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Moody's vivendi

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(18 Maggio 2010) Enzo Apicella
Dopo la guerra finanziaria guidata dall'agenzia di rating Moody's, in Grecia ha inizio il massacro di salari e pensioni

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La resistenza dei kukulofori per disarcionare Karamanlis

(19 Dicembre 2008)

Hanno scritto “Resistenza” sotto l’Acropoli millenaria simbolo della democrazia ateniese e intendono resistere, un giorno via l’altro per scacciare i nuovi satrapi della demagogia del capitale. Nel tredicesimo giorno della mobilitazione permanente della gioventù greca l’utopia si fa real politik e la contestazione al governo di centrodestra di Karamanlis, con la chiamata di correo per l’intera casta di potere delle famiglie anche del centrosinistra modello Papandreu, prosegue diversificando la mobilitazione. I giovani determinati e non disperati, come il governo li dipinge, hanno usato la forza e l’ironia, le molotov e la farina sugli elmetti delle Mat antisommossa di cui richiedono lo scioglimento dopo l’assassinio di Grigoropoulos, le delegazioni che hanno occupato studi televisivi stendendo davanti alle telecamere striscioni che invitavano la popolazione a non essere passiva e solidarizzare. Quindi il tam tam dei siti web e delle radio di controinformazione, la comunicazione non conforme in luogo di quella pilotata del sistema corrotto che omologa e mistifica, proprio come da noi.

Questi studenti, questi precari e un numero crescente di lavoratori non demordono e applicano alla resistenza attiva delle barricate sessantottine e post quella passiva delle contestazioni orientali a regimi altrettanto corrotti e inamovibili. E forse cominciano a far tremare i polsi alla casta che spera ‘passino un po’ di nottate’ perché il vento si plachi e la politica dell’inciucio, del consociativismo truffaldino, della mano destra che lava la sinistra - entrambe corrotte - possa riprendere a operare sulla pelle della popolazione. In Italia accade questo. Invece i giovani greci hanno il coraggio di dire basta. Non vogliono continuare a essere triturati e illusi, rilanciano quegli ideali, da noi banditi, che possono invece stabile il confine fra lecito e illecito, buongoverno e malgoverno, interessi di pochi privilegiati e interessi della collettività. Una gioventù che riprende in mano le redini del suo destino fa paura, non la riesci a intortare con l’illusione carrierista, la scalata sociale o il miraggio di diventare vip in qualità di manager, sportivo, creativo o balle mediatiche simili. E se “uno su mille ce la fa” è frutto non di meritocratiche pari opportunità bensì di preselettive appartenenze o di demagogiche propagande.

Eccoli allora i cuccioli di quest’inverno ellenico che vivono quella primavera della rivolta, all’epoca sfuggita ai loro fratelli maggiori schiacciati dal giogo della dittatura, quelli che hanno creduto come il ripristino della democrazia borghese significasse purificazione e speranza d’una società diversa dalla monarchia e dalle oligarchie classiste. Al contrario il socialismo riformista del Pasok s’è invischiato nelle tangenti come quello mediterraneo craxiano e la malattia se non s’estirpa ricompare perch’è tutt’uno con le teorie di business e arricchimenti. Chiedere conferme al sistema politico italiano, rinnovato in questi anni nelle sigle di Pd e Pdl, ma rimasto assolutamente eguale ai suoi tumori originali. Un altro cucciolo della rivolta è stato ferito ieri da un colpo di pistola ad Atene, fortunatamente solo a un braccio, e la polizia che nel Peloponneso e isole viene chiamata “Porca e assassina” svicola ancora. Sostiene che a ferirlo sia stata un’arma fuori ordinanza. Oggi i nuovi cortei di protesta dei kukulofori liceali e universitari e dei lavoratori delle scuole hanno riportato vicino al Parlamento la parola d’ordine delle dimissioni di Karamanlis. Diverse decine di studenti hanno anche occupato la sede della Confederazione del lavoro perché indìca un nuovo sciopero generale politico antigovernativo (il primo c’è stato nove giorni fa).

Gli istituti superiori occupati sono diverse centinaia (la polizia minimizzando ne dichiara solo cento) ma chi gira nella capitale e nelle altre città ha sotto gli occhi una protesta gigantesca e determinata che inizia a coinvolge famiglie esasperate per il futuro dei propri figli. Famiglie che vedono nero anche il proprio futuro in virtù d’una crisi che scava solchi sempre più profondi su benessere e sicurezze apparse consolidate. Gli incendi e i saccheggi a banche e grandi catene commerciali hanno questo sapore di rabbiosa revanche che introduce l’ideologia nel vivere quotidiano. Sono infatti i gruppi finanziari insieme ai politici a intraprendere strade di speculazioni e sperpero di pubblico denaro, a favorire ulteriori arricchimenti ai soliti già ricchissimi, a interdire nuove ed eque opportunità. Dietro ai simboli andati in fumo nelle notti di rivolta, ci sono mesi e anni di emarginazione ed esclusione che reclamano una resa dei conti. Certamente la crisi mondiale vedrà la Grecia, come tutti i membri Ue e non solo, fare i conti con Pil, Borse mondiali, Fmi, produttività, costi energetici e del denaro, inflazione e tutti gli elementi che caratterizzano le finanze pubbliche e private. A maggior ragione non è più sopportabile quell’individualismo grandemente diffuso negli incarichi politici. Nei giorni scorsi abbiamo salutato questa rivolta morale dei gioventù ellenica, c’è da sperare che la resistenza prosegua e allarghi il suo raggio.

18 dicembre 2008

Enrico Campofreda

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