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Pace, lavoro e libertà

Pace, lavoro e libertà

(16 Ottobre 2010) Enzo Apicella
Manifestazione nazionale della FIOM

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(Contratto Metalmeccanici)

E loro continuano a chiamarlo “contratto”!

Iniziative cobas tra i metalmeccanici in vista dello sciopero generale del 23 ottobre

(18 Ottobre 2009)

Giovedì 15 ottobre Fim/Cisl, Uilm/Uil e Federmeccanica (l’associazione degli industriali metalmeccanici) hanno firmato un’intesa già annunciata da tempo e l’hanno chiamata “contratto nazionale”, ma gli operai l’hanno ribattezzata la “porcata” e si sono messi subito a fare scioperi e cortei sul posto di lavoro e nelle città, con presìdi e blocchi stradali, e a programmarne altri per il 16, il 19 e i giorni successivi.

Così, la protesta ha unificato l’Italia metalmeccanica: dall’Umbria, nelle province di Perugia e di Terni (qui anche alla Thyssen-Krupp) a tutte le province della Lombardia (anche nella fabbrica della signora Marcegalia, capessa di Confindustria, e soprattutto in centinaia di fabbriche di Milano e Brescia); alla zona industriale di Melfi in Basilicata; alla provincia di Genova (Cantieri navali) e altre città della Liguria; ad Ancona (Cantieri navali) e in altre fabbriche delle Marche; a Gorizia in Friuli-Venezia Giulia (in particolare nei Cantieri navali di Monfalcone); ad Atessa in Abruzzo (nella Sevel-Fiat); a Verona, Belluno, Padova, Vicenza, Venezia (nella zona industriale di Marghera) in Veneto; a Forlì, Reggio e Bologna in Emilia-Romagna; a Torino (in particolare alla Fiat Mirafiori) e in altre città del Piemonte; a Napoli e in altre città della Campania; alla Piaggio di Pontedera e alla Perini di Lucca in Toscana.

E chi non è ancora sceso in lotta, può scenderci in questi giorni, perché la posta in gioco è pesante e non può essere risolta in quattro e quattr’otto.
La porcata”, infatti, stabilisce 3 rate per l’erogazione degli aumenti, che per il 5° livello significano: 28 euro lordi di aumento salariale mensile (netti sono 19) a partire dall’1/1/2010; 40 euro lordi (26,50 netti) dall’1/1/2011; 42 euro lordi (28 netti) dall’1/1/2012.
Il tutto, sempre al 5° livello, per 110 euro lordi (73,50 netti) con la terza rata, cioè fra 2 anni e 3 mesi, quando l’inflazione, cioè l’aumento del costo della vita, li avrà ferocemente taglieggiati!
Chi si trova ai livelli inferiori avrà aumenti, fra 2 anni e 3 mesi, che saranno, sì e no, sufficienti per prendere un caffè con cornetto al giorno!
Il 7° livello avrà aumenti superiori di più del doppio a quelli del 1° livello. E giustizia è fatta!
I lavoratori senza contrattazione aziendale (sono più del 70% del totale) avranno “in più”, dall’1/1/2011, un’elemosina mensile di 15 euro lordi (10,50 netti). E un’altra giustizia è fatta!

Ma non finisce qua, perché (oltre a tante altre regole, presenti in quest’intesa, fatte per buttare fumo negli occhi o per fare favori ai padroni e che non si possono scrivere tutte in un volantino) ci sono alcune “perle” di questa “porcata” che vanno illustrate subito, come: - la durata del “contratto”, passata per la gioia delle aziende da 2 a 3 anni; - la contrattazione aziendale, basata esclusivamente sulla produttività e sui risultati di bilancio, come dire su fattori che non dipendono dai lavoratori, ma dalle direzioni delle imprese; - la pretesa delle direzioni di accampare motivi di mercato o di organizzazione per avere sconti da parte dei lavoratori col peggioramento, sul piano aziendale, del contratto nazionale; - le procedure di conciliazione, di arbitrato e, addirittura, di sanzione rispetto alle RSU: il tutto per paralizzare ogni iniziativa operaia e renderla illegittima di fronte alla mano libera che Cisl e Uil intendono garantire ai padroni.
Del resto, a criminalizzare la ribellione ai piani cislini e uillini ci aveva pensato Bonanni, il gran capo della Cisl, quando, al giornale Il messaggero del 14 ottobre, aveva dichiarato: “La Fiom (ma intendeva: “gli slogan gridati nei cortei dagli operai”) assume il linguaggio della delinquenza comune”.

E’ chiaro che ci vogliono ridurre alla schiavitù totale o alla disperazione, fino a “spingerci sui tetti” per sostenere le nostre ragioni (come avviene sempre più spesso da parte di operai in lotta).
Ma è anche chiaro che occorre organizzare una risposta forte per respingere la porcata dell’intesa e per imporre i veri bisogni operai.
Lo sciopero generale di 24 ore del 23 ottobre dei sindacati di base con manifestazione nazionale a Roma è un momento importante per raccogliere le forze necessarie a farlo

COBAS METALMECCANICI

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