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(Dove và la CGIL?)

LA Manifestazione La questura conferma i numeri di Fiom e Camera del lavoro. Polemica sul ruolo degli autoconvocati

Welfare, corteo per dire no all´intesa "Siamo 8mila". I critici: "Solo 2mila" Non sfiliamo contro il sindacato". Ci sono anche Cremaschi e il parlamentare Rizzo

(30 Settembre 2007)

Non si placano le polemiche neanche a corteo concluso. La manifestazione degli autoconvocati contro il protocollo sul welfare fa litigare la Cgil. Sui contenuti, certo, ma non si salvano neanche i numeri: secondo gli organizzatori ieri hanno partecipato oltre 8mila lavoratori al corteo nel centro di Firenze. Solo duemila secondo la Camera del lavoro e la Fiom regionale, la stessa cifra della questura. Alla fine del corteo, alle 12, i manifestanti riempiono a fatica piazza Strozzi, ma alle 11 la testa del corteo era al Duomo e la coda dei manifestanti, anche se a maglie larghe, in piazza San Marco.

«Non è una manifestazione contro il sindacato» dice fin dalla prima mattina Nicola Nicolosi, leader della componente di minoranza in Cgil «Lavoro e società», messa sul banco degli imputati da Mauro Faticanti, segretario della Fiom Toscana come vera organizzatrice del corteo perché «quella degli autoconvocati è una finzione», assieme ai partiti come PdCi e Prc che corrono dietro «a manifestazioni decise unilateralmente», aveva detto Faticanti ieri a Repubblica. La tensione è alta, i media curiosi: arrivano anche le telecamere di Ballarò. Risultato: il clima della manifestazione è compostissimo, persino dietro al furgoncino dei giovani (pochi) della Fgci si balla, ma non troppo. Silenzioso il corteo, nessuno slogan antisindacale (tranne un cartellone e quelli contro la «triplice» del Pmli), non si vedono i centri sociali.

Campeggiano, nel mare di bandiere della Fiom, della Cgil, di Rifondazione e del PdCi (i partiti chiudono il corteo) alcune sigle come quella dei Carc, Progetto comunista, gli scissionisti dal Prc di Marco Ferrando. Poi le Rdb, i Cobas, i Cub.
Un fronte composito, che però secondo Nicolosi non nasce, come la manifestazione, per «rompere l´unità». Mentre, aggiunge il responsabile di Lavoro e società, «la democrazia di mandato è importante perché dopo il voto tutti dovremo prendere atto del risultato» del referendum sull´accordo del 23 luglio. Nicolosi ha ribadito la stima nei confronti del segretario della Cgil Guglielmo Epifani, che aveva invitato la componente di sinistra a non «non rompere il patto unitario» in Cgil, a partire dalla manifestazione fiorentina.

«Gli inviti si possono accogliere o meno - dice Nicolosi - Io ho accolto quello dei delegati e delle delegate della Toscana che si sono autoconvocati per dire no all´accordo». Ma può un pezzo di sindacato contestare un accordo preso dallo stesso sindacato? «Sì, come dice l´articolo 4 dello statuto della Cgil dove è sancito il diritto a manifestare la libertà e la diversità di opinione con la parola, gli scritti e tutti gli altri mezzi. E una manifestazione è un mezzo per esprimersi. Per paradosso e fatte le debite proporzioni, questa manifestazione è legittima come quella dei monaci birmani».

Tra i big nazionali che sfilano ci sono anche Giorgio Cremaschi della Fiom nazionale, l´europarlamentare del PdCi Marco Rizzo. Nessuno di loro parlerà dal palco, dove sfilano i rappresentanti delle Rsu che hanno aderito alla manifestazione: Mauro Comi del Comune di Firenze, Angela Lecce e Davide Belcari della Piaggio, poi la Siemens, la Sammontana, persino il Gabinetto Vieusseux. Si vedono gli striscioni di Siemens, ci sono le Rsu di Sirti, Breda, Seam, la Ciet di Arezzo. Da fuori Toscana (la manifestazione era solo regionale) arrivano rappresentanti di Zanussi e Ibm, ci sono due dall´Alto adige: «Sono funzionaria del Nidil, con questo accordo ho meno strumenti per difendere i precari che devo tutelare» dice la Silvia.

Il segretario della Camera del Lavoro di Firenze Mauro Fuso critica il corteo, e bolla la manifestazione come «burocratica, non di popolo, con pochi lavoratori» e la contraddizione del PdCi, «che nella notte ha dato il suo assenso al documento finanziario 2008 e al collegato alla Finanziaria che, dopo il voto di lavoratori, pensionati e precari recepirà l´accordo sul welfare». Ma il comunista Rizzo insiste: «La Finanziaria di stanotte ha alcune norme accettabili come un miliardo verso i ceti più deboli. Peccato che di extra gettito fiscale ci siano 10,5 miliardi e di tesoretto Inps ce ne siano 5. C´è un rapporto tra quello che è stato tolto ai lavoratori che vale 15 e un rapporto di investimento che vale 1».

Faticanti, a manifestazione conclusa, parla di una iniziativa «inopportuna per il momento in cui si colloca: la parola deve passare ai lavoratori ed alle lavoratrici nelle assemblee per la spiegazione dell´accordo e dove, a partire anche dalle posizioni espresse dal comitato centrale della Fiom, è garantita una discussione limpida e pluralista. E sbagliata perché, inevitabilmente, si connota come una manifestazione contro la Cgil e questo non è possibile.

La scarsa partecipazione dei metalmeccanici della Toscana dimostrano la maturità di una categoria che, senza mai rinunciare alla sua identità ed al suo giudizio di merito, non baratta il pluralismo delle idee con posizioni di rendita, tese a garantire solo la propria sopravvivenza». Al segretario della Fiom toscana rispondono Augustin Breda della Fiom nazionale e David Belcari delle Rsu della Piaggio: «La Fiom toscana non può pensare che nel momento in cui il comitato centrale della Fiom esprime un parere contrario all´accordo, poi possa criticare i lavoratori che manifestano contro l´accordo» dice Breda.

«Ha sbagliato Faticanti: noi c´eravamo, così come tante altre Rsu. Era meglio se c´era anche lui, così vedeva chi c´era». E tra questi, anche i lavoratori del circolo ferrovieri di viale Lavagnini: «Retrocedere ora è come retrocedere per sempre». Parole lontane dal commento di Cgil, Cisl e Uil regionali, che ribadiscono che la manifestazione «era sbagliata e destinata all´insuccesso» e che «serve ora continuare il lavoro unitario per consentire la più grande partecipazione democratica alla consultazione sul protocollo sul welfare».

Marzio Fatucchi- La Repubblica di Firenze 30/09/07

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