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Gheddafi non si arrende, braccio di ferro con onu

Il leader libico respinge le decisioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e, in un'intervista, ripete che la maggioranza della popolazione e' dalla sua parte e contro i rivoltosi che controllano l'Est del paese e gran parte della costa.

(28 Febbraio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Gheddafi non si arrende, braccio di ferro con onu

foto: www.nena-news.com

Roma, 28 febbraio 2011, Nena News - "Resto nel mio Paese. La rivolta è colpa degli stranieri e di Al Qaeda". Non si arrende Muammar Gheddafi alla risoluzione con la quale il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha varato dure sanzioni contro di lui e il suo regime. "La situazione a Tripoli è tranquilla e l'Onu non può verificarlo”, ha detto Gheddafi in un’intervista ad una tv serba, aggiungendo che la maggioranza del popolo libico resta dalla sua parte. «La risoluzione del consiglio di sicurezza dell'Onu è nulla e non ha alcun valore, in base alla Carta dell'Onu, tale organizzazione non può immischiarsi negli affari interni di altri paesi, a meno che un paese non attacchi un altro stato», ha detto Gheddafi, che ha accusato il Consiglio di Sicurezza di adottare le sue risoluzioni «sulla base dei resoconti dei media». «Questo è inaccettabile», ha aggiunto, chiedendo che una commissione delle Nazioni Unite avvii un'indagine sulla reale situazione in Libia. Nel paese, ha sottolineato il colonnello libico, la situazione è «completamente calma» e la maggioranza della popolazione è dalla sua parte. «La gente di Bengasi chiede salvezza, dalle case chiedono salvezza e di liberarsi da coloro che combattono contro la Rivoluzione», ha concluso Gheddafi, secondo il quale «in tante città libiche vi sono grandi manifestazioni in suo appoggio e a favore della Rivoluzione».

Ieri militari e miliziani fedeli al regime da Sirte si sono diretti via terra verso Misrata in mano ai ribelli ed altri hanno sfilato lungo la strada che porta da Surman a Zawiyah, un’altra delle città protagoniste della ribellione alle autorità centrali. La tv di Stato ha invitato inoltre i cittadini a recarsi alle filiali della Banca centrale per ritirare il sussidio di 500 dinari (circa 290 euro) promesso nei giorni scorsi dal regime assieme ad un aumento del 150 per cento gli stipendi. Gheddafi prova a consolidare il sostegno che ancora gode in una parte della popolazione ma il suo regime è isolato, abbandonato da tutti i governi occidentali che pure fino a qualche mese fa lo sostenevano e sponsorizzavano, a cominciare da quello guidato da Silvio Berlusconi. Il ministro degli esteri italiano Franco Frattini dopo aver difeso e poi abbandonato i tiranni di Tunisia ed Egitto, Ben Ali e Hosni Mubarak, ha avuto lo stesso comportamento con Gheddafi che ha prontamente scaricato non appena si è reso conto che il colonnello libico non potrà più assolvere al compito «anti-migranti» che l’Italia gli aveva assegnato.

Intanto a Bengasi è nato il Consiglio Nazionale che coordinerà le attività dei gruppi di rivoltosi e amministrerà le aree della Libia che non sono più sotto il controllo del regime. I suoi rappresentanti si dicono contrari a qualsiasi intervento straniero e affermano di non avere contatti con governi di altri Paesi. Nena News

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