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Emergenza democratica e riforme istituzionali, blocco sociale e crisi della rappresentanza

Quale è oggi il ruolo dei comunisti nel nostro paese?

(23 Gennaio 2008)

Lettera aperta

Cresce l’esigenza di un momento di confronto tempestivo e pubblico tra le realtà della sinistra di classe e alternativa nel nostro paese
E’ ormai evidente come in Italia si vada chiudendo una fase storica e se ne apra un’altra. Tutto ciò non è privo di conseguenze sul piano politico, sociale, sindacale, culturale.
Il tentativo di adeguare in questi quindici anni la Seconda Repubblica- “non dichiarata” - alle esigenze della accresciuta competizione globale e dei poteri forti europei, non è riuscito secondo le aspettative e le necessità a cui aspiravano i grandi gruppi capitalistici e le classi dominanti del nostro paese. Per questo motivo si è avviata una impressionante escalation a tutto campo tesa alla normalizzazione della società ed a rendere la governabilità bipartizan un apparato irreversibile di comando, di governo e di amministrazione. A questo - e a rafforzare il carattere oligarchico dello Stato, della politica e dei poteri decisionali - servono la nuova legge elettorale (sia che nasca dagli inciuci tra Berlusconi e Veltroni sia dalle urne referendarie) e le riforme istituzionali in cantiere.

Gli obiettivi di questa operazione sono la liquidazione con ogni mezzo di quella “anomalia italiana”che ha visto convivere e confliggere un capitalismo arretrato e finanziato dallo Stato con la presenza e l’azione di una identità comunista radicata nella società e nelle istanze del conflitto. L’apparato ideologico e politico che sovrintende a questa normalizzazione punta esplicitamente ad espellere il conflitto sociale come strumento di emancipazione e di relazione tra le classi e i segmenti della società. Un passaggio decisivo di questa restaurazione autoritaria è la cooptazione dei sindacati concertativi dentro uno schema neocorporativo che ne snaturi ruolo e funzione e al tempo stesso imbrigli e depotenzi il conflitto e l’insieme delle dinamiche sociali. Ritenere che padroni e lavoratori abbiano gli stessi interessi e siano la stessa cosa (come ha affermato recentemente Veltroni e come pensano i leader di Cgil Cisl Uil) è indicativo di tale impianto ideologico e politico.
Ignorare, subordinare o depotenziare gli interessi dei lavoratori, dei settori popolari, di quello che storicamente e attualmente è il blocco sociale antagonista, sta producendo inevitabilmente un deficit democratico e di rappresentanza politica evidente a tutti, soprattutto a coloro che sono attivi nei movimenti sociali o impegnati in vertenze significative.

Le reazioni della sinistra “storica” a tale scenario sono del tutto inadeguate e per certi aspetti devastanti che producono l’effetto di un generale disorientamento tra i ceti popolari e nei movimenti sociali. Da un lato le forze che hanno dato vita alla Sinistra Arcobaleno portano nei fatti a conclusione il processo avviatosi nel 1990 alla Bolognina facendo scomparire dallo scenario politico l’opzione comunista e di classe. Questa deriva non attiene solo alla scomparsa di una identità e presenza comunista ma travolge anche i principali punti di iniziativa nell’agenda politica (missioni e basi militari, emergenza salariale e protocollo del 23 luglio, resistenza all’offensiva oscurantista del Vaticano, decreto sulla sicurezza) rivelando una subalternità riformista e neo-keynesiana che ipoteca pesantemente il futuro. Dall’altro la reazione a questa deriva si manifesta più come disorientamento, disagio, disillusione, ricerca di identità che come tentativo organizzato e coerente di avviare una controtendenza. E’ in tale contesto che prendono corpo – anche inconsapevolmente - scorciatoie organizzative o precipitazioni elettoralistiche che sottovalutano passaggi decisivi e rischiano il ripetersi di esperienze già vissute con esiti fallimentari nella nostra storia recente

Riteniamo, diversamente, che occorra invece avviare un processo di confronto unitario tra tutte le soggettività della sinistra di classe “resistenti” o coerenti ma che non sottovalutino più o diano per scontato il rapporto con il blocco sociale antagonista. Nessuno oggi può ancora sottovalutare come la partecipazione di due partiti comunisti al governo più impopolare degli ultimi venti anni pone serissimi problemi di credibilità dell’opzione comunista a livello sociale e popolare. E’ da questa consapevolezza e da un arco di contenuti e pratiche virtuose e concrete sul terreno dei salari e del reddito, della democrazia e dell’antimilitarismo, che si può determinare l’autorevolezza teorica e la credibilità sociale dell’opzione comunista e di classe nel nostro paese e nel XXI° Secolo, anche tenendo conto di una dimensione internazionale dei problemi che condiziona pesantemente lo scenario nel nostro paese.

Su questa riflessione e sulle sue possibili e necessarie ricadute concrete, invitiamo tutti coloro che ricevono e condividono – in tutto o in parte – i temi posti da questa lettera aperta, ad una discussione pubblica franca e serrata ed a convocare una assemblea nazionale di confronto per costruire un comune percorso possibile.

per osservazioni, commenti, adesioni scrivere a cpiano@tiscali.it

La Rete dei comunisti

Commenti (1)

Ai compagni della Rete dei Comunisti - Lettera aperta

(nuovo)Partito comunista italiano
Commissione Provvisoria del Comitato Centrale
Sito: http://lavoce-npci.samizdat.net
Email: lavocenpci40@yahoo.com
Delegazione: BP3 4, rue Lénine 93451 L’Île St Denis (Francia)
E.mail: delegazionecpnpci@yahoo.it

24 febbraio 2008

Ai compagni della Rete dei Comunisti
Lettera aperta

Alla Lettera aperta che avete diffuso in data 29 gennaio 2008, rispondiamo inviandovi il nostro Manifesto Programma. Perché?
Se con la vostra Lettera aperta aveste mirato a coalizzare alcuni organismi su una piattaforma di rivendicazioni e di diritti da usare come programma elettorale nelle elezioni seguite alla estromissione del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti o in altre future elezioni, non ci è difficile annunciarvi che chiunque proverà a stendere piattaforme simili finirà col redigere documenti non molto dissimili da quelli con cui si sono presentati alle elezioni negli anni scorsi, e probabilmente ancora si presenteranno agli elettori oggi e per alcuni anni a venire, le varie correnti, partiti, gruppi e personaggi della sinistra borghese, a partire da quelli che ora cercano di coalizzarsi nel cartello “la Sinistra l’Arcobaleno” e dalle loro appendici: i gruppi che, per usare le vostre parole e con concessioni alla vostra concezione, “portano nei fatti a conclusione il processo iniziatosi nel 1990 alla Bolognina facendo scomparire dallo scenario politico l’opzione comunista e di classe” e la cui partecipazione “al governo più impopolare degli ultimi venti anni pone serissimi problemi di credibilità dell’opzione comunista a livello sociale e popolare”. Simili piattaforme sarebbero infatti manifestazione di un analogo impasto di velleitarismo, ipocrisia, ingenuità e politicantismo: un imbroglio acchiappavoti che prima o poi genera tra chi ci ha prestato fede disgusto e scoraggiamento. Esse quindi porteranno chi se ne ornerà di fronte ai lavoratori confinati comunque nel ruolo di elettori e di claque nella lotta politica borghese, a fare prima o poi la stessa fine dei gruppi, partiti, correnti e personaggi della sinistra borghese.
Contiamo che voi miriate ben oltre la compilazione di simili piattaforme elettorali. E del tutto a ragione. Degne della sinistra borghese come piattaforme elettorali, come dichiarazioni di semplici auspici destinati a restare tali e a scoraggiare ancora più chi vi ha prestato fede, le rivendicazioni in esse indicate possono invece essere più o meno largamente realizzate da un movimento di lotta nelle fabbriche, nelle altre aziende, nelle scuole, nelle piazze, nelle strade e altrove che negli ultimi anni ha fatto notevoli progressi sia in estensione sia in autonomia dalla sinistra borghese dei Bertinotti, Diliberto, Mussi, Pecoraro & affini e dalla destra sindacale degli Epifani, Angeletti, Bonanni & compagnia. Le campagne elettorali possono e devono rafforzare simile movimento di lotta, il suo livello di organizzazione e di coscienza e, soprattutto, la sua indipendenza dalla sinistra borghese. E possono effettivamente rafforzarlo, se sia esse che il movimento di lotta contribuiscono a costruire il futuro comune dei protagonisti delle une e dell’altro. Il futuro va certo costruito a partire dalla (modeste) forze comuniste attuali, ma non consiste in ciò che possiamo fare con le nostre (modeste) forze di oggi. Quale è questo futuro possibile? Da dove ne ricaviamo la conoscenza? Dove andare e come andarci a partire dalle (modeste) forze di oggi? Non sono le piattaforme rivendicative che ci distinguono dalla sinistra borghese, ma il fine a cui contribuisce la loro agitazione e il movimento che le sostiene.
Solo rispondendo con serietà scrupolosa a quelle modeste ma fondamentali domande si va oltre la crisi da cui è travolta la sinistra borghese e anzi si utilizza tale crisi, come si utilizzano anche le correnti e prossime elezioni politiche che si terranno sotto gli alti auspici della Corte Pontificia, pur potendo oggi noi comunisti contare solo su forze modeste che però anche per questo vanno usate in modo fecondo. Nel Manifesto Programma il (nuovo)Partito comunista italiano presenta le migliori risposte che sa dare a quelle modeste ma fondamentali domande. È quindi il contributo migliore che possiamo dare alla “discussione franca e serrata” che invocate con la vostra lettera aperta. Condividiamo tuttavia le preoccupazioni per l’immediato che vi muovono e siamo del tutto disponibili a un percorso comune, il percorso dell’instaurazione del socialismo nel nostro paese che sfrutta a questo fine anche la lotta politica borghese e le campagne elettorali condotte sotto l’egida della Corte Pontificia.
Per incominciare, contiamo quindi su una “discussione franca e serrata” e su una campagna elettorale indipendente dalla sinistra borghese, quindi mirata a rafforzare la mobilitazione e l’organizzazione e a migliorare l’orientamento della classe operaia e del resto delle masse popolari, non principalmente come elettori ma come protagonisti decisivi della lotta per la difesa e l’ampliamento delle conquiste che la destra borghese vuole eliminare e che la sinistra borghese nei venti mesi del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti ha ampiamente mostrato di non riuscire a difendere.
Ci auguriamo che il nostro messaggio trovi ascolto e che la campagna elettorale corrente, iniziata come contesa tra due destre a chi meglio garantisce i mandatari e grandi elettori dei governi borghesi italiani, sia, anche col vostro contributo, trasformata dall’iniziativa dei comunisti in un passo della rinascita del movimento comunista.
Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista!
La Commissione Provvisoria.

Per scaricare il
Manifesto Programma del (nuovo)Partito Comunista italiano
l'indirizzo internet è il seguente:
http://lavoce-npci.samizdat.net/article.php3?id_article=803#scarica

(9 Marzo 2008)

(nuovo)Partito comunista italiano
Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

delegazionecp@yahoo.it

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