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Paura di democrazia

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Esempio gelsomini per la democrazia in tunisia

Il fiore della libertà necessita di attenzioni dilatate e la gente ha voglia d'imparare dall'esempio dei fiori di questo Paese libero dal dittatore Ben Ali.

(7 Agosto 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Esempio gelsomini per la democrazia in tunisia

foto: www.nena-news.com

LORENZO GIROFFI

Tunisi, 4 agosto 2011, Nena News - La democrazia va’ accudita costantemente, come i gelsomini che qui le intere famiglie colgono giornalmente. In Tunisia s’è lottato per svegliarsi ogni mattina godendo della propria terra libera dalle gigantografie materiali e dottrinali del regime. Il fiore della libertà però necessita di attenzioni dilatate e dall’esempio dei fiori di questo Paese la gente ha voglia d’imparare. Qui i gelsomini, dopo esser stati piantati, aspettati per la fioritura ed esser stati raccolti, passano per un processo di cura collettiva: vengono intrecciati tra loro, resi avvenenti e posti in ceste di paglia. Infine queste ceste vengono affidate ai ragazzini della famiglia, che di sera girano per le vie delle città, vendendo mazzetti di gelsomini freschi. Anche la democrazia, che non la si può vendere, dopo esser stata accudita, ha bisogno d’essere dispensata per poterla condividere con tutti. Votare è stato un diritto acquisito improvvisamente: immediato quanto la rivoluzione. Per giovani ed anziani è una novità irrinunciabile, ma è anche azione da comprendere e studiare con qualche difficoltà. Tunisi è piena di manifesti divulgativi, che illustrano le modalità di voto, a cui tutti potranno e dovranno prender parte. Le prossime votazioni non saranno ancora decisive per chi dovrà governare, ma, ancora più importante, servianno a definire chi scriverà la nuova costituzione, decretando i modi nei quali i futuri esecutivi dovranno comportarsi. Ad Ottobre dunque si voterà per le forze politiche, le donne e gl’uomini che prenderanno parte all’Assemblea Costituente. Tuttavia per poterlo fare dev’esserci una componente del popolo pronta ad impegnarsi politicamente, compatto nella composizione di liste elettorali eque. Di fatti queste ancora non sono state riempite e l’ambizione di giungere all’iscrizione di sette milioni di cittadini votanti (la popolazione in Tunisia è composta da 12 milioni di persone) sembra dover scemare verso la cifra di 3-4 milioni. Per ora nelle liste sono arrivati solo un milione e mezzo di elettori e la scadenza, prevista per il 2 Agosto, è stata rinviata al prossimo 14 Agosto (sempre con la proporzione da rispettare del 50% di donne e 50% di uomini all’interno delle liste). Il Ramadan forse non aiuterà a mobilitare le persone, dato il rigore del periodo, ma la speranza che il sogno della democrazia possa smuovere i cittadini è alta. Il sentimento che avvolge tutti i tunisini è quello dell’attesa, ch’è tanto eccitante quanto estenuante. In effetti il cambiamento è in atto. Lo percepisce un musulmano che incontro e che è felice di ascoltare finalmente l’intera preghiera serale dal muezin (con Ben Alì dall’altoparlante della moschea poteva fuoriuscire solo il richiamo alla preghiera), lo gode la proprietaria di un salon de thé, nel quale entro, che mi racconta di essersi sbarazzata con gioia della foto enorme di Ben Alì all’interno del suo negozio (l’acquisto di quest’immagine le era stato imposto)

L’attesa è quindi pronta a coinvolgere tutto il popolo tunisino, di sicuro capace di accudire, come i gelsomini della propria terra, il fiore, che per ora è solo sbocciato, della propria democrazia. Pronta a colmare la delusione di quanti avevano sperato di vedere da subito piene le liste elettorali.

Nena News

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