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(20 Ottobre 2019)
morire di colpo, o lentamente, giorno dopo giorno.
DI LAVORO!
Già, perchè sì, è vero, che il lavoro uccide con gli “incidenti”.
Ma quando non uccide subito lo fa piano piano, con gli anni....
….Semplicemente succhiandoci la vita.
Rendendocela invivibile, brutta, impraticabile.
Rovinandoci anche i giorni di riposo quando ci sono,
rendendoli sufficienti solo a riprenderci per ricominciare a lavorare.
Il giorno dopo.
Impedendoci di avere il tempo per i nostri interessi,
i nostri desideri, i nostri affetti.
Rubandoci i sogni perchè la notte dormiamo male, o per nulla.
Facendoci aspettare come un miraggio che si allontana, mano mano che gli ci avviciniamo, la pensione, cioè la nostra terza età, la nostra vecchiaia.
Quando, consumati, spesso, non abbiamo piu' tanta voglia di vivere.
Dopo aver passato gioventù e maturità stritolati da turni e fatica, se siamo fortunati, utilizziamo la vecchiaia a curare i malanni che, anche e soprattutto il lavoro, ci ha causato.
Il lavoro: una maledizione di cui solo la morte,
sembra, possa liberarci.
E invece non è così.
SOLO LA VITA PUO' LIBERARCI dalla FATICA!
Cioè la possibilità di costruire un mondo in cui la libera attività delle donne e degli uomini associati sostituisca la schiavitù del lavoro e del salario.
In cui ognuna e ognuno svolga ciò di cui è capace,
per gli altri e per se, ricevendo in cambio il necessario per vivere.
Dove ci si dia da fare con lena, fiducia e soddisfazione perchè coscienti di svolgere qualcosa di utile all'intera umanità.
LA SEMPLICITA' DIFFICILE A FARSI.
( dedicato ai quotidiani morti di lavoro)
Pino ferroviere
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