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(20 Aprile 2009)
La rimozione dei propri crimini è una specialità in cui l'Italia supera qualsiasi altra potenza occidentale.
Lo conferma persino l'aggressione fascista all'Etiopia.
E' vero, dopo una lunga battaglia condotta - a partire dalla metà degli anni '60 - da studiosi coraggiosi, l'efferatezza che contrassegnò quella campagna militare è ormai riconosciuta a livello storiografico.
Ma i media, che formano la coscienza collettiva assai più di libri spesso riservati ad una nicchia, continuano deliberatamente a parlarne pochissimo.
Dunque, ancora oggi l'Italia cerca di evitare di interrogarsi su un evento che, peraltro, segnò uno dei momenti di massimo consenso al Regime.
Un consenso legato anche all'accettazione di un preciso immaginario: quello fondato sulla figura dell'Uomo Nuovo, virile e guerriero, proteso nella conquista di una terra paragonata ad una donna da sottomettere.
Tornare sulla guerra d'Etiopia, oggi, vuol dire confrontarsi con il nostro abisso attuale: con il mito degli "italiani brava gente", sempre utile in tempi di politica estera aggressiva; con quei pregiudizi verso l'altro che sono anche il portato di un passato coloniale mai criticato; con il prepotente ritorno dell'idea patriarcale e della divisione di ruoli tra i sessi.
Un confronto che va fatto sino in fondo, assumendo finalmente il punto di vista delle donne e degli uomini etiopi che si opposero ad una barbarie che si proclamava civiltà.
Assemblea-dibattito il 24 aprile, ore 17 (presso la facoltà di fisica, Università La Sapienza)
Intervengono: Mulu Ayele (Comunità Etiopica) Loredana Baglio (Corrispondenze Metropolitane) Nancy Aluigi Nannini (Antropologa)
Nel corso della iniziativa, sarà esposta una mostra sui crimini italiani in Etiopia, curata dalla associazione Exodus.
Saranno inoltre proiettati brani tratti dal film "Tempo di Uccidere" di Giuliano Montaldo e dal documentario prodotto dalla BBC "Fascist Legacy".
Organizzano: Corrispondenze Metropolitane, Laboratorio Sociale la Talpa, Comunità Etiopica in Italia, Exodus (Ethiopian Cultural Service), Federazione dei Comunisti Anarchici, Unione Sindacale Italiana.
corrispondenze metropolitane
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