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(9 Gennaio 2011) Enzo Apicella
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Da sempre ci dicono che il capitalismo – il sistema basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo in cui viviamo – è il “miglior mondo possibile”. Allora vediamo, con alcune notizie dell’ultimo mese, quanto è “migliore”.

Continua, inarrestabile, la strage dei lavoratori.
Nel cimitero di Aragona (Agrigento) un muratore di 60 anni cade da 4 metri di altezza e muore sul colpo. Mentre sostituiva una finestra di un immobile a Vado Ligure un operaio quarantenne cade dal ponteggio e muore. Nel porto di Taranto una eco-balla cade e schiaccia un lavoratore. A Badia Calavena (Verona), mentre lavorava in un cantiere dell’Enel, un operaio viene colpito a morte da una carrucola sganciatasi da una gru. A Frattamaggiore (Napoli) un giovane di 20 anni rimane incastrato in un macchinario per la macinazione delle spezie e muore sul colpo. A Rosciano (Pescara) un lavoratore di 61 anni viene schiacciato dal trattore con cui stava eseguendo lavori di sbancamento terra. A San Pietro al Natisone (Udine), Strongoli (Crotone) e Bisignano (Cosenza), tre operai muoiono per cadute dall’alto durante lavori di ristrutturazione.

Lavorare al caldo significa morire
Dopo una giornata passata a cercare di domare l’incendio nelle campagne di Jerzu (Nuoro), dove le temperature toccavano i 48 gradi, un lavoratore muore di infarto. Un bracciante agricolo di 50 anni muore nelle campagne di Montalto di Castro (Viterbo), dove raccoglieva angurie a 1 centesimo al chilo. A Jesi (Ancona), nel cantiere di Amazon, appena sceso dalla gru dove aveva lavorato tutto il giorno, un operaio stramazza a terra e muore di infarto. A Lonato del Garda, nel cantiere dell’Alta Velocità, viene trovato morto un lavoratore negli alloggi del campo base. Nei pressi di Lodi, con una temperatura superiore a 40 gradi, perde la vita un operaio addetto ai lavori stradali. A Firenze muore per ipertermia un lavoratore di 61 anni mentre puliva un magazzino: i medici gli riscontreranno una temperatura corporea di 43 gradi.
Il governo è intervenuto il 27 luglio con un decreto che permette di estendere nei settori dell’agricoltura e dell’edilizia la cassa integrazione dal 1° luglio (!!) fino al 31 dicembre, ma solo – per quanto riguarda i lavoratori agricoli – per coloro che sono assunti a tempo indeterminato. La ministra Calderone a quanto pare ignora, poverina, che d’estate nelle campagne da sempre la stragrande maggioranza dei lavoratori (in maggioranza immigrati) sono stagionali. Continuino pure a morire, loro.

Ci fermiamo qui. Dal Nord al Sud, italiani e immigrati, lo stesso destino: carne da macello da sfruttare e da buttare.

Caporalato e sfruttamento
Non sono solo le finte cooperative della logistica, utilizzate comunque dai grandi colossi come DHL, SDA, TNT, a usare il sistema che in genere chiamiamo “caporalato” come i lavoratori del settore denunciano (e per questo sono stati picchiati e criminalizzati) da anni. Il PM del Tribunale di Milano Paolo Storari ha ordinato un “controllo giudiziario” (una specie di “commissariamento”) a carico del colosso dei servizi di vigilanza Mondialpol che paga i dipendenti 5 euro e 67 centesimi lordi all’ora e minaccia di trasferimento i dipendenti che protestano. Questo il commento del Procuratore di Milano Marcello Viola: le indagini “«stanno portando alla luce fenomeni di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, realizzati attraverso un assiduo sfruttamento dei dipendenti perpetrato, approfittando del loro stato di bisogno, da parte di un'importante azienda che ha corrisposto al proprio personale retribuzioni ben al di sotto della soglia di povertà, sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato”.
Anche Esselunga non è da meno. Le sono stati sequestrati 48 milioni per frode fiscale, al cui centro c’è una “somministrazione illecita di manodopera” secondo i magistrati del tribunale di Milano, i quali sottolineano che “la condotta di Esselunga, di carattere fraudolento, dura da molti anni e ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all’erario”.

La tragica farsa del salario “minimo”
Battaglia estiva nella “politica” per 9 euro all’ora (lordi, anche se non lo dicono mai. Tra tasse e contributi in Italia il peso è di circa il 46,5%, fate voi i conti). Secondo l’ISTAT nel nostro paese sono più di 3 milioni i lavoratori (a cui si applica un contratto collettivo nazionale) che percepiscono una retribuzione oraria inferiore a 9 euro lordi all’ora. Li chiamano “sacche di lavoro povero”.
Solo poche parole: sappiamo che i padroni difendono, ferocemente, i loro profitti. Ma coloro che dicono di difendere i lavoratori – partiti di finta sinistra e sindacati confederali - cosa hanno fatto e continuano a fare? Mentre Landini annuncia uno sciopero generale per settembre Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, rispondendo in TV ad una domanda sui bassi salari, ribatte “Ma chi li firma questi contratti e questi accordi?”.

Da decenni partiti borghesi, sindacati collaborazionisti, intellettuali, giornalisti, ecc. ecc. ci ripetono che il socialismo è un’utopia e che il capitalismo (magari quello “buono”… ammesso che esista) è l’unico mondo possibile.
Sarà …. ma quel che è certo è che il capitalismo - per i proletari, per gli sfruttati - è l’inferno in terra.

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” -Sesto S.Giovanni

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