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Il capitale ruba ai poveri per dare ai ricchi

(7 Novembre 2008)

Mentre la crisi economica si inasprisce, scuotendo dalle fondamenta il sistema imperialista e mettendo a nudo il crollo di un modo di produzione capitalista mondiale basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione che genera e perpetua lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo (Ocse -una istituzione borghese), ha reso noto uno studio in cui si evidenziano le crescenti differenze di classe, economiche e sociali, in cui i ricchi borghesi risultano sempre più ricchi a scapito dei poveri, sempre più poveri e in costante aumento.
Le politiche economiche portate avanti da tutti i governi (sia di centrodestra che di centrosinistra) che hanno privilegiato il profitto e diminuito i salari e le pensioni ha determinato il fatto che – oggi - il 10% della popolazione ha in mano il 42% della ricchezza totale.
In Italia, con la recessione alle porte, ci sono già 300 mila cassaintegrati e decine di migliaia di licenziamenti. Il governo Berlusconi, fino a pochi mesi fa strenuo sostenitore delle” liberalizzazioni e delle privatizzazioni”, ha deciso che i profitti continuino ad essere privati, ma di socializzare le perdite di padroni, banche, assicurazioni, Confindustria e speculatori vari, facendole pagare alla collettività dei cittadini, compresi i pensionati al minimo e i lavoratori che già oggi non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Ancora una volta si ruba ai poveri per dare ai ricchi.
Le politiche dei vari governi (centrodestra e centrosinistra) che si sono succeduti negli anni a sostegno dei capitalisti hanno aumentato la diseguaglianza economica, che è cresciuta del 33% contro una media Ocse del 12%, portando 15 milioni di persone a rischio povertà.
Per l’Ocse il reddito medio del 10% degli italiani più poveri è di circa 5 mila dollari (pari a 3.770 euro). Il reddito medio del 10% più ricco è di circa 55 mila dollari (pari a circa 41.500 euro), molto al di sopra della media Ocse.

Intanto il governo, che concede miliardi di euro a banche, assicurazioni e Confindustria, ha per il momento solo promesso a parole di concedere un bonus di qualche centinaia di euro, tramite una card, a chi muore letteralmente di fame, andando incontro alle richieste dei sindacati e dei partiti del centrosinistra che chiedono (un anno fa dal governo senza fare nulla e oggi dall’opposizione) un intervento di sostegno dei redditi più deboli con la riduzione della pressione fiscale sui salari e le pensioni, sempre e solo – s’intende - nel caso che avanzino soldi.
E’ proprio la proprietà privata dei mezzi di produzione e di distribuzione che mette un limite allo sviluppo della ricchezza sociale. Nel capitalismo si produce solo quello che fa fare profitti ai padroni, ed è per questo che mentre i mercati traboccano di capitali e di merci, milioni di persone nel mondo sono costretti alla miseria per aver prodotto troppa ricchezza in mano a pochi.

Per evitare che questo continui, noi crediamo che sia necessario distruggere, abolire l’appropriazione privata dei mezzi di produzione in cui l’operaio esiste soltanto per accrescere il capitale e vive quel tanto che è richiesto dall’interesse della classe dominante. Nella società borghese, il lavoro vivo dell’operaio, del lavoratore di cui si appropria il padrone è soltanto un mezzo per rendere più ricco il padrone, per aumentare il capitale.
Oggi ci sono i mezzi e le condizioni perchè i proletari - organizzati nel loro partito e nello stato proletario - possano produrre per sé e per tutta l’umanità, sconfiggendo il cancro dell’umanità che si chiama capitalismo, portatore di fame, miseria e guerre.

Pubblicato su “nuova unità” n. 7, novembre 2008

Michele Michelino

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Commenti (1)

Avrei voglia di ridere.

Michelino caro, davvero fai venire voglia di ridere, ma non ho la forza di farlo. Spiegami.. non è stato sempre cosi.Dal 68, avevo 20 anni, cercavo il fatitico "posto"facendo regolare domanda, più ne facevo e più mi accorgevo che la classe che comanda, i ricchi padroni erano loro che distribuivano la ricchezza(lavoro per noi ) ma a patto e condizioni, quali? La scelta politica, il sindacato giusto e la lingua legata. Sopratutto sgobbare sgobbare e tacere, con tanto di approvazione dei nostri cari sindacati. Io ho parlato più di una volta, risultato, licenziato, per vivere..lavoro nero, ho perso 18 anni di contributi, mi sono ammalato di parkinson, verdetto pensione d'inabilità 487,oo euro al mese, vai a campare va..caro Michelino...sono stufo di sentire chiacchiere inutili. Proponici cos'è che dobbiamo fare....il voto errato?... no. Sono tutti uguali quando vanno al potere. E allora...che dobbiamo fare....la rivoluzione?
Michelino rispondimi.

(29 Novembre 2008)

Peppe Esposito

salopep@hotmail.it

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