">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Lo stato dell'Unione

Lo stato dell'Unione

(27 Settembre 2011) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Flessibili, precari, esternalizzati)

Gonzaga (MN): continua l'attacco al lavoro, attraverso precariato, elusione delle norme e sfruttamento.

Della serie: la ricchezza del terzo settore è la miseria dei lavoratori: Gonzaga (MN) la coop sociale era un call center. I 15 lavoratori chiedono di essere assunti e vengono licenziati.

(3 Agosto 2008)

articolo licenziamenti a Gonzaga

Il degrado della situazione occupazionale nel mantovano sta raggiungendo l'apice. Si sta realizzando quanto la filosofia dela legge 30, mai cambiata, anzi inasprita, prevedeva al momento della sua approvazione: la "stabilizzazione" della precarietà come caratteristica distintiva del mondo del lavoro.
Attorno a questo principio vale tutto: dalla somministrazione di manodopera, al lavoro a chiamata, fino all' utilizzo improprio delle norme, alla loro elusione, mancato rispetto, sempre sfruttando i lavoratori per massimizzare il profitto dei padroni.
Le storie che Mantova sta vivendo in questi mesi rappresentano l'esempio di quello che sta accadendo in tutto il paese: l'ultima è quella di Gonzaga, dove una coop sociale, avvantaggiata dalle norme che facilitano le assunzioni di persone disabili, in realtà era un call center che aveva assunto 15 dipendenti con stipendi da fame (400 euro per 36 ore settimanali) che alla richiesta di essere regolarizzati, sono stati licenziati in tronco.
Se penso alle origini della cooperaazione, allo spirito di mutualità delle cooperative di lavoro, sociali e di consumo, a quello che ha significato l'associazionismo ed il volontariato per la nostra democrazia..........
Oggi questi soggetti (dalle coop, alle associazioni, dal terzo settore, fino agli intrecci fra soggetti diversi) servono in buona parte come braccio armato contro i lavoratori, per cui possiamo davvero coniare quale emblema della vicenda lo slogan: la ricchezza del terzo settore è la miseria del lavoro.
Il panorama legislativo non è esaltante, ma le norme che ancora tutelano il lavoro devono essere applicate e occorre che l'ente pubblico vigili e controlli, schierandosi sempre dalla parte dei lavoro, per la tutela dei diritti, al fianco delle lotte dei lavoratori e del sindacato.
In un contesto politico simile, dunque, solo la lotta ed il conflitto sociale potranno difendere il poco che è rimasto per poi poter dare speranza alle rivendicazioni sociali di estensione delle garanzie e di stabilità del lavoro che deve tornare ad essere un diritto fondamentale della nostra società e come tale consideratro anche a livello normativo.
Occorre, dunque, riprendere la lotta per l'abolizione della legge 30, della Bossi - Fini e delle disposizioni razziste e xenofobe che hanno ripercussioni fortissime sullo stesso mondo del lavoro, la lotta per i servizi, la scuola, la sanità pubblica.
In caso contrario potremo solo denunciare inutilmente, appellarci ad un'etica andata perduta, assistere inermi ad un degrado studiato a tavolino dalla destra a cui a suo tempo non siamo stati in grado di opporci a sufficienza ma nemmeno di analizzarne la compiutamente la pericolosità.
Oggi la realtà vede l'accondiscendenza della stessa "opposizione" parlamentare (eloquente al riguardo il tardivo rimpallo di responsabilità sulle recentissime norme "anti - precari", così come le disposizioni europee sull'orario di lavoro e le molte politiche su lavoro e servizi condotte negli enti locali), l' effettiva mancanza di rappresentanza politica della nuova classe operaia, marginalità sociale e sudditanza culturale: ripartiamo dal basso, dalle lotte, dal rifiuto alla omologazione, per una società diversa e di neguali,l rispettosa degli interessi dei più deboli, di tutti.

Monica Perugini
capogruppo Comunisti Italiani Provincia di Mantova

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Flessibili, precari, esternalizzati»

Ultime notizie dell'autore «Comunisti Italiani»

Commenti (1)

QUELLI DEL CALL CENTER DI GONZAGA

E' il titolo/nome di un gruppo che ho creato su Facebook, ora non più esistente perchè l'ho cancellato.

Ho creato il gruppo se non ricordo male il 27/11/2009.
Con lo scopo di inserire tra i membri i miei ex colleghi di lavoro lasciati a casa dal mattino al pomeriggio solo perchè abbiamo aperto una vertenza sindacale con la CGIL di Suzzara (MN) tramite lo sportello NIDIL a carico della Società Cooperativa per la quale lavoravamo.

Tutt'ora questa vertenza è ancora in corso, non solo per la lentezza burocratica italiana, ma anche perchè solitamente le cause di lavoro possono richiedere cinque anni per poter approfondire e verificare bene ogni singola situazione.
Non aiuta il nostro caso, il fatto che l'organo vigilante sia attualmente commissariato in quanto il suo ex-dirigente è tutt'ora in carcere in quanto colto infrangrante nel ricevere tangenti volte all'ostruzione di alcune pratiche.

Ritornando al mio caso, nella mattinata del 30/11/2009 sono stato contattato telefonicamente dal comandante della Polizia Postale di MANTOVA per informarmi di un procedimento penale a mio carico.

Il 4/12/2009 ho avuto convocazione per verbalizzare la querela sporta dagli ex-dirigenti della società, con l'accusa di diffamazione, tormento, riporto di informazioni e dichiarazioni false, inerenti la vicenda.
Ovviamente da subito ho ammesso di aver creato quel gruppo dove non vi era inserito alcun commento ancora da parte di nessuno di noi ex-lavoratori, se non una breve sintesi della situazione come descrizione del gruppo.

Praticamente sono stato censurato pubblicamente visto che è stato anche realizzato un servizio giornalistico diffuso qualche giorno fà a proposito,
si può solamente concludere ancora per l'ennesima volta che in Italia non esiste la libertà vera di informazione. Il mio caso è l'ultima dimostrazione.

La mia intenzione sarà quella di esporre una contro-querela in quanto in fase di stilazione è stato detto che tutta la vicenda è falsa, questo significherebbe che la pagina di giornale sovrastante non è mai stata ne stampata e ne mai pubblicata, che non dovrebbe esserci alcuna documentazione scritta che attesti l'esistenza di una vertenza sindacale, pratiche aperte presso i relativi organi ispettivi preposti alle indagini per cause di lavoro.

A mio giudizio, le persone che mi hanno querelato, hanno avvertito il senso di colpa perchè e proprio così, la cosidetta "coda di paglia".
Nella psiche umana scatta un meccanismo di contro attacco che induce a compiere determinate azioni nel momento in cui si va a creare uno stimolo sul senso di colpa specie quando il soggetto ha avuto e forse ha tutt'ora un comportamento losco; perchè se avrebbe riconosciuto da subito l'aver commesso delle scorrettezze verso terze persone, qual'ora avesse letto un commento negativo nei suoi confronti non avrebbe avuto la sfrontatezza di censurare la verità.

(9 Dicembre 2009)

Michel Gambuzzi

michel.gambuzzi@gmail.com

12485