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Per un Europa del lavoro, dei diritti sociali, della pace tra i popoli

un intervento dal PRC di Casalecchio di reno (BO)

(15 Aprile 2003)

Il contesto di questo intervento

Nella giornata di Lunedì 14 Aprile si è tenuto a Casalecchio un Consiglio Comunale Straordinario con all'Ordine del Giorno la Convenzione Europea.

Hanno partecipato a questo Consiglio il Vicepresidente del Parlamento europeo Renzo Imbeni, l'Europarlamentare di Forza Italia Giorgio Lisi, Mascagni Paolo presidente dell'API, i rappresentanti del Consiglio dei Ragazzi del Comune di Casalecchio, Maurizio Sgarzi in rappresentanza delle 64 organizzazioni del volontariato Casalecchiese.
Inoltre, ovviamente, era presente il Sindaco Luigi Castagna.

Quello che segue è l'intervento che in questo consiglio comunale è stato letto dal Capogruppo PRC al Comune di Casalecchio di Reno, Marco Odorici "Oddo"


INTERVENTO SU CONVENZIONE EUROPEA

Consiglio Comunale 14 Aprile 2003

Il titolo di questo incontro è: “Un percorso in comune per un futuro Europeo”, ma dopo la divisione degli Stati Europei sulla guerra preventiva (e per il petrolio) da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna all’Iraq ci viene da chiederci, in maniera preoccupata, quale sarà realmente il futuro Europeo.
Questa situazione però ci ha insegnato una cosa, ossia che, mentre i Governi degli Stati Europei erano, per interessi, divisi tra di loro, i cittadini erano per la stragrande maggioranza uniti contro la guerra; anche quelli che vivono in quegli Stati che hanno appoggiato le scelte di morte di Bush. Mi riferisco ai cittadini della Gran Bretagna e dello Stato Spagnolo che erano ampiamente, e lo hanno dimostrato, contro l’intervento militare. Ecco da quale dato bisogna partire per parlare di Europa, dalla gente che ci abita, dalla gente che ci lavora.

Rifondazione ha sempre mosso critiche all’Unione Europea, un unione fatta di interessi economici dei grandi Gruppi finanziari e degli interessi politici. Un unione che ha sempre visto i “poteri forti” delle multinazionali sovrastare gli interessi dei singoli Stati. L’abbiamo vissuto anche qui a Casalecchio dove la LIG, una multinazionale londinese, ha spostato senza troppi problemi un’azienda della caratura dell’Hatù nello Stato Spagnolo per convenienza di prezzi di produzione ma non solo…
La scelta delle multinazionali è di spostare le proprie attività da un Paese all’altro scegliendo però quei Paesi dove la mano d’opera costa meno anche perché è soggetta ad un riconoscimento quasi nullo dei diritti dei lavoratori che, nelle nazioni sindacalmente più evolute, comportano un costo maggiore ed un ostacolo sindacale che molte volte si vuole evitare.
E’ un problema di non poco conto anche perché questi tipi di operazioni non sono pochi e vengono fatti tranquillamente perché non sono passibili di nessun tipo di sanzione.

L’idea di Rifondazione è di lottare e lavorare per un'altra Europa, un Europa diversa da quella che fino ad ora abbiamo avuto modo di conoscere ossia quella prodotta dalle politiche neoliberiste di questi anni e caratterizzata da forti deficit democratici e di partecipazione popolare. Diversa dall'Europa dei mercanti, dei finanzieri, della disoccupazione, dello sfruttamento del lavoro, del degrado alimentare e ambientale.

Rifondazione Comunista, difende l'idea di un'Europa del lavoro, della difesa dei diritti sociali, della salute, del rispetto dell'ambiente, della pace e della cooperazione tra i popoli. Ed aggiungo anche dell’autodeterminazione dei Popoli. Problema, quest’ultimo, che si tende ad ignorare ma che nella vecchia Europa è ancora presente; esistono ancora delle forze colonizzatrici che, forti del loro passato di nazioni conquistatrici, governano delle popolazioni che, per se stesse e nell’ottica dell’Europa dei Popoli, (argomento citato tra l’altro nella Convenzione Europea) sognano altro futuro. Mi riferisco alle situazioni presenti nel Nord Irlanda e nei Paesi Baschi. Situazioni dove la democrazia che si vuole insegnare ad altri, mi riferisco ai vari Blair ed Aznar, è assente. Situazioni dove Amnesty International stende ogni anno rapporti che sembrano redatti per realtà dell’America Latina o dell’Africa e non della vecchia e democratica Europa. Bisogna eliminare le situazioni di conflitto non con la repressione ma con la democrazia applicata realmente.

In questa Europa c’è veramente molto da fare, e la Convenzione Europea può essere utile solo se sul serio si inizia a lavorare sull’aspetto dei diritti, da quello dell’autodeterminazione poc’anzi citato a quello del lavoro.
Salario Europeo, orario di lavoro Europeo, possibilità dell’estensione dei diritti sindacali a tutti gli Stati dell’Unione in maniera che le multinazionali abbiano da rispettare ovunque diritti sacrosanti nella tutela dei lavoratori. E’ su questi argomenti che il cittadino inizia a capire che l’Europa che si sta preparando è un Europa studiata anche per esso e non più solo per i “poteri forti” che governano l’economia europea e mondiale.

Dare sul serio la certezza che i diritti sono rispettati ovunque, anche quando si hanno situazioni che non piacciono ai potenti, vedi le manifestazioni contro quegli organismi sopranazionali non eletti da nessuno ma che reggono le sorti del pianeta. Organismi che decidono se far morire di fame una popolazione piuttosto che un'altra, che decidono di sfruttare un territorio piuttosto che un altro. Mi riferisco a quelle scelte antidemocratiche che sono la chiusura delle frontiere in occasione delle manifestazioni di G8, WTO, OCSE e chi più ne ha più ne metta. Anche questo fa parte del rispetto dei diritti, la possibilità di contestare apertamente un’ organismo (tra l’altro non votato dalle popolazioni Europee e mondiali) è uno di quei diritti che vanno garantiti e non vietati.

Qualche tempo fa si parlava della nascita della Carta dei Diritti che però vedeva la luce, a nostro modo di vedere, in maniera elitaria e per questo impotente nella tutela reale dei cittadini di fronte al mercato.
Per essere credibili e per parlare di diritti occorre un vero processo di costruzione di una costituzione europea, ove i parlamenti nazionali e quello europeo, siano direttamente coinvolti. Ma bisogna spingersi oltre e pensare che, anche alla luce dei confronti sociali relativi ai “Bilanci Partecipativi” e alla “Democrazia Partecipativa”, bisogna accostarsi in maniera diversa per affrontare i bisogni della gente, e questa maniera diversa non può che venire “dal basso” attraverso anche le Amministrazioni Locali che sono quelle più vicine alle esigenze dei cittadini.
I nuovi diritti e i nuovi poteri dei cittadini europei vanno scritti attraverso un confronto democratico in sintonia con le esigenze che i movimenti reali della società esprimono. Viceversa l'unificazione europea non può andare avanti attraverso il processo di unificazione dei governi.

E’ per questo motivo che come Rifondazione chiediamo che la Convenzione Europea si sviluppi attraverso la necessaria audizione dei bisogni che i cittadini, e solo loro, esprimono. Ed è anche per questo che condividiamo, ad esempio, percorsi come quello della “Carta Europea dei diritti dell’Uomo nella città” dove, tra le sue innovazioni, inserisce il diritto al voto nel comune di residenza, per i cittadini stranieri.
Riteniamo importanti questi passaggi proprio perché vediamo il futuro Europeo come una prospettiva di costruzione di diritti dal basso con i cittadini protagonisti.

Grazie dell’attenzione.

Casalecchio 14 Aprile 2003

Per il Partito della Rifondazione Comunista
Il Capogruppo
ODORICI MARCO

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