Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra (Visualizza la Mappa del sito )
(11 Marzo 2003)
In attesa dei «treni della morte», blocco pacifista ieri al porto di Monfalcone dove nel pomeriggio sono stati sbarcati dalle navi «Romea» e «Major» decine di mezzi e reparti corazzati destinati alle caserme del Pordenonese. È bastata una decina di esponenti di Rifondazione e dei giovani comunisti a sbarrare la strada ai mezzi, mobilitando poliziotti, carabinieri e militari della Capitaneria. È stata una sorta di prova generale di blocco, iniziata alle 15.30, e sciolta alle 17 senza incidenti, che ha comunque paralizzato l'attività portuale.
L'allarme pacifista è scattato attorno alle 15 quando si è diffusa la notizia dello sbarco di camion e obici semoventi M109L reduci, secondo la versione fornita dalla Capitaneria, da un'esercitazione in Sardegna. A guidare il blocco è stato il consigliere regionale di Rifondazione Roberto Antonaz, spostato a braccia dai poliziotti per consentire il deflusso dei mezzi.
«Il nostro è stato un atto simbolico e non violento - ha detto Antonaz -, pur nella consapevolezza che questi sono armamenti italiani e non hanno nulla a che fare con la guerra all'Iraq. Il movimento contro la guerra si sta allargando in tutta la regione e ha aperto nuovi orizzonti al pacifismo. Questi sono strumenti di guerra che occupano la nostra terra e provocano indignazione in un momento così delicato. La nostra è una testimonianza: contro ogni guerra e ogni esercito. Non importa se ci costerà una denuncia e una multa». I reparti militari che hanno utilizzato il porto anche in queste ultime settimane sono stati numerosi, il precedente «carico» è arrivato solo sabato scorso. Solitamente sono mezzi provenienti dalle missioni di pace nell'ex Jugoslavia.
L'azione non è stata condivisa da un gruppo di «disobbedienti» che hanno quasi subito abbandonato il campo. «È stato un falso allarme - ha detto il portavoce Andrea Olivieri -. Non ha senso mobilitarsi di fronte a reparti italiani non coinvolti nelle vicende belliche. Questo episodio dimostra però come il nostro territorio sia soggetto ormai a una vera servitù militare. Se c'era bisogno di saggiare l' efficienza del movimento pacifista, questa occasione ha dimostrato che l' attenzione è alta e la mobilitazione immediata».
9031