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Siria: ora e' scontro aperto tra assad e islamisti

Ma il leader dei Fratelli musulmani Riyadh Shafqa aveva gia' annunciato lo scorso agosto la fine della "tregua" con il regime osservata, a suo dire, negli anni precedenti.

(1 Maggio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Siria: ora e' scontro aperto tra assad e islamisti

foto: www.nena-news.com

Ma il leader dei Fratelli musulmani Riyadh Shafqa aveva gia' annunciato lo scorso agosto la fine della "tregua" con il regime osservata, a suo dire, negli anni precedenti. ANALISI DI MICHELE GIORGIO

Roma, 30 aprile 2011 Nena News - La tregua tra il regime di Bashar Assad e i Fratelli Musulmani non è saltata sull’onda delle proteste popolari divampate a Daraa e altre città siriane. Ad annunciare, ufficialmente, la conclusione della tregua era stato lo scorso agosto il nuovo leader dell’organizzazione islamista Riyadh Shafqa in un’intervista pubblicata dal quotidiano egiziano al Masry al Youm. «La guerra di Gaza è terminata da lungo tempo e riprenderemo la nostra opposizione al regime (siriano)», aveva proclamato Shafqa. Il leader islamista aveva spiegato che la sua organizzazione aveva osservato la «tregua» durante l’offensiva israeliana «Piombo fuso» contro Gaza (dicembre 2008 – gennaio 2009), per appoggiare la decisione del governo siriano di sostenere la popolazione palestinese sotto i bombardamenti.
Shafqa lo scorso agosto era stato stato categorico nell’escludere il ricorso alla violenza contro Assad. «La violenza non ci appartiene. La via della pace è la nostra scelta nella lotta politica», aveva detto. Ma la Fratellanza comunque non avrebbe usato più i guanti di velluto e proseguito il dialogo a distanza avviato da Assad subito dopo la sua elezione a presidente (nel 2000) per garantirsi la stabilità sociale in vista di riforme che, in realtà, non sono mai partite. La nomina di Shafqa, uno dei leader della rivolta islamista negli anni ’80 contro Hafez al Assad, padre dell’attuale presidente, e del suo vice Farouq Tayfour (un altro ex capo “militare”) lasciavano perciò prevedere una linea più dura.

Le due parti erano già arrivate vicinissime allo scontro alla fine dell’estate dopo la decisione presa dal governo siriano di proibire categoricamente nelle scuole e nelle università il niqab (velo integrale). La marcia indietro su questo punto fatta da Assad non è servita placare la rabbia e soprattutto le ambizioni degli islamisti siriani che mai come in questi giorni vedono profilarsi la possibilità di ottenere una clamorosa rivincita sul regime, formato in maggioranza da alawiti (una corrente nata dallo sciismo), tra i quali lo stesso presidente. Il colpo di stato compiuto nel 1966 dal partito Baath, di orientamento laico e socialista, aveva portato ad un immediato scontro tra le autorità e i Fratelli Musulmani. Ma la resa dei conti avvenne con la strage di 1.200 islamisti durante una rivolta nel carcere di Tadmor e, soprattutto, nel febbraio del 1982, quando l’esercito inviato da Hafez al Assad bombardò la città di Hama, roccaforte della Fratellanza. Secondo il noto giornalista e inviato dell’Independent, Robert Fisk, entrato a Hama poco dopo il massacro, furono oltre 10.000 le vittime fatte dal truppe governative. Molte di più invece, oltre 25.000, secondo i dati delle organizzazioni per i diritti umani.

Nena News

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