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140 esuberi alla Merloni di Rovereto

(11 Novembre 2005)

Per 140 famiglie di Rovereto e di tutta la Vallagarina la differenza tra uno scaldabagno a gas e uno scaldabagno elettrico rappresenta in sostanza la differenza tra avere di che vivere e cercarsi un nuovo lavoro.

La produzione di scaldabagni elettrici non è più in grado di "tenere" il mercato italiano ed europeo. Lo si sapeva da tempo ma tra alti e bassi la produzione è rimasta a livelli accettabili fino ad ora, con addirittura un "pieno di produzione" nel 2001. Le cose piano piano cambiano ed ora il colosso dei termosanitari è costretta a fare il punto della situazione e mutare le proprie intenzioni. Non quelle strategiche, che infatti prevedono ancora il mantenimento dello stabilimento roveretano di via Manzoni, ma quelle produttive, con la rinuncia definitiva alla linea di produzione elettrica e l'inevitabile taglio dei livelli occupazionali.

L'azienda non fa numeri. Si limita a precisare che si farà ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali per attenuare l'impatto sulle famiglie dei lavoratori. Di numeri invece ne fanno i sindacati: 140 esuberi sugli attuali 250 impiegati. I tempi sono brevi: si parla di 110 esuberi tra operai ed impiegati che resteranno a casa già da gennaio 2006. Altri 30 perderanno il posto da gennaio 2007. Sparisce un'intera linea di produzione e tutti i servizi (tecnici ed amministrativi) ad essa collegati.

Già per questa mattina, alle 9, è prevista un´assemblea dei lavoratori con i sindacalisti. Si decideranno le prime mosse, gli scioperi, le manifestazioni che già stamattina potrebbero coinvolgere anche le vie della città.

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