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(14 Luglio 2008)
Era l’inizio del terzo millennio quando i compagni Alfonso Gianni e Fausto Bertinotti pubblicarono il libro “Le idee che non muoiono”… Si ribadiva “che nella conquista dello stato sociale, come in quella di spazi di libertà e di democrazia, come nella difesa della pace, il ruolo del movimento comunista nel corso di un continuo conflitto/compromesso con il potere borghese è stato assolutamente determinante”. In questo libro venivano analizzate idee e teorie che hanno caratterizzato la vita sociale e politica: la libertà, l’uguaglianza, il lavoro, il valore, il bisogno e, infine, il comunismo… In alcuni passaggi, rispondendo alle domande di Alfonso Gianni, Bertinotti sottolineava che “il comunismo è la questione che ereditiamo perché vive, come bisogno, in questa gigantesca rivoluzione capitalistica”… E alla domanda più precisa: “se tu dovessi spiegare a un ragazzo di quindici anni cosa è il comunismo, come faresti? Bertinotti risponde: Proverei ad arrivarci proponendo un’estrema ragione della necessità del comunismo, una ragione che connette il campo di osservazione che abbiamo indagato, il lavoro, la liberazione del e dal lavoro, il libero sviluppo della personalità umana… Se quindi dovessi parlare a un ragazzo, gli direi: “cerchiamo di costruire il comunismo prima che la proprietà decida in modo irreversibile del destino dell’umanità”…
Questo libro è stato pubblicato nell’agosto del 2000… I fatti di Genova sono successi a luglio dell’anno dopo…
Adesso chi spiega a quel ragazzo che ha ormai 23 anni che per i compagni Gianni e Bertinotti il comunismo non è più un bisogno o necessità da ricostruire ma una tendenza culturale?... Una idea che non muore può diventare semplicemente una tendenza culturale?
Piero Mascaro
Segretario Provinciale PRC Catanzaro
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