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Detroit bankrupt city

Detroit bankrupt city

(19 Luglio 2013) Enzo Apicella
Detroit è fallita, rischio di migliaia di licenziamenti e di tagli alle pensioni municipali

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(Capitale e lavoro)

Ai lavoratori che manifestano il 28 marzo e il 4 aprile.

Sono i capitalisti e i ricchi a dover pagare! Solo con il fronte unico potremo battere il governo Berlusconi!

(28 Marzo 2009)

La crisi economico-finanziaria, intrecciata con quella generale del capitalismo, si aggrava. Mentre si disgrega l’economia mondiale, crescono la disoccupazione e la povertà. L’offensiva padronale assume forme sempre più acute.

I paesi imperialisti e capitalisti cercano di uscire dalla crisi con la distruzione delle forze produttive (in Italia 400 mila licenziati nei primi due mesi dell’anno), l’intensificazione dello sfruttamento, l’utilizzo di fondi pubblici per risollevare i profitti dei monopoli, il protezionismo per scaricare sui rivali le perdite.

Ciò pone le premesse di una nuova spartizione dei mercati e delle sfere di influenza fra gli USA e i loro concorrenti europei e asiatici, che si svilupperà tramite guerre commerciali e di rapina.

Sul piano politico la crisi si manifesta come reazione a tutto campo. Il governo Berlusconi con una mano stanzia miliardi per i padroni e con l’altra bastona gli operai e gli altri lavoratori: ribasso dei salari, distruzione dei CCNL, innalzamento dell’età pensionabile, etc. Costanti sono le manovre per smantellare le conquiste politiche ed economiche della classe operaia (per primo il diritto di sciopero), dividere e disorientare gli sfruttati, mentre si reprimono le lotte e si militarizza il territorio.

La borghesia approfitta della crisi per determinare nuovi rapporti di forza con le masse lavoratrici. Vuol mettere su un regime autoritario a uso e consumo dei capitalisti e dei ricchi, con la benedizione del Vaticano e il sostegno della Mafia. Ciò per proteggere i privilegi di una minoranza di parassiti e riversare sulle spalle dei lavoratori tutte le conseguenze dello sfacelo economico, sociale, ambientale, morale di questo sistema.

Da parte loro i settori di destra della burocrazia sindacale e la finta opposizione liberal-riformista fanno da sponda a questo disegno, aiutando l’offensiva del capitale contro la classe operaia.

In questa situazione è necessario ed urgente organizzare il fronte unico dal basso, imperniato sulla difesa incondizionata degli interessi, dei diritti e delle libertà della classe operaia e delle masse popolari, contro l’offensiva capitalista, la reazione e i pericoli di guerra.

Continuiamo a scioperare e a manifestare, creando nelle fabbriche, negli altri posti di lavoro e nel territorio organismi unitari di lotta proletaria (comitati, consigli, ecc.) in cui si possano organizzare le masse, per resistere e rispondere efficacemente ai capitalisti e ai loro servi.

Lottiamo per imporre misure a nostro favore senza aspettare i proclami delle burocrazie sindacali e

dei dirigenti socialdemocratici.

Facciamo di ogni fermata sul lavoro, di ogni dimostrazione, un momento di unità dei lavoratori, di tutti coloro che vogliono lottare contro l’attacco capitalista e governativo.

Rifiutiamoci di sopportare altri sacrifici in nome del “siamo tutti sulla stessa barca”.

Sviluppiamo una lotta accanita contro i collaborazionisti, che sono i principali avversari del fronte unico, unificando tutte le correnti di sinistra e le opposizioni sindacali di classe.

Avanti con la mobilitazione unitaria degli organismi sociali, politici, sindacali, giovanili, che si rifiutano di pagare la crisi economica e la guerra dei padroni, senza settarismi di sigla!

Solo con l’unità di lotta delle masse sotto la direzione della classe operaia si potrà sconfiggere nelle fabbriche e nelle piazze il governo Berlusconi, per aprire la strada ad un Governo degli operai e degli altri lavoratori sfruttati. Un governo che non s’inchini all’altare del profitto, ma sia deciso ad attuare un radicale cambiamento sociale e politico, per farla finita con questo sistema che produce miseria, guerre e fascismo.

Il periodo della pace sociale è alle nostre spalle. La crisi polarizza la società, approfondisce i contrasti sociali. Si avvicinano conflitti di vasta portata, che impatteranno frontalmente con la realtà politica. Ciò pone al proletariato nuovi compiti, per affrontare i quali il sindacato, per quanto combattivo, non basta.

E’ indispensabile ricostruire il partito comunista quale reparto di avanguardia della classe operaia, per organizzare e dirigere la lotta delle masse nei conflitti quotidiani come nelle battaglie rivoluzionarie che si profilano.

Per creare questa forza politica devono impegnarsi sempre di più i migliori elementi del proletariato, rompendo nettamente con l’opportunismo e unendosi ai marxisti-leninisti.

PIATTAFORMA COMUNISTA

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