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(24 Febbraio 2011) Enzo Apicella
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Padova: a proposito di sinistra sindacale

(13 Aprile 2003)

Di fronte al devastante scenario provocato dalla guerra in Irak, all’attacco generale ai diritti dei lavoratori ed ai salari, sentiamo l’esigenza come compagni appartenenti a Cambiare Rotta di avviare un serio e profondo dibattito sull’efficacia delle politiche proposte dall’area programmatica. Questo a circa due anni dall’ultimo congresso della CGIL, nel quale Cambiare Rotta siglando il documento unitario si era data l’obiettivo di spostare a sinistra l’asse della CGIL.

Nell’ultima fase abbiamo assistito ad un quadro in cui da un lato il governo Berlusconi ha rotto le pratiche concertative, dall’altro la CGIL ha ripreso pratiche di lotta attraverso gli scioperi generali (centellinati ogni sei mesi), la FIOM ha assunto un ruolo avanzato riproponendo ai lavoratori una piattaforma che si pone al di fuori degli accordi di concertazione, aprendo il conflitto con Federmeccanica e mettendo al centro la questione della partecipazione collettiva dei lavoratori attraverso il voto sulla piattaforma e promuovendo il referendum per l’estensione dell’art. 18 a tutti i lavoratori.
Una fase che ha spinto il centro sinistra a mettere in agenda il dibattito sulla necessità di ridare forza alle istanze dei lavoratori, dibattito all’interno del quale il gruppo dirigente della CGIL, a partire Cofferati, ha assunto un ruolo rilevante.

In questo quadro si deve sottolineare positivamente il ruolo svolto da Cambiare Rotta quale soggetto promotore del referendum e quindi dei comitati per il sì. Ma, a partire dalla tesi congressuale a cui abbiamo scelto di aderire, il cui punto centrale era il superamento delle pratiche concertative, e per sostenere la FIOM, che rischia l’isolamento dal resto delle categorie all’interno della stessa CGIL, riteniamo necessario agire per ricomporre l’attuale divisione dei lavoratori che i padroni hanno esercitato nell’ultimo decennio.

Anche a Padova, se da un lato si possono aprire nuove istanze per i lavoratori basate sulla partecipazione e condivisione delle scelte sulle proprie condizioni materiali, dall’altro lato non si può dire che all’interno di Cambiare Rotta si colgano tali istanze. Infatti assistiamo ad un processo di formazione delle decisioni sempre più ristretto che esclude in maniera sistematica i diretti interessati, cioè le lavoratrici ed i lavoratori, dalle scelte che li riguardano.
Condividendo le proposte fatte da alcuni compagni nell’ultima riunione provinciale di Cambiare Rotta, sosteniamo la necessità di salvaguardare l’autonomia del sindacato e della nostra area programmatica da qualsiasi eventuale ingerenza di segreterie di partiti. Inoltre facciamo nostra la proposta che il/la componente in segreteria confederale di Padova da individuare provenga da una categoria dell’industria; questo perché negli ultimi anni tale ruolo è stato costantemente svolto, pur egregiamente, da compagni provenienti dal pubblico impiego, con il limite di far identificare la sinistra sindacale esclusivamente con questa categoria. Riteniamo quindi necessario dare la possibilità a compagni/e che provengono dalle fabbriche di svolgere questo percorso nell’ambito del sindacato. Infine pensiamo che tale figura debba avere un riconoscimento sia nella classe per aver contribuito materialmente alle lotte nel proprio luogo di lavoro, sia nella CGIL per aver partecipato alla costruzione della sinistra sindacale attraverso le sue varie fasi.

Occorre veramente cambiare rotta, ovvero fare un serio bilancio politico dentro alla nostra area programmatica per capire se le attuali pratiche abbiano avuto efficacia. A tale proposito riteniamo negative le modalità di scelta di tipo soggettivo sino ad ora utilizzate. Crediamo invece fondamentale che qualsiasi scelta relativa all’area debba fondarsi su una ben definita linea politica, di cui identifichiamo i seguenti punti come necessari per un avanzamento delle condizioni materiali dei lavoratori:

- iniziare a praticare forme di partecipazione e democrazia reali degli iscritti nei luoghi di lavoro;
- costruire piattaforme ad ogni livello tese a garantire il reale potere di acquisto dei salari, che mirino alla riduzione dell’orario giornaliero, alla riduzione dellle forme di precarizzazione;
- sul piano locale, respingere ogni forma di privatizzazione dei servizi (APS) e della sanità (come non è accaduto ad esempio per la chiusura dell’ospedale geriatrico a cui la CGIL tutta non si è opposta in alcun modo).

COCCOLI GIANFRANCO
Coordinatore Provinciale Lavoro Società-Cambiare Rotta Fiom-Cgil Padova
Segreteria Fiom Cgil Padova

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