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(17 Luglio 2010) Enzo Apicella
Sono circa cinquanta in parlamentari italiani indagati o condannati, nei vari gradi di processo

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NO all’intitolazione di una via di Parma ai “martiri delle foibe”

SI all’intitolazione di una via di Parma ai partigiani italiani all’estero

(18 Novembre 2010)

Il Comune di Parma, con la riunione di lunedì 15 novembre ‘10 della Commissione Toponomastica presieduta dall’assessore Fecci, ha deciso l’intitolazione di una via della città ai cosiddetti “martiri delle foibe”.

Esprimiamo la nostra netta contrarietà di democratici antifascisti di Parma a questa scelta.

Vittime delle foibe, al confine nordorientale dell’Italia con l’allora Jugoslavia, sono stati nel settembre-ottobre 1943 e nel maggio 1945 alcune centinaia di italiani in gran parte militari, capi fascisti, dirigenti e funzionari dell’amministrazione dell’Italia occupante la Jugoslavia, collaborazionisti. Si è trattato nel complesso di circa seicento vittime (escludendo dispersi e fucilati in guerra, deportati e morti in campi di concentramento, ecc.) per mano di partigiani jugoslavi, conseguenza dell’odio popolare e della rivolta nei confronti dell’Italia fascista che aveva dagli anni ’20 sottomesso e oppresso le popolazioni slave delle zone di confine e poi aggredito militarmente e occupato interi territori della Jugoslavia fino a fare della slovena Lubiana una provincia d’Italia.

Dalla foiba di Basovizza, assunta a simbolo di tutte le foibe, sono state rinvenute le spoglie di una decina di uomini soltanto, e tutti militari tedeschi.

Riportiamo alcuni nominativi di italiani riconosciuti quali “martiri delle foibe”.

- Cossetto Giuseppe, infoibato nel ’43 a Treghelizza, possidente, segretario del fascio a S. Domenica di Visinada, capomanipolo MVSN (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, sottoposta direttamente ai tedeschi), già squadrista sciarpa Littorio;
- Morassi Giovanni, arrestato a Gorizia nel maggio ’45 e scomparso, Vicepodestà e Presidente della Provincia di Gorizia;
- Muiesan Domenico, ucciso nel ’45 a Trieste, irredentista, legionario fiumano, volontario della guerra d’Africa, squadrista delle squadre d’azione a Pirano;
- Nardini Mario, ucciso nel ’45 a Trieste, capitano della MDT (Milizia Difesa Territoriale, sottoposta direttamente ai tedeschi), già XI Legione MACA (milizia fascista speciale di artiglieria controaerei);
- Patti Egidio, ucciso nel ’45, pare infoibato presso Opicina, vicebrigadiere del 2° Reggimento MDT, già MVSN, GNR (Guardia Nazionale Repubblicana), squadrista;
- Polonio Balbi Michele, scomparso a Fiume il 3 maggio ’45, sottocapo manipolo del 3° Reggimento MDT;
- Ponzo Mario, morto nel ‘45 in prigionia, colonnello del Genio Navale, poi inquadrato nel Corpo Volontari della Libertà del Comitato di Liberazione Nazionale (antifascista) di Trieste, arrestato per spionaggio sul movimento partigiano jugoslavo in favore del fascista Ispettorato Speciale di PS (Pubblica Sicurezza, sottoposta direttamente ai tedeschi);
- Sorrentino Vincenzo, arrestato nel maggio ’45 a Trieste, condannato a morte da tribunale jugoslavo e fucilato nel ’47, ultimo prefetto di Zara italiana, membro del Tribunale Speciale della Dalmazia che comminava condanne a morte con eccessiva facilità secondo gli stessi comandanti militari italiani (“girava per la Dalmazia, e dove si fermava le poche ore strettamente indispensabili per un frettoloso giudizio, pronunciava sentenze di morte; e queste erano senz’altro eseguite”).

E’ assolutamente grave, mistificatorio, e inaccettabile che persone come queste, fascisti e criminali fascisti, vengano ricordate definendole “martiri” e attribuendo loro riconoscimenti come l’intitolazione di una via cittadina.

Chiediamo alla Giunta Comunale di Parma città delle Barricate antifasciste del ’22 e medaglia d’oro della Resistenza di desistere dal proposito di realizzare “via martiri delle foibe”.

Chiediamo al Comune di Parma di dedicare una via ai quarantamila soldati italiani che l’indomani dell’8 settembre ’43 si unirono alla Resistenza jugoslava e combatterono insieme con l’Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo, la metà di loro dando la vita in quell’epica lotta nei Balcani, per
la liberazione dal nazifascismo e il riscatto dell’Italia dell’onta in cui il fascismo l’aveva gettata.

COMITATO ANTIFASCISTA E PER LA MEMORIA STORICA – PARMA

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