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Addio compagne

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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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Sempre più evidenti le contraddizioni del gruppo dirigente del nostro partito

(20 Febbraio 2008)

Il coordinamento nazionale dell’appello degli autoconvocati di Firenze ritiene che le contraddizioni presenti nel quadro politico e nelle scelte del gruppo dirigente del nostro partito si facciano – giorno dopo giorno – sempre più evidenti.

Le decisioni relative alla presentazione della lista “la Sinistra, l’Arcobaleno”, alla scelta del simbolo elettorale senza falce e martello, alla stessa indicazione della candidatura di Fausto Bertinotti, sono state prese da un ristretto gruppo dirigente senza un adeguato coinvolgimento del partito, e senza nemmeno un mandato del CPN: questo grave deficit di democrazia sta suscitando disorientamento e ribellione in vasti settori del partito, che, soprattutto dopo il rinvio del congresso e al di là delle mozioni di provenienza, si sentono ancor più espropriati del diritto di decidere.

In questa situazione sta avvenendo una vera e propria stretta sul piano democratico nei confronti di chi dissente. Il coordinamento esprime tutto il proprio sostegno al compagno Marco Checchi, a cui la direzione provinciale Prc di Firenze ha revocato l’incarico di responsabile organizzativo con motivazioni e modalità inaccettabili: il compagno Checchi sarebbe politicamente troppo distante dalle posizioni della segreteria, e dunque inaffidabile, essendo stato uno dei promotori dell’Appello di Firenze dello scorso ottobre 2007.

Il coordinamento chiede con forza che tale decisione venga ritirata e allo stesso tempo ritiene che la manifestazione di sabato 23 febbraio p.v., indetta da alcune decine di militanti romani del Prc davanti alla sede in cui si svolgerà la riunione del Cpn (al Centro Congressi Frentani,i n via dei Frentani , 4 , alle ore 12 , a Roma, nei pressi della stazione Termini ) , per protestare contro questo grave deficit di democrazia e chiedere la convocazione del congresso, sia un fatto positivo, che merita una partecipazione numerosa e a cui invitiamo a partecipare.

Riteniamo urgente e necessario elaborare una proposta politica alternativa a quella che ci propone il gruppo dirigente nazionale, una proposta centrata sul rilancio del progetto della Rifondazione Comunista, all’interno di un diverso processo unitario della sinistra anticapitalista, che sia basato sui contenuti, interno ai movimenti e dalla parte dei lavoratori, un progetto chiaramente autonomo da un Pd sempre più scopertamente confindustriale. Questa proposta va elaborata in un quadro di condivisione e di coinvolgimento dei compagni/e che hanno dato vita al nostro movimento e investito in un confronto con tutte le aree critiche che si stanno formando nel partito, che invitiamo a riunirsi ed a collegarsi attorno a una piattaforma comune.

Per questo diffonderemo nella prossima settimana ai coordinamenti regionali una bozza-proposta di documento politico affinché venga discusso collettivamente tra i compagni che hanno sottoscritto l’Appello di Firenze e tutti coloro che sono interessati e diventi così una base di confronto/iniziativa con tutte le aree critiche presenti nel Partito che vogliano elaborare dal basso una piattaforma politica alternativa.

A queste aree proponiamo di organizzare un primo momento di confronto nella prima metà del mese di marzo, prima di entrare nel vivo della campagna elettorale.

19 FEBBRAIO 2008

Il Coordinamento nazionale dell'Appello degli autoconvocati .

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Commenti (2)

Smettetela!

Sembra commedia dell'arte, ed invece è farsa tragica.

Mi piacerebbe avere uno scambio a quattr'occhi con questi militanti dell'organizzazione bertinottiana.

Da fondatore del partito che a buon diritto un tempo, si chiamava 'della rifondazione comunista', infatti, mi domando dove fossero costoro quando nel lontano 2003 Napoleone-bertinotti decise, attraverso interviste rilasciate ai grandi giornali nazionali che, dato l'esito del referendum sull'articolo 18 -vinto politicamente dal partito con più di dieci milioni di 'sì'-, bisognava cambiare linea e buttarsi nelle braccia accoglienti dei sinistri (pseudo)democratici d'alemiani buttando a mare la dignità politica che molti come me avevano guadagnato all'organizzazione in modo inconfutabile nei movimenti, a cominciare da quello del mondo del lavoro.

Mi domando dove fossero questi militanti quando per vincere il congresso di Venezia l'organizzazione bertinottiana fece carte false pur di acquisire voti assolutamente indegni per strappare la maggioranza dei delegati -a San Donà di Piave in pochi giorni i bertinottiani iscrissero al circolo più di venti persone, alcune delle quali non avevano mai avuto alcun legame non dico con quello che allora a buon diritto si chiamava PRC, non dico in modo disorganico col movimento operaio, non dico in modo saltuario con l'elettorato di sinistra (che allora c'era ancora), ma nemmeno con le idee a mala pena liberali di qualche associazione civica dedita al buon cuore.

Mi domando dove fossero quando l'organizzazione bertinottiana vendeva anche il corpo dei suoi iscritti -l'anima politica l'aveva già buttata a mare col congresso di Venezia- al governo Prodi guerrafondaio, antisociale, filocapitalista, industrialista e antiambientale pur di dare al suo napoleonico padrone la possibilità di sedersi sul trono della presidenza della Camera dei deputati.

Mi domando come facciano ancora questi militanti a non vergognarsi di non aver deciso di lasciare affogare nella tristezza dei palazzi del potere Napoleone-bertinotti e di unirsi coerentemente con i molti comunisti che con fatica, ma anche con tenacia assolutamente formidabile stanno ricostruendo un movimento di opposizione rivoluzionario e anticapitalistico che si muove dai posti di lavoro, dalle città minacciate da basi militari, dai territori su cui incombono opere devastanti per l'ambiente e per l'uomo.

Tutto questo mi domando. Tuttavia, poiché da loro non avrò risposta, chiedo, per favore, di smetterla!

Stanno perdendo tempo in inutili, e malinconici, lamenti e doglianze. O stanno tranquilli a godersi i loro dirigenti che da cinque anni stanno mettendo in pratica ciò che loro solo ora dicono di vedere. Oppure che compiano un atto di recuperata dignità e si uniscano ai molti comunisti che si sono da tempo organizzati fuori e lontano dall'organizzazione bertinottiana

Vogliono rimettere in moto con altri un percorso di possibile cambiamento? vogliono dar gambe al 'movimento reale che cambia lo stato di cose presente'? Allora rivestano intero l'abito dei comunisti, che non è quello di far finta di sdegnarsi perché alle elezioni l'organizzazione bertinottiana andrà senza falce e martello -l'orizzonte socialista, con tutti i suoi simboli, era già stato gettato da Napoleone-bertinotti in modo sostanziale, anche se non ancora formale, proprio al congresso di Venezia nel 2005-, bensì quello di riaprire pratiche di lotta conflittuale contro il capitale e di discutere umilmente con tutti i comunisti per la ricostruzione di un orizzonte socialista possibile.

(21 Febbraio 2008)

Brunello Fogagnoli, comunista e rivoluzionario

brunfoga@fastwebnet.it

santocielo..

non sono iscritta ora né al PRC né ad altri partiti, sono orientata a votare Arcobaleno, ma VI PREGO!smettiamola con questi frazionismi dei frazionismi!!
di questo passo ci sarà una polverizzazione a sinistra a tutto vantaggio dei partiti moderati, che si stanno muovendo e anche molto rapidamente!
E' stata presa la decisione di unirsi alla Fiera di Roma sulla Cosa Rossa?? e allora andiamo avanti, sulle COSE CONCRETE e non sui simboli!!
Ho militato per anni nel PCI di Berlinguer e lo so quanto ci sia anche di affettivo nella militanza, ma NON possiamo perdere altro tempo..
altrimenti ci si dedichi a Sinistra Critica o al partito di Ferrando
un saluto!

(25 Febbraio 2008)

Paola

paolina189@yahoo.it

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