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(sulle dolorose vicende della collega di Busto Arsizio)

(12 Settembre 2016)

educatori contro i tagli 2

Siamo venuti a sapere solo ora del triste caso della collega molestata e seviziata da un gruppetto di minori in una comunità di Busto Arsizio nel marzo di quest’anno. L’educatrice infatti, esortata dai colleghi, ha sporto denuncia solo molti mesi dopo: troppa la paura di perdere il posto di lavoro, troppe le pressioni della cooperativa appaltatrice intimorita di non vedersi più assegnati minori a retta. Siamo tutti consapevoli che ogni mestiere comporta i suoi rischi e tra quelli del nostro c’è anche una nottata da incubo come questa. Non è questo il punto. La domanda che ci dobbiamo porre tutti, anche e soprattutto in considerazione del fatto che non stiamo parlando di un caso isolato, tutt’altro, è: si è fatto tutto il possibile per evitarlo quel rischio a livello organizzativo? Inoltre, esiste un’indennità economica per tale rischio? Ebbene, ora sappiamo la risposta. Scopriamo infatti che la collega, cui va tutta la nostra incondizionata e calorosa solidarietà, quella notte stava facendo un turno “passivo”, cioè non era retribuita normalmente (almeno normalmente, visto che altrove per infermieri e medici le notti prevedono indennizzi particolari), ma bensì con una cifra forfettaria di 8 euro! Tale fatto è indice di una situazione che è andata degenerandosi negli ultimi anni parallelamente ai tagli che hanno investito il sociale un po’ dappertutto nel nostro paese. Non si salva infatti nessuno: non la cooperativa, non le associazioni di categoria, ma neppure le committenze pubbliche che ben sanno in che condizioni operano gli educatori nei servizi esternalizzati alla cooperazione sociale, ma perseverano con la modalità delle gare al ribasso dove l’unico parametro di cui si tiene conto è quello economico. Lo diciamo ad alta voce ai parlamentari che hanno appena approvato una legge (la Iori-Binetti) che ha la pretesa, regolarizzandone i titoli d’accesso, di conferire nobiltà definitiva al nostro mestiere e che fingono di ignorare le condizioni in cui versa e di cui portano responsabilità non certo secondarie. Lo diciamo ai sindacati, soprattutto a quelli che hanno concesso che nel contratto collettivo nazionale dei lavoratori delle cooperative sociali porcate come la “notte passiva” potessero essere tranquillamente contemplate. Visto che siamo in definizione, si spera, del rinnovo, sarebbe già un bel segnale fare in modo che tale voce venga abolita per sempre. La solidarietà fatta di chiacchiere a vanvera ve la potete tenere.

Educatori Uniti Contro i Tagli

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