FATTO! Punto 7-lett. d e success. );
5) rafforzare in ogni provincia gli sportelli unici per semplificare le procedure; ( sarà FATTO con collaborazione enti locali );
6) regole comuni con l’Europa per le procedure di ammissione degli immigrati …..( FATTO! lett.e ).
E’ evidente come il decreto sia stato scritto sotto dettatura ( e c’è chi dice che questo è un governo sotto ricatto della sinistra estrema ), ma tali proposizioni, traggono ispirazione dal “Libro verde sull’immigrazione”, stilato dalla Comunità europea nel Gennaio 2005, il quale afferma che “…nell’Unione europea, il calo della popolazione, comporterà una riduzione di circa 20 milioni di unità lavorative, occorrerà quindi garantire flussi migratori…..”. Nel 2006, il Ministro Amato renderà pubbliche le “sue” note sull’immigrazione.
Siamo certi che da questo governo non scaturirà una legge sull’immigrazione degna, civile ed innovativa, siamo certi che questo governo non cadrà per difendere i blandi principi contenuti in una parte del suo programma ( “Migranti e nuovi cittadini italiani” ), forse addirittura, questa legge non vedrà la luce ( nessuno vorrà sporcarsi e nessuno si dimetterà ), ma se fosse emanata, i compromessi ( le compromissioni ) la renderanno un rospo indigeribile. Già li vediamo certi sindaci “delocalizzatori”, fautori dei “campi della solidarietà”, autentici democratici baluardi della legalità ( voto non olet ), attivarsi nel convincere, che di meglio non si poteva fare.
Il clima politico non è tranquillizzante, tutto proiettato sulla legalità ( e Roma si candida ad essere laboratorio anche in questo, recependo proposte della destra ), e necessariamente comporterà una legge espressione di sentimenti popolari corrotti dall’artefatto dibattito nazionale. Passato il periodo in cui l’immigrato veniva considerato un ladro di lavoro, viste oggi le attività in cui viene impiegato, lo scontro con l’autoctono si ha nel sociale ( casa, nidi, scuola, servizi ): la solita guerra fra poveri, che solo attraverso la ricomposizione del conflitto di classe si può evitare. E’ necessario ricondurre l’attenzione ai comuni bisogni di tutti lavoratori, distogliendo l’attenzione dalle differenze interrazziali, con tutte le loro conseguenze, che la destra cavalca. Ma occorre anche un ricompattamento dei migranti, spesso con interessi conflittuali, dove non è raro trovare l’irregolare che spera nelle espulsioni alle frontiere, se non addirittura, rifiutare nuovi decreti flussi, con la speranza di sanatorie future.
Difficile trovare soluzioni appropriate: la debolezza dei movimenti, attualmente, è innegabile, così come le diverse visioni strategiche, ma sicuramente, occorre riappropriarsi delle piazze con iniziative e manifestazioni, che distolgano l’attenzione da episodi di cronaca nera e pongano l’attenzione sulle reali condizioni degli immigrati, tali non solo perché in cerca di lavoro, ma anche perché costretti dalle rapine di materie prime perpetrate dall’occidente, da colonizzazioni economiche e da guerre” umanitarie”. E forse un giorno si potranno chiudere i laboratori, i cantieri, i ristoranti, le mense. Forse un grande sciopero, potrà trovare la solidarietà dei lavoratori italiani, per diritti comuni.

“Per fare politiche di destra, occorrono governi di sinistra”: senatore Gianni Agnelli, imprenditore. Avesse avuto ragione?

Sportello immigrati RdB-CUB Roma

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