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(27 Gennaio 2011) Enzo Apicella
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Un torturatore del bahrein invitato alle nozze di will e kate

I reali britannici invece hanno lasciato a casa l’ambasciatore siriano. In Bahrein quattro dimostranti condannati a morte per l’uccisione di due poliziotti ma nessuna inchiesta è stata ordinata sul massacro di decine di manifestanti pro-democrazia tra febbraio e marzo

(29 Aprile 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Un torturatore del bahrein invitato alle nozze di will e kate

foto: www.nena-news.com

Roma, 29 aprile 2011, Nena News – Tra i signori eleganti e le signore con cappelli bizzarri dell’aristocrazia britannica e internazionale che oggi partecipano alle «nozze dell’anno» tra il principe William e Kate Middledon, c’è anche un torturatore bahrenita: Sheikh Khalifa Bin Ali al-Khalifa. Questo esponente della monarchia assoluta di Manama è l’ex capo dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale del Bahrein e attuale ambasciatore del suo paese a Londra. Durante il suo incarico tra il 2005 e il 2008 Sheikh Khalifa venne accusato da Human Rights Watch di aver ordinato di torturare con le scosse elettriche e di pestare duramente numerosi detenuti politici.

Questo non invidiabile passato tuttavia non ha turbato i reali britannici che lo hanno invitato con tutti gli onori alle nozze di Will e Kate mentre sono stati solleciti nel ritirare l’invito all’ambasciatore siriano, Sami Khiyami, a causa delle proteste in corso nel suo paese e represse nel sangue. Eppure massacri ha compiuto anche la monarchia bahrenita in due questi due mesi, accompagnandoli con arresti di massa e l’invito ad entrare nel paese alle truppe saudite per spegnere la rivolta popolare. Manama però è alleata degli Stati Uniti e dei paesi occidentali e, di conseguenza, gode di una speciale «immunità».

Intanto dopo la condanna a morte di quattro dimostranti bahreniti, accusati dell'uccisione di due poliziotti durante le manifestazioni avvenute dei mesi passati, gli attivisti dei diritti umani hanno lanciato un appello alle Nazioni Unite affinchè fermino le esecuzioni che potrebbero avere luogo in tempi rapidi. Dal canto suo, il governo di Manama afferma di aver dato agli accusati tutte le garanzie legali. «Questo tipo di condanne - sottolineano gli attivisti dei diritti umani - fa parte della campagna di terrore attuata nei confronti della proteste popolari che chiedono riforme politiche». Secondo la monarchia bahrenita invece le manifestazioni sarebbero fomentate dall’Iran. Da parte sua il ministero degli esteri iraniano ha convocato l'incaricato d'affari del Bahrain nella Repubblica Islamica per protestare contro l'espulsione dalla monarchia del Golfo di un diplomatico di Teheran, Hujatullah Rahmani, accusato di spionaggio. Il vice ministro degli esteri iraniano, Hossein Amir Abdollahian, inoltre ha accusato il governo bahrenita per la «brutale repressione» dei manifestanti scesi in piazza contro re Hamad al Khalifa. «L'arrivo delle forze straniere in Bahrain per reprimere la rivolta non ha aiutato a risolvere i problemi del paese, ma ha trasformato una questione interna in un probelma regionale», ha affermato il vice ministro.

Nena News

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