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(La tolleranza zero)

Il pestaggio del 1 maggio a Verona e le dichiarazione del sindaco Tosi

(5 Maggio 2008)

Finchè un giovane di 29 anni, vilmente pestato per futili motivi, lotta disperatamente tra la vita e la morte, dovrebbe essere il momento della solidarietà per la vittima, per i suoi cari, della riflessione sul perché, nella nostra città così spesso, purtroppo, occorra fare i conti con atti così incredibili di violenza, di sforzo coeso per la ricerca dei responsabili e di impegno perché fatti del genere non si debbano ripetere.

Invece non riesco a stare in silenzio dopo che ho letto l’intervista del sindaco ed apparsa oggi su un giornale a tiratura nazionale.

Il titolo dice: “non fa storia, capita una volta su un milione”.

Basterebbe questo per evidenziare come per Tosi ci siano due pesi e due misure.

Infatti viene subito da pensare: se gli aggressori anziché essere veronesi, come sembra, fossero stranieri, Tosi parlerebbe alla stessa maniera?

Ed allora, un’efferata aggressione come quella con cui dobbiamo fare i conti non è addirittura più grave proprio per il fatto che è priva di movente e scatenata per futili motivi?

Per noi non è più pesante proprio perché sembra sia opera di alcuni nostri giovani definiti come “normali”?

C’è ancora una domanda che mi prende la mente, ma che faccio fatica perfino a formulare. E’ la seguente. Per diventare oggetto di attenzione per il sindaco quanti altri fatti di questa gravità devono succedere ancora?

No! Caro sindaco!

La sua è una posizione cinica che non solo non condivido, ma rispetto alla quale sono pure convinto sia necessaria parecchia irresponsabilità politica e morale per poterla assumere.

Credo invece sia ora di incominciare a riflettere sul perché succedano fatti così assurdi nella nostra città e quali possano essere le misure per affrontare efficacemente le cause che li determinano, senza ricercare altrove facili alibi o inutili risposte precostituite e/o di moda.

Sono convinto anche che conti, in una situazione come questa, la martellante campagna tesa a dimostrare come il nemico sia il “diverso”, sia fuori di noi, che dobbiamo difenderci dalla contaminazione perché il male non ci appartiene.

Basta con misure di facciata o di propaganda politica, la dura realtà impone a tutti la più grande serietà ed il massimo impegno.

Verona 3 maggio 2008

Fiorenzo Fasoli
Esponente de la Sinistra l’Arcobaleno e segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Verona

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