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Ai giornalisti prezzolati

Ai giornalisti prezzolati

(9 Ottobre 2012) Enzo Apicella
Chavez viene rieletto con il 54% dei voti, con grande dispetto dei giornalisti prezzolati dall'imperialismo che davano per sicura la sua sconfitta

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La verità sulla chiusura di RCTV in Venezuela

(30 Maggio 2007)

"Il palazzo presidenziale è nelle nostre mani, perché non lo mostrate? I sostenitori di Chávez urlavano ai giornalisti... invece, la RCTV stava trasmettendo cartoni animati della serie Looney Tunes.

Il Venezuela il 28 maggio adotta una importante misura verso la democratizzazione dei suoi mezzi di informazione, quando una società dei media da un miliardo di dollari perderà la licenza di trasmissione televisiva a favore di, con le parole del presidente Hugo Chávez, ' coloro che quasi mai hanno voce'.

Radio Caracas Television — RCTV — ed il suo multimilionario proprietario Marcel Granier, che stanno per perdere la loro incessante guerra politica contro Chávez e la rivoluzione bolivariana del Venezuela, affermano che 'i media indipendenti vengono chiusi', che Chávez è un dittatore deciso a 'limitare la libertà di espressione ed i diritti democratici'.

Reporters senza Frontiere dichiara che la perdita della licenza da parte della RCTV è 'un serio attacco al pluralismo editoriale', mentre gli editoriali dei quotidiani USA prevedibilmente hanno rappresentato non correttamente la controversia, affermando che Chávez fa rappresaglia contro i suoi critici dei media dell'opposizione che 'dissentono' con la rivoluzione bolivariana.

La realtà è alquanto diversa. Poiché Reporters senza Frontiere non menziona che, forse così comprensibilmente, dato che è finanziato dal National Endowment for Democracy del Dipartimento di Stato USA — che finanzia pure partiti politici di opposizione di destra in Venezuela — la RCTV è stata una attiva partecipante al violento colpo di stato che nel 2002 depose per quasi 48 ore il presidente Chávez.

Il giorno del golpe, la RCTV abbandonò ogni finzione di riferire imparzialmente le notizie, chiamando i sostenitori dell'opposizione a dimostrare illegalmente al palazzo presidenziale di Miraflores a Caracas mentre mostrava sullo schermo il messaggio continuo ‘Ni un paso atras’: ‘Non un passo indietro'.

Mostrava deliberatamente pellicola da un'angolatura per sostenere falsamente che i sostenitori di Chávez sparavano sui dimostranti dell'opposizione, mentre un'altra angolatura della telecamera avrebbe mostrato che i sostenitori di Chávez si stavano difendendo dagli attacchi dei tiratori scelti — non vi era nessun dimostrante dell'opposizione vicino. La continua ripetuta trasmissione di questo film venne dunque utilizzata come giustificazione da parte di alcuni ufficiali per dichiarare la loro 'disobbedienza' al presidente e queste dichiarazioni vennero trasmesse fedelmente per tentare di legittimare una presa del potere da parte dei militari.

Gli autori degli editoriali americani che trascurano di parlare di tutto ciò, tralasciano anche di commentare dell'appoggio dei media venezuelani alla susseguente giunta fascista che prese il controllo a Caracas e procedette a sciogliere l'intera Corte Suprema ed l'Assemblea Nazionale, sospendere la Costituzione, arrestare il presidente democraticamente eletto e quindi mandare la polizia armata nelle strade per reprimere qualsiasi resistenza.

Un membro della giunta, l'ammiraglio Victor Ramírez Pérez, in diretta TV il giorno dopo il colpo di stato ringraziò i giornalisti, dicendo che gli organizzatori 'avevano un'arma — i media — lasciate che mi congratuli con voi', e l'uomo d'affari che la giunta scelse per fare il 'presidente', Pedro Carmona, convocò a Miraflores i dirigenti dei media per assicurarsi che l'opposizione al golpe non fosse resa nota.

Il padrone della RCTV, Granier, negò di avere mai incontrato Carmona durante il golpe, nonostante che il film dimostrasse la sua presenza a Miraflores, e mentre Granier si riferisca ancora al capo della giunta come 'presidente Carmona', le successive azioni della RCTV dimostrarono che non era necessario nessun comando per mantenere il messaggio.

Mentre i venezuelani scendevano nelle strade per chiedere il ritorno del presidente Chávez, battendosi con la polizia e dimostrando a Miraflores a migliaia contro il colpo di stato, la RCTV, contrariamente alla continua copertura che concesse alla dimostrazione dell'opposizione che portò al golpe, oscurò intenzionalmente queste ultime notizie e, mentre il direttore di produzione della RCTV all'epoca Andrés Izarra rivelò più tardi, lo stesso Granier ordinò ai giornalisti di 'non trasmettere informazioni su Chávez, sui suoi sostenitori o su chiunque a lui collegato'.

I dimostranti per Chávez che venivano giù dalle povere baraccopoli sulle montagne sopra Caracas incitarono i soldati leali al presidente a riprendere Miraflores ed arrestare la giunta. Furono mandati degli elicotteri all'isola dei Caraibi dove era stato tenuto prigioniero il presidente ed appena 48 ore dopo che la destra aveva tentato di riportare il Venezuela alla dittatura militare degli anni '50, il colpo di stato era fallito e Chávez era tornato per una entusiastica accoglienza di benvenuto.

Comunque, nessuna delle azioni di resistenza al colpo di stato, l'arresto della giunta o il ritorno di Chávez poterono essere viste sugli schermi televisivi. In mezzo al fallimento completo del golpe e sulla probabilmente più drammatica giornata del Venezuela nella storia recente, la RCTV mostrava i cartoni animati Looney Tunes della Warner Bros.

Altri media dell'opposizione seguirono la sua direzione. Nessun quotidiano di destra venne stampato o distribuito il giorno seguente, ma la Últimas Noticias di sinistra a Caracas raccontò al Venezuela ciò che era accaduto ed il quotidiano chavista Panorama pubblicò quattro edizioni in 20 ore mentre i suoi giornalisti facevano la cronaca della stupefacente sconfitta del colpo di stato.

Non è difficile immaginare che se la CNN o il New York Times avessero agito negli Stati Uniti come la RCTV aveva fatto in Venezuela, i loro dirigenti adesso sarebbero a Guantánamo, ma il presidente Chávez ha risposto con contenimento, implorando i media di considerare la natura fascista della giunta che avevano sostenuto: 'Riflettete un poco, per amor di Dio! E' anche il vostro paese'!

Nessun giornalista o dirigente dei media è stato imprigionato o perseguitato dopo il colpo di stato ed una volta che la Corte Suprema dominata dall'opposizione dichiarò che, secondo la sua opinione, 'non aveva avuto luogo nessun colpo di stato', Pedro Carmona ed altri golpisti furono rilasciati ed ancora una volta la destra continuò l'offensiva contro la rivoluzione bolivariana di Chávez.

La RCTV di Marcel Granier aveva abbandonato qualsiasi pretesa di giornalismo professionale, occupandosi dell'impatto politico delle sue trasmissioni propagandistiche delle 'notizie' piuttosto che aderire a qualcosa che somigliasse all'etica giornalistica. In tutto, cinque stazioni televisive private che raggiungono il 90% degli spettatori venezuelani e nove dei dieci quotidiani nazionali appoggiano l'opposizione.

Nonostante gli editorialisti dei quotidiani USA asseriscano che lo stato sta limitando la critica al presidente Chávez, è chiaro a chiunque che legga questi giornali o guardi la TV venezuelana, che la vasta maggioranza è implacabilmente ostile alla rivoluzione e critica del presidente. Non vi è nessuna censura, come vi è negli stati protetti dagli USA come l'Arabia Saudita ed i giornalisti non vengono intimiditi o assassinati come in Messico ed in Colombia.

La recente inesatta affermazione del presidente USA Bush che il Venezuela ha 'leggi repressive che 'limitano duramente la libertà della stampa' regge ad un esame accurato, specialmente quando, come ha fatto notare il vicepresidente venezuelano Jorge Rodríquez, 'l'unico canale televisivo chiuso per ragioni politiche durante questa amministrazione bolivariana è stato il pro-Chávez Canal 8 nel 2002. E' stato tolto dall'etere la prima notte del colpo di stato dalla giunta fascista di Pedro Carmona'.

Le critiche sproporzionate hanno a che fare più con la sfida di Chávez alla irresponsabile elite che chiaramente limita il 'pluralismo editoriale' utilizzando la sua proprietà ed il suo controllo dei media per presentare i suoi interessi privilegiati come quelli di tutti i venezuelani. Abituata da decenni ad operare i suoi lucrosi canali televisivi commerciali senza supervisione democratica, questa elite ha finito per credere che questa posizione privilegiata sia un suo 'diritto'.

Chávez ha fatto notare che le licenze di trasmissione sono delle concessioni e non sono garantite in perpetuo. Infatti, la legge venezuelana e la Costituzione Bolivariana conferiscono certe responsabilità, come garantire che il pubblico riceva 'informazioni vere ed accurate', sulle società dei media alle quali sono accordate queste concessioni, come fanno le rispettive leggi sui media negli Stati Uniti e nella maggior parte degli altri paesi.

La concessione della RCTV di trasmettere sulla frequenza del Canal 2 terrestre del Venezuela scade il 28 maggio. Il governo ha deciso di non rinnovare la concessione alla RCTV, citando, tra altri reati come di non pagare le tasse, la mancanza della stazione nel fornire 'informazioni vere ed accurate' durante il colpo di stato del 2002, quando intenzionalmente i suoi dirigenti rifiutarono di riportare le ultime notizie ed informazioni critiche al pubblico ed imposero il suo 'oscuramento dei cartoni'.

'Questa decisione è un fatto irreversibile', ha dichiarato William Lara, ministro delle comunicazioni e dell'informazione del Venezuela, 'le basi costituzionali, legali e regolamentari della decisione sono saldamente incontrovertibili'. Per la prima volta in Venezuela, l'elite privilegiata dei media è incorsa in un governo che non può essere comprato, corrotto o intimidito.

Inoltre, l'originalità della rivoluzione bolivariana non si ferma alla messa in discussione degli interessi dell'elite. Chávez ha annunciato che un nuovo servizio televisivo, Televisora Venezolana Social (TV Sociale Venezuelana o TEVES), prenderà il controllo della frequenza del Canal 2. Sarà gestito da una fondazione indipendente ed avrà una programmazione e partecipazione indipendente, comunitaria ed alternativa, favorendo la produzione di film e programmi venezuelani.

Sebbene la nuova stazione TEVES riceverà inizialmente il finanziamento governativo, al che la BBC finanziata dal governo britannico ha affermato piuttosto ironicamente che 'potrebbe incidere sulla sua indipendenza', non le verrà richiesto di trasmettere programmi governativi come ¡Alo, Presidente! di Chávez e sarà in grado di ricevere pubblicità commerciale per permetterle alla fine di autofinanziarsi.

I media corporativi in quasi tutti i paesi sono spesso insensibili, irresponsabili ed inaccessibili, praticamente non permettono nessuna partecipazione popolare nella produzione di film e nella programmazione. Il tentativo del Venezuela di iniziare a democratizzare i media di trasmissione si è imbattuto nella prevedibile critica da parte dei media corporativi, che continuano a sostenere fermamente che una piccola e facoltosa elite — e non un governo democratico eletto più e più volte con un massiccio voto popolare — dovrebbe avere il diritto di controllare ciò che viene visto e sentito sull'etere.

Per quanto riguarda Granier e la RCTV, alcuni nell'opposizione ritengono non sia un danno che la stazione abbia perduto la licenza'. 'La RCTV non era neppure buona per la propaganda', ha scritto un notista anti-Chávez citando il ritorno di Chávez dopo il colpo di stato e la massiccia vittoria elettorale del 2006, 'l'importanza di rinunciare al giornalismo è di accrescere l'efficacia politica di ciò che si trasmette ed a questo riguardo la RCTV ha certificabilmente fallito'.

Ma non tutto è perduto per l'opposizione anti-Chávez — la RCTV può ancora trasmettere via cavo e via satellite e, se vi dovessero essere delle notizie che non le piacciono, sarà libera di oscurarle con tutti i cartoni animati Looney Tunes che vuole.


Fonti
La no renovación de la concesión a RCTV es irreversible, Agencia Bolívariana de Noticias report in Aporrea.org, Caracas, 2 de enero de 2007
Bush critica restricciones a la libertad de expressión, headline report in El Nacional, Caracas, 4 de mayo de 2007
Publicados en Gaceta Oficial estatutos de Televisora Venezolana Social, Radio Nacional de Venezuela report, Caracas, 15 de mayo de 2007
El periodismo de Venezuela en 2002, Eleazar Díaz Rangel, Últimas Noticias report in BBC Mundo, Caracas, 4 de abril de 2007
Venezuela, National Endowment for Democracy report at grants/Venezuela, United States, 2005
RCTV: Censorship or broadcaster responsibility, PR Watch report, Center for Media and Democracy, United States, 19 January 2007
Not about free speech, George Ciccariello, Caracas report in Counterpunch, United States, 12 January 2007
The 47 hour coup that changed everything, Gregory Wilpert, Venezuela Analisis, United States, 13 April 2007
Chávez/RCTV: ¿censura o decisión legítima? Salim Lamrani, Progreso, United States, 7 February 2007
¿Una revancha política? article in El Espectador, Bogotá, 13 de mayo de 2007
Hugo Chávez, the media, and everybody else, Nicki Mokhtari and Larry Birns, Council on Hemispheric Affairs report, United States, 19 January 2007
US papers hail Venezuelan coup as pro-democracy move, report in Fairness and Accuracy In Reporting (FAIR), United States, 18 April 2002
Lara: Granier patea los derechos de los usarios, Prensa Ministro de Comunicación e Información statement on Aporrea.org, Caracas, 6 de enero de 2007.


28 maggio 2007

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