Capitale e lavoro :: Di lavoro si muore

Brescia: omicidio "bianco" in cantiere

(16 Maggio 2003)

Durnea Gabril era scomparso lunedì dalla casa in cui viveva a Brescia. Rumeno, 25 anni, operaio edile, "clandestino".

Ma le sue braccia non erano clandestine, lui come tanti altri lavoratori migranti, passava di cantiere in cantiere, per una paga giornaliera da spartire col caporale. Il suo cammino si è interrotto a Sarezzo, paesino della Val Trompia: il corpo è stato ritrovato, abbandonato, mercoledì sera in fondo ad un vano in cui doveva essere montato un ascensore. Braccia che non servono più, braccia da occultare perché danno fastidio.

Una palazzina in cui sono in corso lavori di ristrutturazione, sulla cancellata verde campeggia la scritta "affittasi", una salitella asfaltata porta al pianterreno, già occupato da una utensileria. Qualcuno nel vicinato dice di aver visto verso le 18 tre persone allontanarsi dal cantiere, altri raccontano di aver percepito una discussione accesa due giorni prima. Verso le 22 sono arrivati carabinieri e vigili del fuoco. Lo hanno trovato raggomitolato in un cantuccio, gli inquirenti propendono per l'ennesimo incidente sul lavoro, una caduta da 20 metri: lo stabilirà l'autopsia ma la Procura di Brescia ha già provveduto ad ordinare l'arresto di due persone per sfruttamento della manodopera clandestina. Il pubblico ministero Mario Conte ha avviato un'indagine volta soprattutto a svelare i meccanismi di intermediazione di cui si serve l'edilizia nel bresciano.

Centro di documentazione e lotta - Roma